martedì 31 ottobre 2006

Nablus


una splendida giornata di sole, un giorno davvero bello per andare a Nablus ... ovviamente con macchinona UN e collega che guida tra strade con villaggi arabi di fronte a settlement israeliani, colline di olivi e roccia dorata: Nablus è una città vivissima, vivace, con due campus universitari meravigliosi dotati di attrezzature moderne e di servizi per gli studenti (altrochè ...).
ma anche una prigione da cui, soprattutto i giovani sotto i 30 anni, non possono neanche uscire: con controlli da parte degli israeliani, un check-in in mezzo praticamente al fango, non credo che la vita sia tanto semplice in questo modo....

lunedì 30 ottobre 2006

quiz night

come poter mancare a un appuntamento così importante per Ramallah?
ogni lunedì sera al Grand Park Hotel di Ramallah, da dieci anni a questa parte, c'è la serata dedicata al Quiz: una serie di team, formati al max da 6 persone, competono rispondendo a domande di varia natura (cultura generale, sport, logica, storia, letteratura, scienze....) con modalità diverse (risposta aperta, scelta multipla, corrispondenza, risoluzione di test logico-matematici...), ovviamente ci sono punteggi differenziati a secondo della domanda e un max di tempo concesso per rispondere.
I team hanno le stesse domande e si compete tutti insieme nello stesso momento.
Il mio team si chiamava نكشة مخ
Abbiamo raggiunto un punteggio pari a 25 (i vincitori, due squadre a parimerito, hanno fatto 30).
Divertente anche se ovviamente mi dovevano tradurre tutto! e la cosa non era sempre facile!

PS: c'è anche la foto... ma mi si vede di spalle... :)))

A Fable about Palestine

Let's start with a story. Imagine that Africa has become rich and powerful, and that Euroope has become poor, divided and without real independence. Imagine next that, tired of being repeatedly massacred, the Tutsis decide to found a national home elsewhere. Certain of their leaders designate Wallonia, in Belgium, as that new home. Other Africans, to solve what some call the "Tutsi problem", approve of the project. Thus a flood of Tutsis pack up, weapons and all, and begin to settle in that region, while proclaiming that the people already living there have to go somewhere else. With their wealth, their determination and their weapons, the Tutsis rapidly manage to take possession of the farms, forests and towns and chase away most of the natives, either by legal means or by intimidation. A large part of Wallonia becomes a new Tutsi State, which boasts of being particularly well governed and democratic. All of Africa looks on in admiration.

Iniziamo con una storia: Immaginate che l'Africa sia diventata ricca e potente, e che l'Europa sia diventata povera, divisa e senza una reale indipendenza. Dopodichè, immaginate che i Tutsi, stanchi di essere ripetutamente massacrati, decidano di stabilire la propria nazione da un'altra parte. Alcuni dei loro leader stabiliscono che la nuova casa sia la Vallonia, in Belgio. Altri africani, per risolvere quello che viene chiamato "la questione dei Tutsi", approvano questo progetto. Quindi un gruppo di Tutsi si prepara, armi e bagagli, e comincia a colonizzare la regione mentre annuncia che le persone che vivono già lì devono andarsene da un'altra parte. Con la loro ricchezza, la loro determinazione e le loro armi, i Tutsi riescono rapidamente a impossessarsi di poderi, foreste e città e a cacciare via la maggior parte dei locali, sia in modo legale che con l'intimidazione. La maggior parte della Vallonia diventa il nuovo Stato dei Tutsi, che si vanta di essere particolarmente ben governato e democratico. Tutta l'Africa lo ammira.

un interessante articolo di Jean Bricmont, A Fable about Palestine

domenica 29 ottobre 2006

ikea


l'ho fatto...
domenica... tempo bruttino... perchè non andare all'ikea di Netanya (Israele)?
che poi tanto vicina non è... ma una domenica senza fare nulla, non va... e così dopo aver raccolto gli ordini dei vari amici palestinesi (bello questo! voglio il tavolino Lack! la libreria Billy ci starà nella Punto? meglio nera o bianca? anche un po' di candele, e un vaso da fiori, e utensili da cucina...), si va all'ikea che ovviamente è uguale a tutte le ikea del mondo a parte il fatto che c'è una specie di check in all'entrata, che mancano un sacco di cose, e all'uscita non si può arrivare con il carrello carico zeppo di cose alla macchina, ma lo lasci lì, vai a recuperare la macchina, devi entrare da un altro parcheggio con la sbarra dove ti chiedono di vedere lo scontrino (lo scontrino? e dove cavolo sarà finito adesso lo scontrino?) ....
paranoici.

