lunedì 30 aprile 2007

Meditaeuropa

dal 2 al 12 maggio è a Ravenna il Meditaeuropa, il Festival delle culture del Mediterraneo: lo slogan è "smarrire la rotta, confondere i percorsi".
Il Festival sarà costituito da una serie di eventi che si snoderanno su diversi ambiti, dalla mostra fotografica, all'incontro letterario, al cinema, alla musica, fino ad arrivare ai "dialoghi" che vedranno coinvolte personalità di grande prestigio internazionale appartenenti al mondo della letteratura, della politica e dell'accademia europea. Filo conduttore di questi diversi eventi il "Mare Nostrum: il Mediterraneo come somma espressione del concetto di frontiera e di ponte che unisce mentre divide."

Qua il programma, i protagonisti, il progetto, i luoghi ... in English, français, español, arabo.

venerdì 27 aprile 2007

continuiamo così...

The European Union said today it would not lift a boycott of the Hamas-dominated Palestinian government, despite warnings from aid organisations that the structure of a future Palestinian state is being severely eroded.
Since the formation of a new Palestinian unity government two months ago, some countries have begun to take a more open approach, either recognising it or promising to restart direct funding. But the EU, which makes the largest donation to the Palestinians, has yet to lift its boycott despite growing differences between member states.

"There is no change as long as you have in the government a party that refuses to leave its armed wing and armed action," Louis Michel, the EU aid commissioner, said today. "We cannot deal with people who have an armed wing. It would be a very dangerous precedent."
But Mr Michel was criticised after giving a speech to the aid community in Jerusalem today. Nago Humbert, head of the Swiss Médecins du Monde agency, told him: "Your discussion is surreal to the people on the ground. It doesn't reflect the reality."

Gli aiuti che arrivano adesso sono quelli legati all'emergenza ma non allo sviluppo: questo significa che più di 150mila impiegati pubblici (compresi insegnanti e medici) nell'ultimo anno sono stati pagati meno della metà del loro salario.

The EU has established a temporary mechanism to pay money into government employees' bank accounts to alleviate the crisis. It has also asked Israel to pay the frozen tax revenues this way, but without success.
There are some signs of change. Russia, France and China, three of the permanent five UN security council members, have recognised the new coalition government. Norway has said it will start funding. France, Italy and Spain are also thought to want a relaxation of the boycott.

(fonte The Guardian, Eu refuses to lift boycott of Palestinian government)

mercoledì 25 aprile 2007

festa della liberazione

oggi è la festa della liberazione: è il 62° anniversario della liberazione del nostro paese dagli occupanti nazisti e dal governo fascista, liberazione che fu resa possibile dall'intervento degli Stati Uniti e dalla Resistenza partigiana appoggiata dalla popolazione locale (Resistenza italiana, in English here, foto Anpi Pesaro Urbino).
Il 25 aprile è una giornata per ricordarci che i diritti, il benessere, la libertà dei quali godiamo non sono qualcosa di scontato e che questi diritti continuano ad essere calpestati.
e che nel mondo ci sono ancora tante "resistenze" all'invasor ... e allora cantiamo la rivoluzione ...



«È questo il fiore del partigiano»,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!
«È questo il fiore del partigiano
morto per la libertà!»



(Bella ciao, versione coro, versione Yves Montand, versione (caotica) di Manu Chao, versione download dei Modena City Ramblers; in English, Bella ciao, Chumbawamba's adaptation in memory of Carlo Giuliani)

PS: un giorno lontano di ottobre 1996, arrivata da poco a Koblenz per il progetto Leonardo, il mio vicino di stanza tedesco si ascoltava Bella ciao ... in italiano ...

martedì 24 aprile 2007

on tour

Il Presidente dell'Autorità Palestinese, Abu Mazen, a Roma da ieri sera, ha incontrato, al Quirinale il capo dello Stato, Napolitano.Il leader palestinese ha poi avuto un incontro privato con il Papa, in cui, secondo la Santa Sede, "si e' parlato della situazione interna palestinese con riferimento, tra l'altro, alle difficolta' incontrate dai cattolici e al valore del loro contributo a quella societa''. Dopo l'udienza con il Papa, Mazen e' stato ricevuto dal segretario di Stato Bertone.

