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lunedì 24 maggio 2010

COOP e Nordiconad interrompono la commercializzazione dei prodotti delle colonie nei territori palestinesi occupati

A seguito della campagna di pressione della coalizione italiana contro la Carmel-Agrexco, due importanti catene italiane di supermercati, COOP e Nordiconad, hanno dichiarato la sospensione della vendita dei prodotti Agrexco, principale esportatore di prodotti agricoli da Israele e dalle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi Occupati.

Fonte Stop Agrexco Italia

venerdì 18 settembre 2009

Quel sangue del Sud versato per il Paese

Vengo da una terra di reduci e combattenti. E l'ennesima strage di soldati non l'accolgo con la sorpresa di chi, davanti a una notizia particolarmente dolorosa e grave, torna a includere una terra lontana come l'Afghanistan nella propria geografia mentale. Per me quel territorio ha sempre fatto parte della mia geografia, geografia di luoghi dove non c'è pace. Gli italiani partiti per laggiù e quelli che restano in Sicilia, in Calabria o in Campania per me fanno in qualche modo parte di una mappa unica, diversa da quella che abbraccia pure Firenze, Torino o Bolzano.
Dei ventun soldati italiani caduti in Afghanistan la parte maggiore sono meridionali. Meridionali arruolati nelle loro regioni d'origine, o trasferiti altrove o persino figli di meridionali emigrati. A chi in questi anni dal Nord Italia blaterava sul Sud come di un'appendice necrotizzata di cui liberarsi, oggi, nel silenzio che cade sulle città d'origine di questi uomini dilaniati dai Taliban, troverà quella risposta pesantissima che nessuna invocazione del valore nazionale è stato in grado di dargli. Oggi siamo dinanzi all'ennesimo tributo di sangue che le regioni meridionali, le regioni più povere d'Italia, versano all'intero paese. (...)

fonte La Repubblica, Roberto Saviano

giovedì 30 ottobre 2008

Difendiamo il diritto allo studio, alla formazione, alla conoscenza

Il Consiglio della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna nella seduta del 29/10/2008 ha approvato il seguente comunicato che sintetizza il dibattito svoltosi nella Facoltà sull’attuale situazione politica concernente il sistema dell’istruzione e della formazione in Italia. Il comunicato e altre mozioni più approfondite, disponibili sul banchetto informativo, sono state approvate all’unanimità con una sola astensione.
Il comunicato si articola in tre punti:
1. La Legge 133, il DM 137, tradotto in legge il 29/10/2008, la mozione della Lega sulle “classi ponte” fanno parte di un insieme di provvedimenti destinati a modificare in profondità il sistema scolastico e della formazione in Italia. Infatti, si tratta di provvedimenti che, sebbene presentati in una logica di razionalizzazione e di riduzione degli sprechi, di fatto tagliano drasticamente le risorse di tutto il sistema pubblico dell’istruzione nazionale modificandone radicalmente il modello educativo. Verranno limitate le opportunità di tutti i cittadini di poter usufruire di una scuola e di una Università pubbliche di valore, competitive nel contesto internazionale, capaci di garantire a tutti il pieno sviluppo delle proprie potenzialità superando le barriere legate alle differenze culturali, economiche, linguistiche, di genere.
La vera disinformazione deriva da chi sostiene di non aver toccato l’Università e di star costruendo un sistema formativo più efficiente in tutte le sue articolazioni laddove i provvedimenti già adottati mettono in ginocchio tutte le istituzioni scolastiche ed universitarie sottraendo risorse economiche ed umane ad un settore nevralgico per ogni società che in Italia è già fortemente sottofinanziato rispetto a quello degli altri paesi. È con sdegno che abbiamo assistito in queste settimane a messaggi giornalistici e televisivi non solo unilaterali ma anche grossolanamente bugiardi in quanto basati sulla voluta alterazione dei dati.
2. Per quanto riguarda l’Università, la legge 133 mette a rischio la tenuta stessa del sistema universitario. I tagli del 10% sul trasferimento statale alle Università a partire dal 2010 indeboliranno irrimediabilmente la ricerca e la formazione universitaria pubblica italiana, unica, in una società democratica, a poter garantire al Paese uno sviluppo socio-culturale ed economico all'altezza degli standard internazionali. Il turn over bloccato al 20% (una assunzione per ogni 5 professori che vanno in pensione) è un taglio indiscriminato con conseguente penalizzazione delle prospettive occupazionali per i giovani ricercatori precari. La possibilità di trasformazione delle Università statali in Fondazioni private, estranee al controllo del sistema pubblico nazionale di formazione e con forte orientamento alle logiche di mercato, porterebbe ad una istruzione superiore di nicchia, accessibile solo a quegli studenti che possono economicamente “permettersi” di accedere agli studi universitari.
3. Per quanto riguarda il sistema scolastico, l’insieme dei provvedimenti già adottati o in via di adozione, prefigura una realtà educativa totalmente in contraddizione con il ruolo che la costituzione assegna alla scuola. Una realtà in cui tornano a prevalere in modo unico e preponderante le logiche della selezione contro quelle della promozione culturale di tutti i cittadini. Una realtà in cui si riafferma un pensiero dominante, svalutante nei confronti di ogni differenza di cultura, ceto, religione, lingua. La scuola prevista dal governo penalizza le famiglie, prima di tutto le donne nella loro funzione di lavoratrici e rovescia sui cittadini, in particolare su quelli più deboli, la responsabilità dell’insuccesso, del disagio, trasformando la diversità in condanna e negandone la valorizzazione come risorsa. Mortifica la professionalità dell’insegnante interpretandolo solo come custode e ripetitore di cultura consolidata e impedendogli di essere costruttore di conoscenze assieme agli studenti.
La scuola prevista dal Governo prefigura una società in cui purtroppo ci sarà veramente più bisogno di carabinieri e carceri che non di insegnanti, bidelli e scuole.

per la documentazione prodotta, vedi qui


martedì 28 ottobre 2008

Gelmini? no, thanks!



foto della manifestazione a Bologna disponibili su http://flickr.com/photos/retescuole/page4/

sabato 2 agosto 2008

lunedì 14 gennaio 2008

Chronicling struggles of Italy's poor

ROME, ITALY - Ten months ago, Giampiero Beltotto started writing down what his friends said they were most worried about. They were struggling. They could barely make ends meet. They were part of an Italian middle class "at their limit," he said.
Beltotto compiled their stories and others in a book that offered an intriguing look at Italy in 2007, a year in which writers and bloggers plumbed the inequities and political rot found in one of Europe's most beautiful countries. "I Nuovi Poveri" or "The New Poor," details the uncertainties of an increasingly marginalized class, the people who should make up the bedrock of democracy.

fonte Chicago Tribune

per una volta non parlo di Palestina...