sabato 28 ottobre 2006

l'albero

Proprio come un albero che vive in mezzo agli alberi mi sento quando giro per il mondo cerco di far sì che il vento non mi butti giù e di affondar le mie radici nel profondo ... senza mai scordare cosa sono da dove vengo e pure dove voglio andare con le mie radici belle salde nel terreno io coi rami io mi posso allontanare perché c'ho bisogno della terra sotto i piedi dove dare fondamenta alla speranza proprio come un albero mi adatto un poco a tutto basta solo un po' di clima di accoglienza no no no alla violenza non rivendico nessuna appartenenza tranne quella al mondo degli esseri viventi col diritto di affondare le radici sogno un universo dove ogni differenza sia la base per poter essere amici ....

venerdì 27 ottobre 2006

barbecue


giornata densa di appuntamenti: all'università di Betlemme, dove incontro alcuni del team (btw, l'università sembra quasi finbta tanto è linda, pulita, perfetta e ordinata, piccolina ma ricca di avvenimenti... un gioiellino, almeno per come si presenta...), poi ritono a Ramallah, in giro a fare la spesa con gli amici, spesa di carne, verdure, bevande, pane.. perchè stasera si fa il barbecue in terrazza! e mi hanno festeggiato proprio bene, con una lauta cena e tanto di fiori, torta al ciccolato, regali, dolcetti vari, musica....
shukran!!!! :)))))

giovedì 26 ottobre 2006

Zan


gira e rigira si finisce spesso lì... sarà per la sua atmosfera, per la musica carina, per il servizio che hanno (ormai i ragazzi che ci lavorano mi salutano per strada), per le birre e il cibo (non male)... ormai mi ci sono affezionata anche io!

mercoledì 25 ottobre 2006

sciopero insegnanti diverso da altri scioperi?

Un articolo abbastanza duro di Salman Muhammad (Professor of Physics and Nuclear Science) sullo sciopero degli insegnanti nelle scuole: secondo l'autore, infatti, bisognerebbe trovare una soluzione perchè almeno lo sciopero degli insegnanti possa cessare per evitare pesanti ricadute sul futuro della Palestina e sull'educazione dei ragazzi (fonte: Maan News Agency, Striking teachers should be dealt with separately from other striking workers).

martedì 24 ottobre 2006

Ramallah by night


lucine ovunque, aria di festa, i locali che tornano alla normalità (quindi menu "classico" e quelli che li hanno alcolici), gente in giro (ovviamente in mezzo alla strada, il marciapiede non lo usa nessuno)....
bello....

lunedì 23 ottobre 2006

PS: ....

.... è finito il Ramadan, è Eid! 3 giorni di festa (beh, io devo lavorare....)

I'm here!


adesso c'è! Google Map ha finalmente aggiunto le immagini satellitari di Ramallah (fino a qualche mese fa non c'erano) e ci sono anche io (insomma, più o meno)!
per la precisione sono qua, adesso non saprei riconoscere al volo la casa in cui sto ma è bello vedere Ramallah dall'alto ...

PS: thanks zio Andrea for your suggestion ...

domenica 22 ottobre 2006

This will be the worst Eid of my life

While Gazans should be preparing for the Eid Al Fitr, the fight for survival has become all the more pressing. A 46 year old English teacher, Majed Rashid, said, “There is no taste for this Eid, it's a sad Eid.” Rashid continued to speak candidly. “This will be the worst Eid of my life because we are facing the worst humanitarian situation yet. There are no salaries due to the siege imposed on us by the American administration. If you have children then you know what I mean. I don’t have enough money to buy new clothes, candies, toys and Edeyyah [money given to children at Eid] for my four kids.” Speaking from Gaza, the school teacher added, “We are living a miserable life full of hardships and obstacles. This Eid will be blinded by darkness as we suffer the lack of electricity since the Israelis bombed the only power plant which provides electricity to 45 percent of Gaza Strip residents.”
Mentre gli abitanti di Gaza si preparano per l'Eid Al Fitr, la lotta per la sopravvivenza è diventata sempre più pressante. Un insegnante di inglese di 46 anni, Majed Rashid, ha detto "Questo Eid non ha sapore, è un triste Eid". Ha poi continuato "Questo sarà il peggior Eid della mia vita perchè stiamo affrontando la peggiore situazione umanitaria. Non ci sono stipendi a causa dell'assedio impostoci dall'amministrazione americana. Se avete dei figli sapete cosa voglio dire. Non ho abbastanza soldi per comprare ai miei quattro figli vestiti nuovi, caramelle, giochi e Edeyyah [i soldi che vengono dati a i bambini durante Eid] ". Parlando da Gaza, l'insegnante di scuola ha aggiunto "Stiamo vivendo una vita misera piena di difficoltà e ostacoli. Questo Eid sarà oscurato dal buio perchè stiamo patendo la mancanza di elericità da quando gli israeliani hanno bombardato l'unica centrale che fornisce elettricità al 45% dei residenti nella Striscia di Gaza".
(Fonte: PNN Independent News Agency or Mann News Agency, This will be the worst Eid of my life. If you have children, you know what I mean di Yousef Alhelou in Gaza).
Al di là di questo, con una situazione che a Gaza è sicuramente la peggiore rispetto al resto della Palestina, i palestinesi tirano fuori ogni risorsa possibile perchè questo Eid non sia così triste e tutti i bimbi possano avere dolciumi e regali e le strade sono piene di gente che pregusta la prossima festa della fine del digiuno del Ramadan (v. Despite blockade, Eid Al Fitr business is up as Palestinians utilize the last of the savings, Record sales in Gaza: After months of going without, this will be an Eid to celebrate)