(fonte Ansa)

''Ho assicurato al presidente palestinese Abu Mazen una politica italiana molto forte perche' da parte della Commissione europea si riprenda l'aiuto finanziario ai palestinesi''. Lo ha detto il premier Romano Prodi in una conferenza stampa dopo l'incontro con il presidente palestinese Abu Mazen. ''Non nascondo la mia preoccupazione oggi per la rottura della tregua da parte di Hamas - ha aggiunto il premier - rottura che condanno fermamente e che spero sia un episodio temporaneo: non e' possibile parlare di pace se vi sono missili e bombe che rompono la tregua (con Israele)''.

(fonte Corriere della Sera)

domenica 22 aprile 2007

flag

un articolo di Gideon Levy publicato su Haaretz, Will I hang the flag?

I clearly remember when I stopped hanging the flag. It was after I saw the settlers dashing through Palestinian villages, fearsome flags waving from their cars to confront and provoke the residents of the land they had invaded. I said to myself that a flag intended for provocation and confrontation is not my flag. (...) The flag became increasingly distant from me; the national flag became the flag of extreme nationalism.
(...)
Since it has become the flag of the occupation, I have remained without a flag.

venerdì 20 aprile 2007

Patch Adams e Miloud Oukili


Oggi è stata conferita nell'Aula Magna di Santa Lucia dell'Università di Bologna la laurea ad honorem in Pedagogia a Patch Adams e Miloud Oukili, il primo clown in ospedale, clown in guerra e clown nei paesi poveri come messaggero di amicizia e di umiltà, il secondo clown tra i bambini di strada di Bucarest capace di condividere, comunicare, essere solidale, insegnare a fare il clown.
"I am here to call all to a love revolution: let's be nice! take care of everyone" ha detto Patch Adams nella sua lezione dottorale e citando il poeta e mistico persiano Rumi:
Conventional knowledge is death to our souls,
and it is not really ours.
We must become ignorant of what we have been taught,

and be, instead, bewildered.

Run from what is profitable and comfortable.
If you drink of these liquors,
you spill the spring water of your real life.
Forget safety.
Live where you fear to live.

Destroy your reputation.
Be notorious.
I have tried prudent planning long enough.
From now on, I will be mad.

Miloud Oukili nella sua lezione dottorale ha ringraziato: "gli acrobati di un circo squattrinati, noi abbiamo inventato dei nasi rossi contro l'indifferenza e l'avventura si ferma un istante qui, oggi a Bologna. Riconoscimento incredibile per questa scuola della strada e della vita, senza cartelle e senza libri, salvo che questo Piccolo principe si racconti spesso letto, riletto, messo in scena con i bambini".
Incensati dalle bolle di sapone di Miloud e tutti con il naso rosso da clown, non resta che dirvi ... grazie!

Il sito di Patch Adams e dei progetti da lui seguiti (il Gesundheit Institute) è questo, il sito in francese di Parada di Miloud Oukili è qua.

giovedì 19 aprile 2007

Buy Palestinian products, produce locally, and invest in Palestine!

The popular committee to support Palestinian products has stressed the importance of obtaining the support of all sections of Palestinian society in order to end the Palestinians' dependency on the Israeli economy.
In a statement, the committee secretary Salih Hammad said that it is important to create new peaceful methods of struggle against the Israeli economic occupation. This can be achieved through creating a culture that encourages Palestinians to buy and use Palestinian products, the statement said.