sabato 21 ottobre 2006

Chinese Iftar

sembra quasi impossibile ma a Ramallah c'è un ristorante cinese. La cosa strana non è il ristorante in sè (di ristoranti cinesi il mondo è pieno, perchè non a Ramallah?) quanto il fatto che tale ristorante NON sia gestito da cinesi ma da palestinesi che ne gestiscono anche un altro (di fronte) con cucina messicana (dal suggestivo nome Pollo Loco) (quindi io e amici palestinesi abbiamo ipotizzato che i proprietari siano due fratelli uno dei quali ha vissuto per un certo periodo in Cina, l'altro in Messico).
Insomma, lo spirito imprenditoriale palestinese ha fatto sì che si potesse aprire il Chinese House Restaurant (da notare il patacchino con Arafat e Abbas): e in questo periodo di Ramadan, quando la gente esce per andare a mangiare praticamente solo all'ora dell'Iftar (alle 17), questo ristorante organizza un Iftar a buffet con un inizio di insalate palestinesi e piatti principali cinesi (riso alla cantonese, noodles, svariati tipi di carne con verdure saltate nella soia, o con funghi, etc).

this is Ramallah....

venerdì 20 ottobre 2006

beautification


non è meraviglioso? l'accademia per la beautification? lì per lì, quando l'ho visto, ho letto beatification e in una frazione di secondo ho pensato a un'iniziativa per la beatificazione di qualcuno (o per insegnare la santità, si sa mai....)
ma vuoi mettere quanto renda di più una "Accademia dell'abbellimento"?
devo segnarmi anche questa (dopo il parrucchiere di fiducia... ;)


nb: il termine beautification in inglese viene usato in ambito architettonico e ambientale e ha un altro significato (v.
Wikipedia), ma ho notato che all'estero viene usato anche nel senso di abbellire un viso o una persona esteriormente (ma a me fa parecchio ridere... )

giovedì 19 ottobre 2006

scuole

lo sciopero va avanti: questo significa che le scuole pubbliche sono ancora chiuse e che ci sono parecchi bambini che stanno a casa e non fanno niente.
NABLUS - Iyyad and Majdi, 11-year-old boys from Nablus, could be expected to envy their friends and neighbors whose government schools have been on strike since September 1. This is not the case. Iyyad attends a school run by the United Nations Relief and Works Agency (UNRWA), the UN agency responsible for education and health services for refugees, and Majdi attends a private church school. Perhaps they are not aware of the far-reaching consequences of more than half a million students losing two months of school, but they do know very well that their friends and neighbors are simply dying of boredom. Iyyad's 14-year-old sister Hind attends a high school that is on strike (UNRWA runs only elementary schools). So what does she do all day? "Nothing," she replies. "I watch television a bit, I read a bit and I practice karate a bit." ("She has a brown belt," her father says proudly). "Mostly I get bored," she continues, "and I help mother in the house."
Nablus: Iyyad and Majdi, un ragazzo di 11 anni di Nablus dovrebbe invidiare i suoi amici e vicini le cui scuole sono in sciopero dal primo settembre. Non è il suo caso. Iyyad frequenta una scuola dell'UNRWA -Agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza e il lavoro ai rifugiati palestinesi nel Medio Oriente- e Majdi frequenta un scuola privata gestita dalla chiesa. Forse non sono consapevoli delle conseguenze a lungo termine di più di mezzo milione di studenti che stanno perdendo due mesi di scuola, ma sanno molto bene che amici e vicini si stanno semplicemente annoiando a morte. Hind, la quattordicenne sorella di Iyyad, frequenta una scuola superiore in sciopero (UNRWA ha solo scuole elementari). Quindi, che cosa fa tutto il giorno? "Niente," risponde "guardo un po' la tv, leggo un po' e faccio karate ("E' cintura marrone" mi dice con orgoglio suo padre). "Soprattutto mi annoio" continua "e aiuto mia madre in casa".
(fonte: Amira Hass su Ha'aretz, We don't get no education, la traduzione -sorry!- è mia).

mercoledì 18 ottobre 2006

donne

sono scese in piazza per protestare "calling for national unity and rejecting both the internal fighting and the siege imposed on Palestinian people and government" (chiedendo l'unità nazionale e rifiutando sia le lotte interne sia l'assedio imposto ai palestinesi e al governo, trad. mia).
(fonte Maan News Agency, Women's societies march in Ramallah, demanding formation of national unity government and an end to in-fighting)

martedì 17 ottobre 2006

Diari di viaggio - Bologna e Tahar Ben Jelloun


mi è molto piaciuto il documentario su Bologna vista con gli occhi di Tahar Ben Jelloun (su Rai Edu 2, nell'ambito di La storia siamo noi): i portici, i colli, l'università, la periferia, l'accoglienza e l'intercultura, l'incontro con i bambini di una scuola, la cineteca, le 2 torri, Guccini, Eco, i giovani ...
“Ci sono città che sono solo città: luoghi in cui fermarsi e dormire. Ci sono città fondate sul caso e la necessità, e città immense e sfibranti, e città semplici e oneste ... Ci sono città che si donano come donne private d’amore. E città che aprono le proprie porte e finestre affinché il vento spazzi via la polvere. Ci sono città segrete che aprono le proprie vesti con delicatezza ... Bologna è una di quelle città in cui la bellezza non si annoia mai: è là, senza arroganza, senza rumore; ci guarda e noi abbassiamo gli occhi” (da un
articolo di presentazione del progetto di film-documentario “Diari di viaggio. Viaggiatori del nuovo millennio a Bologna e in Emilia-Romagna” firmato da Nene Grignaffini e Francesco Conversano e prodotto da Movie Movie).

lunedì 16 ottobre 2006

in casa

oggi sono andata a casa di Omayya e della sua famiglia (grazie al fratello di suo marito Mustafa e alla sua famiglia), l'insegnante da cui ero già andata un po' di tempo fa: un bel gruppo di adulti e bambini, carichi di dolcetti, regalini, ovetti kinder, patatine per andare a fare bisboccia nel dopo Iftar.
Eravamo tutti visibilmente emozionati, mi hanno rimpinzato di tutto, the, frutta, dolci, patatine, sprite, biscotti, fatto foto, video (con la digitale nuova di Mustafa), giocato con le sorpresine degli ovetti, visto foto della famiglia di Omayya (che vorrebbe che andassi a conoscere ma non stanno a Ramallah), cercato di comunicare tra parole in inglese, italiano, arabo e molti sguardi.
Omayya è sempre la stessa ma mi è sembrata un po' giù: ha voglia di andare a lavorare, di fare esercizio (è insegnante di educazione fisica) e di non fare solo la mamma e la casalinga. Aveva il viso un po' spento anche se mi ha sorriso tutto il tempo e mi ha chiesto scusa per essere "più brutta"....
uffi ....

domenica 15 ottobre 2006

Wishah Popular Dance troupe


Spettacolo al Ramallah Cultural Palace del Wishah Popular Dance troupe, un gruppo di danza che lavora sul recupero delle danze popolari arabe e palestinesi inserendole però in contesti narrativi (per cui lo spettacolo non è solo danza ma anche storia... purtroppo per me, non capendo l'arabo, era alqanto difficile seguirne la trama!)
bello, carico, musiche e coreografie valide, vestiti deliziosi...

sabato 14 ottobre 2006

dalla finestra


mi sembrava di essere dentro un presepe, con la pastorella davanti alla finestra della sala da pranzo che portava in giro le sue capre...