(fonte Maan News)

... un modo pacifico per combattere l'occupazione economica israeliana e cessare la dipendenza palestinese dall'economia israeliana: comprare prodotti, produrre localmente e investire in Palestina.

martedì 17 aprile 2007

ulivi

La pace tra israeliani e palestinesi attraverso la cooperazione economica e produttiva. Parte domani una delegazione pugliese, guidata dalla Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce, che in Terra Santa farà visita a diverse cooperative nelle aree di Betlemme e Nazareth, gestite da artigiani e agricoltori israeliani e palestinesi. La visita rientra fra le attività del progetto "Olivo: coltura e cultura del Mediterraneo", promosso dalla Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce e finanziato dall'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dall'Assessorato alla Pace della Provincia di Lecce. L'ulivo, risorsa economica e al tempo stesso emblema culturale nei tre territori, è l'elemento su cui ruota il progetto, che si muove lungo l'approccio del reciproco scambio fra Puglia e Terra Santa: i nostri esperti forniranno esperienza e capacità nell'ambito della valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e artigianali, mentre israeliani e palestinesi ci restituiranno esperienze e capacità che nelle nostre terre sembrano ormai dimenticate, come le produzioni di artigianato in legno d'ulivo e di prodotti cosmetici in olio d'oliva. Oltre a questo lavoro sul terreno della produzione, il progetto promuoverà, nei mesi a venire, una serie di collaborazioni tra le due sponde nord e sud del Mediterraneo, a diversi livelli, Nel mese di giugno, quindi, questi rapporti saranno consolidati e formalizzati, nel corso della visita che una delegazione mista israelo-palestinese restituirà nel territorio pugliese.
"Quello che riteniamo importante", ha dichiarato Carlo Mileti, presidente della Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce, "è valorizzare queste piccole esperienze di cooperazione tra israeliani e palestinesi. Al di là delle dichiarazioni di principio delle varie istituzioni, infatti, le forme di vera collaborazione tra le due parti vanno scemando sempre di più. L'esperienza di queste cooperative di produzione, quindi, ci sta a dire che strade di dialogo e di confronto sono possibili, e che le piccole reti di economia solidale, in questa fase storica, rappresentano un significativo punto di riferimento per sperimentare prassi di convivenza pacifica tra due popoli in guerra che vivono sulla stessa terra. La società civile pugliese tutta, in questo processo, può e deve fare la sua parte".


lunedì 16 aprile 2007

a Gaza per far conoscere al mondo esterno le vicende del Paese

Notizie pesanti su Alan Johnston, il corrispondente della BBC a Gaza sequestrato dal 12 marzo scorso: voci non confermate comunicano la sua uccisione da parte di un gruppo di militanti non meglio identificato.
La speranza è che sia senza fondamento, come ha ipotizzato il portavoce del ministero degli Interni palestinese Khaled Abu Hilal, che ha detto di "non ritenere credibile" l'avvenuta uccisione.
Intanto continuano a chiedere notizie sulla sua situazione i genitori, i colleghi, oltre a indagare su questa sparizione il governo britannico insieme all'Autorità Palestinese.
speriamo....

(fonti La Repubblica, BBC news)

giovedì 12 aprile 2007

Of hate, love and narratives

amore, odio e narrativa: così Ned spiega nel suo blog quale sia il motivo del conflitto israeliano-palestinese e come solo una soluzione di un unico stato (non due stati separati) con persone che godano degli stessi diritti sia possibile... ma solo quando si inizierà a raccontare la storia nel modo giusto ...
per il post completo (in inglese) clicca qui.

Emergency ritira temporaneamente lo staff internazionale dall'Afganistan

con un comunicato ufficiale, il personale internazionale di Emergency esce dall’Afganistan.
A seguito delle vergognose affermazioni del Sig. Amrullah Saleh, responsabile dei Servizi di Sicurezza afgani, che in una intervista a un quotidiano italiano ripresa dalla stampa internazionale ha definito Emergency una organizzazione che “fiancheggia i terroristi e persino gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan”, facciamo appello ai tanti cittadini afgani che hanno conosciuto il lavoro di Emergency nei Centri Chirurgici di Anabah, di Kabul, di Lashkargah, nel Centro medico e di Maternità del Panjsheer, nelle 25 Cliniche e Posti di Pronto Soccorso, nelle 6 Cliniche all’interno delle prigioni.
Dal 1999, le strutture sanitarie di Emergency hanno fornito assistenza gratuita e di alto livello a oltre 1.400.000 cittadini afgani. Facciamo appello a loro, alle loro famiglie, ai cittadini dell’Afghanistan perché si uniscano a noi nel ricordare al Governo afgano il carattere umanitario e neutrale del lavoro di Emergency in Afghanistan, volto a fornire cure a tutti, senza discriminazione politica, etnica, di genere, religiosa.
Il Governo afgano sta invece ricorrendo a ogni mezzo perché Emergency lasci l’Afghanistan: non solo con le terroristiche dichiarazioni di Amrullah Saleh - che suonano come un aperto invito a colpire la nostra organizzazione - ma anche attraverso la scandalosa e immotivata detenzione del capo del personale dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, che a nome di Emergency ha messo a rischio la propria vita per salvare quella altrui.
Oggi, 11 aprile 2007, Emergency é stata costretta a ritirare temporaneamente il proprio staff internazionale dall’Afghanistan per ragioni di sicurezza. Per il momento, le strutture sanitarie di Emergency continuano a funzionare grazie alla competenza e alla dedizione dello staff afgano.
Se in futuro le strutture di Emergency non saranno più in grado di fornire gli stessi servizi, sappiano i cittadini afgani che la responsabilità è interamente del loro Governo che ha gettato accuse infamanti sulla nostra organizzazione, mettendo a rischio la sicurezza dei nostri pazienti, del nostro staff afgano e internazionale.
Emergency continuerà ad essere vicina alle sofferenze del popolo afgano, a quei milioni di civili innocenti che da decenni subiscono la atrocità della guerra.
(fonte Emergency)
(in English)

mercoledì 11 aprile 2007

Prisoners or criminals?

un articolo di Amira Hass sulle condizioni dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane con una lucida analisi di questa politica di "due pesi e due misure" ...
the prevailing axiom is that the Palestinians are always "terrorists," even when they act against soldiers and not civilians. The companion axiom to this is that only on our side are there "soldiers," even when they are sent to act against an occupied civilian population.

(fonte Haaretz)

martedì 10 aprile 2007

the wall

un video (in inglese) realizzato da Alternative Information Center sugli effetti del muro di separazione su East Jerusalem, video disponibile su youtube ... alcune delle musiche sono dei miei amici Turab :-)

The Israeli Wall and Damage to East Jerusalem Palestinians

lunedì 9 aprile 2007

Israel doesn't want peace

non l'ho detto io ma un articolo di oggi di Gideon Levy pubblicato sul quotidiano israeliano Haaretz:
The world has been turned upside down and it is Israel that stands at the forefront of refusal.
(...) Israel makes a point of setting prerequisites and believes it has an exclusive right to do so. But, time and time again, Israel avoids the most basic prerequisite for any just peace - an end to the occupation. Of all the questions asked during his Passover interviews, no one bothered to ask Olmert why he didn't react with excitement to the recent Arab initiatives, without preconditions? The answer: real estate. The real estate of the settlements.
It's not only Olmert who is dragging his feet. A leading figure in the Labor party said last week that "it will take five to 10 years to recover from the trauma." Peace is now no more than a threatening wound, with no one still talking about the massive social benefits it would bring in development, security, freedom of movement in the region and by establishing a more just society.
(l'articolo completo qui)

domenica 8 aprile 2007

venerdì 6 aprile 2007

un'altra Pasqua

MARCIA DI PASQUA
Contenuti e obiettivi della Marcia di Pasqua:
La Marcia di Pasqua che si svolgerà a Roma l'8 aprile 2007 è stata promossa da Nessuno tocchi Caino, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Radicali Italiani per rafforzare, con un invito a tutte le cittadine e i cittadini a partecipare, l'impegno espresso dal Parlamento italiano all'unanimità e del Governo a presentare la risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale dell'ONU in corso e conquistare così un nuovo diritto umano e civile per l'umanità intera.
(fonte
Nessuno Tocchi Caino)