venerdì 13 ottobre 2006

Premio Nobel per la PACE


Oggi è stato assegnato il premio Nobel per la pace a Muhammad Yunus e alla Grameen Bank (diviso in parti uguali) "for their efforts to create economic and social development from below" (per i loro sforzi di creare sviluppo economico e sociale dal basso).
La motivazione continua "Lasting peace can not be achieved unless large population groups find ways in which to break out of poverty. Micro-credit is one such means. Development from below also serves to advance democracy and human rights" (La pace duratura non può essere ottenuta a meno che larghe fasce della popolazione non trovino mezzi per uscire dalla povertà. Il microcredito è uno di questi mezzi).
"Nato nel 1940, Muhammad Yunus nel 1972 diventa capo del dipartimento economico dell'universita' di Chittagong e nel 1974 Yunus accompagna alcuni studenti in visita nelle zone più povere del Bangladesh, dove carestia e povertà uccidono milioni di persone. Quel viaggio cambia la sua vita e decide di dover fare qualcosa: presta 27 dollari a un gruppo di 40 donne che facevano cesti in bambù, in modo da consentire loro di espandere l'attivita' e di uscire dal giro degli usurai. Fu l'inizio della Grameen Bank, un sogno che andava in senso contrario a tutte le altre banche. La Grameen Bank avrebbe prestato denaro ai più poveri, e tra i più poveri ha scelto le donne, che in Bangladesh contano meno della terra che pestano. Persone che nella maggior parte dei casi non possedevano nulla e che quindi non potevano fornire garanzie sulla restituzione del denaro. Ma che raccolte in piccoli gruppi erano una forza, fosse anche solo quella della disperazione. Sono le donne che vedono i loro figli morire per colpa delle alluvioni, sono le donne quelle che lavorano tutto il giorno e la cui volontà è indistruttibile. Yunus le ha messe insieme, a gruppi di cinque, e ogni donna era la garanzia per il gruppo, insieme potevano affrontare i disagi di una (con gli uomini che si spaventavano per queste novità e per la loro indipendenza, i sacerdoti che vedevano nella Grameen Bank una minaccia alle tradizioni patriarcali).
Oggi la Banca dei poveri, anche se il suo nome significa la Banca dei villaggi, elargisce microprestiti a 6,6 milioni di "clienti" poveri. Ma sono nate centinaia le iniziative simili in tutto il mondo raggiungendo complessivamente 80milioni di persone. In Bangladesh, dati aggiornati a agosto 2006, conta 2.226 filiali e piu' di 18.000 dipendenti che arrivano praticamente in tutti i 70mila villaggi del Paese. E' il quarto istituto bancario del Bangladesh.
9 clienti su 10 sono donne e la percentuale di restituzione dei prestiti è del 98,85%, un sogno per le banche di stampo capitalistico.Questo ha fatto sì che dal 1995 la Grameen Bank non riceve più contributi da donatori, ma si finanzia unicamente con i depositi dei suoi azionisti, gli stessi beneficiari dei prestiti.
Dalla sua fondazione a oggi, tranne che per tre anni, è sempre stata in attivo, con un giro di soldi di 5,72 miliardi di dollari. Il prestito medio è di 309 dollari, il piu' alto mai concesso è stato di quasi 20mila, serviti al marito di una delle socie per acquistare un camion. I prestiti sono di quattro di tipi e hanno interessi diversi: 20% per chi ha un'attività produttiva, 8% per finalità abitative, 5% per gli studenti e senza interessi per i mendicanti. Non sono richieste garanzie patrimoniali, solo una promessa". (fonte: il blog di Jacopo Fo).
"il "sistema Yunus" ha provocato un cambiamento di mentalità anche all'interno della Banca Mondiale, che ha cominciato ad avviare progetti simili a quelli della Grameen. Il microcredito è diventato così uno degli strumenti di finanziamento usati in tutto il mondo per promuovere sviluppo economico e sociale, diffuso in oltre 100 nazioni in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all'Uganda. "In Bangladesh, dove non funziona nulla - ha detto una volta Yunus - il microcredito funziona come un orologio svizzero". (fonte: la Repubblica)
il mondo si può cambiare, si può portare la pace partendo da soluzioni trasversali che cambiano il modo di vedere le cose, senza attaccare, senza intervento militare, senza scontri tra culture o nel territorio... dobbiamo solo avere il coraggio di fare quello che può sembrare impossibile...

Gaza

L'inchiesta di Flaviano Masella e Maurizio Torrealta su Rai News 24 "GAZA. FERITE INSPIEGABILI E NUOVE ARMI": articolo, video, foto, approfondimenti (compreso un articolo pubblicato su Ha'aretz), orari della messa in onda.

"
GAZA. INEXPLICABLE WOUNDS AND NEW WEAPONS" edited by Flaviano Masella and Maurizio Torrealta for Rai News 24: an article, video, foto, more information (Ha'aretz article), time of bradcasting on Rai News 24 channel.

giovedì 12 ottobre 2006

Things go better with rights

un articolo di Zahi Khouri (Chairman and CEO of the National Beverage Company/Coca-Cola in Palestine) pubblicato sul The Wall Street Journal il 30 settembre 2006.

"Our humanitarian crisis is not the result of a natural catastrophe. There was no tsunami, earthquake or drought. We helped to build nations. We have the natural resources and human capital to build a thriving, stable Palestinian economy as well. We do not need international handouts. We need the free movement of people and goods. We need unrestricted gateways between the occupied Palestinian territory and the rest of the world. American policy makers have tremendous influence with Israel. They should use it to insist on freedom of movement of people and goods, and to maintain access for Palestinian Americans and Palestinians with other foreign passports to continue to play a role in economic development. A vibrant Palestinian economy serves the interests of all -- Palestinians, Israelis and Americans."

mercoledì 11 ottobre 2006

Iftar

oggi siamo andati all'Iftar (il pasto che rompe il digiuno ramadanico) al ristorante Darna: ci siamo presentati alle 17 per vedere come funzionava. C'erano già parecchie persone, soprattutto gruppi familiari o di amici con tavolate da 20 persone.
Ci hanno dato un tavolo già pronto con alcune "salads" (un paio a base di pomodori, cetrioli, rucola, menta, prezzemolo, cipolla, in dosi variabili, poi l'hummus, il muttabal -o baba ghanoush) e bevande varie (acqua, aranciata, bevanda di carruba).
Al canto della preghiera che annuncia l'inizio del tramonto si può iniziare a mangiare: per tradizione abbiamo cominciato con un dattero. Era stato allestito un buffet con una quindicina circa di piatti principali a base di carne (manzo, agnello, montone, pollo) o pesce (orata) cucinati in vari modi e accompagnati da riso o burgul e da verdure (cavolfiore, patate, carote...). Non siamo risuciti ovviamente ad assaggiare tutto, sembrava di essere a un matrimonio (ai dolci non ci siamo neanche arrivati!).
Caffè al cardamomo e nargilè hanno completato il tutto...
poi via a Tel Aviv, ad accompagnare "la strana coppia" all'aereoporto per la loro partenza....

... sigh ...

martedì 10 ottobre 2006

ristorante etiope


oggi siamo venuti a Jerusalem per un ultimo giro prima della partenza del mio collega e ne abbiamo approfittato per mangiare qua: per cambiare un po', siamo andati in un ristorante etiope e ne siamo stati molto contenti (ottima cucina, a volte un po' piccante, e l'
enjera (un pane spugnoso, grande e sottile) è davvero particolare, anche il fatto di mangiare da un unico piatto di enjera su cui appoggiare le carne e le verdure è molto piacevole).
Poi ritorno a Ramallah per un
arak allo Zan e chiacchiere....

lunedì 9 ottobre 2006

saloon

uno dei nostri vicini di casa, che stasera stava fumando il narghilè nel cortile davanti casa con un amico, è un parrucchiere: Firas Saloon a Ramallah, per lo meno dal biglietto da visita, ha l'aria di essere un gran bel posto. Firas, il vicino, ha studiato anche un anno a Roma (una quindicina di anni fa), se non è rimasto fermo alle pettinature anni '90 quasi quasi ci faccio un salto per una messa in piega (ha detto che non mi fa pagare....)

domenica 8 ottobre 2006

Nimrod fortress & Dead Sea


continuiamo il giro visitando la
fortezza di Nimrod (sempre nel Golan), fortificazione eretta dagli arabi nel 1229, utilizzata poi da Crociati, fino all'abbandono per perdita di importanza strategica (a parte l'utilizzo durante la guerra dei sei giorni nel 1967), circondati da gruppi di scout israeliani chiassosi e vacanzieri.
Poi decidiamo di tornare a casa ma al tramonto deviamo per un bagnetto e relativi fanghi nel Mar Morto... che delizia!
serata tranquilla, che stanchezza...