Contro la pena di morte nel mondo:

Per leggere il testo dell'appello clicca
qui.
Per firmare l'appello online clicca
qui.

giovedì 5 aprile 2007

Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi

Rahmatullah Hanefi, responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, è detenuto dal 20 marzo dai servizi di sicurezza afgani, senza che ci siano delle prove a suo carico: il suo aiuto potrebbe essere determinante per la liberazione di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Daniele Mastrogiacomo. Solo la Croce Rossa Internazionale è riuscita a vederlo in carcere ma i servizi di sicurezza afgani stanno apertamente agendo in maniera stile nei confronti di Emergency.
In un recente comunicato stampa Emergency ha affermato:
L’attività di Emergency in Afganistan non è intesa a compiacere qualche governo o qualche autorità, ma soltanto a rispondere ai bisogni di feriti e malati. Non è pertanto modificabile da circostanze esterne e ad essa non direttamente connesse. Questa attività, ovviamente, può avere luogo solo nelle condizioni che ne consentono lo svolgimento: non ha alcuna funzione simbolica o “di rappresentanza” che ne giustifichi la durata “comunque”. Si svolge grazie al sostegno di un gran numero di donatori che di null’altro ci incaricano che dell’impegno a salvare vite umane. Continueremo in queste attività finché saranno possibili, ma soltanto se saranno possibili. Se in Afganistan essere dipendenti di Emergency costituirà un inedito titolo di reato, non sarà possibile a Emergency continuare quella parte delle sue attività che si svolge in Afganistan. Vogliamo evitare questa situazione esclusivamente per la consapevolezza che l’assenza o la sospensione di questa onerosa attività sarebbe di grave, irrimediabile danno per feriti e malati.
Emergency chiede anche di firmare un appello (a cui abbiamo aderito già in più di 140mila) per chiedere al Governo italiano di impegnarsi per queste liberazioni.
Aderiamo all'appello!
Sign it!

mercoledì 4 aprile 2007

boicottare chi?

chi si permette di criticare Israele per la sua politica viene accusato di antisemitismo: intellettuali, accademici, filosofi, registi (Eyal Sivan -autore di Route 181, Noam Chomsky, Tony Kushner -che ha scritto la sceneggiatura di Munich, Tony Judt -storico, Tony Lerman -direttore dell' Institute for Jewish Policy Research), chiunque cerchi di analizzare la questione israeliano-palestinese con un'ottica critica viene accusato di antisemitismo, come se volesse negare l'Olocausto. Da molte parti si levano voci di protesta e di accusa e azioni popolari di boicottaggio contro Israele. Ma c'è un altro boicottaggio, che produce molte più vittime: quello del cosiddetto Quartetto che da gennaio 2006 ha bloccato i finanziamenti al governo palestinese.
Quale boicottaggio preferite?
qua di seguito alcuni stralci dell'articolo del regista e accademico israeliano Haim Bresheeth.