the Occupied Golan Heights

le alture del Golan sono un territorio che era della Siria e che nel 1967, durante la guerra dei sei giorni, è stato invaso e occupato da Israele. I nuovi confini di Israele nel Golan non sono stati riconosciuti dalla comunità internazionale: dal 1974 è presente un'unità dell'UNDOF (the United Nations Disengagement Observer Force) di circa un migliaio di UN peacekeapers per controllare e mantenere il cessate il fuoco (che permane dal 1974) tra Siria e Israele con un'area di separazione nota come UNDOF Zone.
Nel 1967 la strategia militare degli israeliani ha fatto sì che quasi tutti gli insediamenti degli arabi siriani venissero rasi al suolo, ad eccezione di 6 villaggi (poi diventati 5): di una popolazione di 130.000 abitanti ne rimasero poco più di 6.000, il resto evacuati. Ciò ha dato il "diritto" agli israeliani di iniziare immediatamente la costruzione di numerose e ordinate colonie "perchè abbiamo trovato il territorio abbandonato, evacuato" (la strategia di radere al suolo i villaggi, cambiarne nome, creare zone abitate di stile israeliano in cui insediare ebrei anche emigrati dai paesi dell'est è la più usata) Inoltre molti campi sono stati recintati e minati in modo che a nessuno venga voglia di costruire qualcosa o utilizzarli (ci sono state una sessantina di vittime, tra morti e feriti). Tuttavia, la popolazione attuale del Golan è di circa 36.000 persone (19.000 israeliani in 34 settlements e 17.000 siriani a maggioranza drusa).
Questo ci racconta Sulman (che ci ha affittato la camera), che lavora alla Golan For Development, quando, dopo un'abbondante colazione (pane, uova sode, humus, pomodori, cetrioli, formaggi vari, infuso di salvia...), siamo andati con lui prima alla fondazione (dove ci ha dato informazioni varie sulle attività e i servizi offerti), poi ci ha portato a vedere la Valle delle grida (o delle lacrime) un posto nella parte tra il supposto confine israele-siria separato da circa un km inattraversabile (la UNDOF Zone), dove le famiglie da una parte e dall'altra si vedono e parlano col megafono a distanza o festeggiano matrimoni, ricorrenze, etc o comunque è la zona della separazione per chi, ad esempio, varca il confine per andare in Siria e non potrà mai più tornare indietro (v. il film La sposa siriana).
Poi abbiamo salutato Salman e siamo andati a veder un laghetto lì vicino, in un groviglio di campi di meli e peschi e vigneti... in primavera deve essere molto bello e verde, ora era tutto un po' secco ma pieno di mele!


PS: non riesco ad aggiungere alcuna foto a questo post... ma perchè?

sabato 7 ottobre 2006

Majdal Shams

beh, la sensazione di essere in un luogo molto particolare ce l'abbiamo da quando girando per le strade del Golan vediamo intere zone completamente disabitate accanto a cittadine ma soprattutto a colonie israeliane.... presto però è buio e arriviamo a Majdal Shams: il villaggio è sulle pendici del Monte Hermon, è un villaggio siriano, sì, siriano perchè la Regione del Golan non è propriamente israeliana ma si tratta di territori occupati (The Occupied Golan Heights). La casa dove andiamo noi (dopo esilaranti telefonate col proprietario Salman, conosciuto da tutti in paese ma che stava lavorando e non poteva passare a prenderci subito) è a circa 1200 mt di altitudine con una bella vista sul villaggio e sul confine siriano (vabbe', confine, in realta' noi saremmo gia' in Siria..) La città è un reticolo di strade che salgono e scendono, c'è una forma di struscio tra le macchine di maragli (alettoni e lucette, finestrino giu' e paglia in bocca) e di belle niocche che viaggiano a coppie sbirciando nei finestrini. Qua niente velo, molta libertà, e solo i drusi vestiti di nero si notano in un paese che potrebbe benissimo essere occidentale (qua maggiori informazioni sui drusi, in inglese).
I drusi sono una comunità islamica di tipo esoterico che crede nella trasmigrazione delle anime: sono "chiusi" e i loro dogmi vengono rivelati solo agli iniziati (che pare, però, che possano essere solo drusi di nascita, difficilmente ci si può convertire). Si vestono di nero con copricapo bianco, gli uomini hanno pantaloni molto belli, larghi e sbuffanti fino al ginocchio, poi stretti, e una giacca corta senza collo, le donne gonna e maglia nera e un velo bianco in testa (ma solo appoggiato).
Dopo una cena semplice, andiamo a casa, due chiacchiere col padrone e giochi con una dei figli e poi a nanna.
(la foto è presa dal sito del Golan Development)

il Lago di Tiberiade



gita fuori porta: si va al Lago di Tiberiade (conosciuto anche come Mar di Galilea o Lago di Genezaret o di Kinneret... il che la dice lunga sulla splendida convivenza tra i popoli di questa nazione), io, il mio collega e un suo amico che sta facendosi un giretto tra Giordania, Egitto e Israele.
La strada scorre tra il deserto roccioso, alla nostra destra il fiume Giordano e il confine con la Giordania: molto arido, del fiume non c'è praticamente traccia, solo a volte qualche campo coltivato (degli israeliani) e palmeti e bananeti.
Il lago è abbastanza grandino, quasi tutte le spiagge di sassi sono a pagamento ma riusciamo a trovarne una libera per fare un bagnetto nel pomeriggio (fuori ci sono 35 gradi): nel complesso, però, questo posto non ci entusiasma più di tanto per cui pensiamo di andare via verso altre mete quando ci ricordiamo delle Alture del Golan e di amici cooperanti che ci sono già stati. Una telefonata e via, su nel Golan.
Vogliamo andare a Majdal Shams, villaggio abitato dai drusi.

venerdì 6 ottobre 2006

education in Palestine

il numero di ottobre di This week in Palestine è interamente dedicato all'educazione: e lo sciopero va avanti...

giovedì 5 ottobre 2006

Ramadan

che cosa significa il Ramadan a Ramallah? beh, in effetti posso dire come funziona qua, una città palestinese con una situazione particolare...
Il Ramadan è il nono mese dell'anno secondo il calendario musulmano. È il mese dell'anno nel quale, secondo la tradizione islamica, è iniziata la rivelazione del Corano. Per i fedeli musulmani è il mese della preghiera islamica e della meditazione. Dato che il calendario musulmano è composto da 354 o 355 giorni, il mese di Ramadan di anno in anno cambia tutte le stagioni.
Il digiuno (sawm) durante tale mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà sarebbe kāfir, colpevole cioè di empietà massima e dirimente dalla condizione di musulmano. Nel corso del mese di Ramadān infatti i musulmani praticanti debbono astenersi - dall'alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali.

Quando tramonta il sole il digiuno viene tradizionalmente rotto con un dattero o un bicchiere d'acqua e ha inizio l'Iftar, la cena serale che spesso viene fatta in comunità o tra famiglie e che può prolungarsi per tutta la notte.
(cfr Wikipedia, Sufi)
ovviamente tutta la vita economica e sociale è condizionata dal Ramadan: orari di apertura/chiusura di negozi, bar e ristoranti, vendita di alcolici, gli stessi menù dei ristoranti cambiano e propongono piatti diversi, dal tramonto in poi c'è poca gente in giro per la città (per riprendere però dopo qualche ora), i ritmi del lavoro sono legati all'Iftar (quando quindi non si può lavorare. Tra l'altro l'orario dell'Iftar cambia di qualche minuti ogni giorno, adeguandosi al fatt che le giornate si accorciano sempre più.
E' anche vero che a Ramallah ci sono moltissime persone non-praticanti e anche di famiglia cristiana: persone che quindi non fanno Ramadan. Quindi ci sono eccezioni rispetto a negozi aperti/chiusi, alla vendita di alcolici, a ritmi di lavoro "regolari" anche se c'è un forte senso di rispetto nei confronti di chi, a fatica (io dico che fare digiuno totale per così tante ore, senza neanche bere un goccio d'acqua... beh, non so se i cristiani sarebbero capaci di fare un digiuno di questo tipo), fa Ramadan (quindi a pranzo chi mangia lo fa a casa sua!)

mercoledì 4 ottobre 2006

indovinello


che frutto è? sono passata dal mercato e faceva un profumo incredibile, ma non riesco a definire bene di cosa (frutto della passione, papaya, pesca, melone) ... comunque ne volevo prendere un paio (le confezioni erano da circa due kg) e invece me li ha regalati il fruttivendolo... buonissimo! ha la consistenza di una pesca (anche la buccia è simile), all'interno ha piccoli semi tipo la papaya... ops, forse è una varietà di papaya? ma perchè non l'ho chiesto direttamente al fruttivendolo come si chiama???
allora, chi mi aiuta?

Not an internal Palestinian matter

"The experiment was a success: The Palestinians are killing each other. They are behaving as expected at the end of the extended experiment called "what happens when you imprison 1.3 million human beings in an enclosed space like battery hens."
un'altro articolo di Amira Hass. da leggere.

martedì 3 ottobre 2006

partita



...non di calcio, ma son partita davvero e di nuovo per Ramallah, un simpatico volo dell'Alitalia (poca professionalità, nessun paragone con l'Austrian, ma comunque tutto bene).
Viaggio tranquillo, nessun problema al Ben Gurion dove mi han timbrato il passaporto in 2 minuti, il mio collega Claudio mi è venuto a recuperare, distrutto dopo 5 giorni di incontri con Università e UNDP (c'era una mission di senior dell'Unibo), solita casa dell'altra volta, ho cambiato stanza e bagno (e ovviamente le faccio vedere: notare che il bagno ha il bidet, e poi dicono che sono evoluti i nostri amici europei...), usciamo a cena alle 7 allo Stones (focaccia italiana) e alle 8,40 sono già a nanna....

lunedì 2 ottobre 2006

devo fare la...

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domenica 1 ottobre 2006

oggi sposi!!!!


che belli! che emozione! che commozione! che felicità!
un bellissimo matrimonio, le bimbe estasiate per la zia e lo zio, una bella festa, allegra e divertente, le decorazioni stupende (!!!!), abbiamo mangiato benissimo all'agriturismo... perfetto!