Over the last few months a campaign of vile propaganda has been waged, not for the first time, against liberal Jewish intellectuals who have angered the dominant Jewish communities of the main Western countries.
The charge? Anti-Semitism, no less. In different communities, an accusatory finger is pointed at those Jewish thinkers and artists who have dared to criticise Israel and its illogical, barbaric and counter- productive policies and actions. Anyone who strays from the simple line of full support for whatever Israel chooses to do, however infuriating, is tarred with the brush of anti-Semitism, used as a magical incantation against heretics outside the Zionist faith. (...)
While it may be permissible for intellectuals in some countries to criticise their governments, and it might even be enshrined within the democratic rights of self-expression and public speech, such a right apparently does not exist when discussing Israel. (...)
The cynical use and abuse of the events of the Holocaust seems to be the secret weapon of Israel and its Jewish (and non- Jewish) uncritical supporters. (...)
In many communities, Jews have realised that it is time to stand up and be counted, exactly because of the abuse of the Holocaust and its use in defending that that is indefensible. Many have joined the growing boycott of Israel -- the trade, academic and cultural boycotts -- as non-aggressive options for public and international action against Israel and its continued aggression against Palestine and other Arab countries. That is the real source of worry for organised Zionist institutions; this growing snowball is starting to move, at last, collecting force and momentum along the way and swaying public opinion in a number of countries against Israel and its uncritical protection by Western powers.
The results of such protest actions can be foreseen. We witnessed the growth of the anti-apartheid movement from a small group of radicals and activists to worldwide action that swept away the South African regime and its injustices. This is what Israel and its allies in crime fear most -- a genuine popular movement that will force international involvement in finding a peaceful and just solution to the conflict after all Western-led attempts have failed miserably due to their total commitment to the Israeli cause and their implicit support for the continued occupation and its iniquities.
While this popular boycott is gathering pace, and being attacked as anti-Semitic, another boycott has been very successfully applied for a whole year. Since January 2006, when democratically-run Palestinian elections produced large popular backing for Hamas, Israel and its Western allies -- the so-called "Quartet" -- have illegally boycotted Palestine and its government in every way possible. (...)
The Quartet boycott, which includes the UN, is illegal, like the preceding Afghanistan and Iraq fiascos, and as likely to produce the opposite results of those projected by its participants. It is also a boycott that is destructive, divisive, and which exposes the population of Palestine to shortages of food, medicine and funds to run their basic services, neither was it discussed nor voted upon by parliaments anywhere, or even publicly debated in a serious manner.

Which boycott do you prefer? Which is more likely to cause harm, and which is the one that may contribute to a future just solution and peaceful coexistence? Remembering South Africa is useful and spurious accusations of anti-Semitism should not prohibit rational and much-needed debate.

(qua l'articolo completo pubblicato su Al-Ahram Whose boycott is it anyway).

martedì 3 aprile 2007

Dutch-Palestinian Week, April 2-8

New ideas for civic initiatives between Dutch and Palestinian youth are being explored this week as part of the first Dutch-Palestinian Week, April 2-8.
Under the title, 'Youth are the future', a Dutch rapper is performing in a refugee camp in Bethlehem (West Bank) and in Sakhnin (northern Israel), and a graffiti artist will demonstrate his skills on the Separation Wall in Anata (north of Jerusalem).
Musica, arte e mondo giovanile: la cittadinanza attiva passa anche da qui!

(fonte Maannews)

domenica 1 aprile 2007

cogliere opportunità di pace

è quanto suggerisce Angela Merkel, cancelliere tedesco, al premier israeliano Olmert:
Israeliani e palestinesi non debbono perdere "l'opportunità" di far ripartire i negoziati, dopo che i Paesi arabi hanno rinnovato l'offerta di una pace con lo Stato ebraico confermando l'appoggio al piano saudita del 2002, la cosiddetta Iniziativa Araba, che prevede in cambio la restituzione di tutti i territori invasi da Israele durante la Guerra dei Sei Giorni, nel '67, e poi annessi unilateralmente. (...) "Attraversiamo un periodo in cui percepiamo che le cose si stanno muovendo", ha dichiarato la signora Merkel in un discorso all'Università Ebraica di Gerusalemme, dove ha ricevuto un dottorato 'honoris causa'. "C'é una finestra di opportunità", ha proseguito il cancelliere, in cui "il mondo arabo è pronto a parlare del conflitto mediorientale e delle sue soluzioni".
Da Ramallah, Abu Mazen rilancia ugualmente che Israele deve rispondere con "passi concreti all'iniziativa (di pace, ndr) lanciata dai Paesi arabi": il premier Olmert, che ha giudicato interessanti alcuni punti del piano saudita, ha riconosciuto al termine dell'incontro a Gerusalemme con il cancelliere tedesco che "Israele si trova di fronte a un incrocio cruciale in cui prendere importanti decisioni", e ha aggiunto: "Siamo in una fase nella quale, da un lato, ci sono minacce da affrontare mentre, dall'altro, esiste l'opportunità di far avanzare il processo diplomatico con i Paesi arabi".

(fonte la Repubblica 1 e 2)