venerdì 30 gennaio 2009

Every family has a story, here are some of them

There are many stories. Each account -- each murdered individual, each wounded person, each burned-out and broken house, each shattered window, trashed kitchen, strewn item of clothing, bedroom turned upside down, bullet and shelling hole in walls, offensive Israeli army graffiti -- is important. (...)

fonte
Eva Bartlett for EI

martedì 27 gennaio 2009

Giornata della memoria



Legge 20 luglio 2000, n. 211
Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti

Art. 1.1.
La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Auschwitz fu il più grande campo di sterminio. Si calcola che solo in quel luogo vennero uccise fino a un milione e 300mila persone, il 90% delle quali ebree. I nazisti perseguitarono, oltre agli ebrei, anche zingari, serbi, testimoni di Geova, omosessuali, oppositori al regime di tutte le nazionalità, delinquenti abituali, slavi, malati di mente, disabili, mendicanti e vagabondi. (da Melitonline)

sabato 24 gennaio 2009

The next step

Not since the summer of 1967 have we had such a uniform, brainwashed chorus - and back then it was not so nationalist and bestial, insensitive and blind. But now, as the dust clears over the ruins and there are not enough bandages to cover all the wounds; with the cemeteries full and the hospitals bursting; as the cripples, the incapacitated, the amputees, the traumatized and the bereaved, the thousands of wounded and tens of thousands of newly homeless try helplessly to rehabilitate whatever they can, the time has come to respond and say what can be done. Now it is time to elaborate on the alternative to the cruelest and most brutal war in Israel's history, and one of the most unnecessary. (...)

fonte Gideon Levy, Haaretz

domenica 18 gennaio 2009

The IDF has no mercy for the children in Gaza nursery schools

A significant majority of the children killed in Gaza did not die because they were used as human shields or because they worked for Hamas. They were killed because the IDF bombed, shelled or fired at them, their families or their apartment buildings. That is why the blood of Gaza's children is on our hands, not on Hamas' hands, and we will never be able to escape that responsibility.

The children of Gaza who survive this war will remember it. It is enough to watch Nazareth-born Juliano Mer Khamis' wonderful movie "Arna's Children" to understand what thrives amid the blood and ruin we are leaving behind. The film shows the children of Jenin - who have seen less horror than those of Gaza - growing up to be fighters and suicide bombers.

A child who has seen his house destroyed, his brother killed and his father humiliated will not forgive.

fonte Gideon Levy, Haaretz

giovedì 15 gennaio 2009


El Desierto

He venido al desierto pa' reirme de tu amor
Que el desierto es más tierno y la espina besa mejor

He venido a este centro de la nada pa' gritar,
Que tú nunca mereciste lo que tanto quise dar...

He venido yo corriendo, olvidándome de ti,
Dame un beso pajarillo no te asustes colibrí

He venido encendida al desierto pa' quemar,
Porque el alma prende fuego cuando deja de amar

Lhasa De Sela

... già un anno è passato ...

domenica 11 gennaio 2009

Gaza: delegazione Ue torna in Egitto

''Forzando la volonta' delle autorita' israeliane, che fino all'ultimo non volevano lasciarci passare'', una delegazione del Parlamento Europeo, guidata dalla vicepresidente Luisa Morgantini piu' il senatore italiano Alberto Maritati, e' entrata oggi dall'Egitto nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah e vi si e' trattenuta per circa due ore.
''Siamo rimasti piu' o meno per la durata della tregua - ha detto al telefono Morgantini all'Ansa - che non e' stata neppure rispettata perche' bombe degli aerei israeliani sono cadute a poche centinaia di metri dall'edificio dell'Onu nel quale eravamo''.
Morgantini
e Maritati, in contatto attraverso sms con l'Ansa del Cairo, hanno fornito dettagli della visita quasi minuto per minuto, da quando il pullmino dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l'Unrwa, ha preso a bordo la delegazione accompagnandola nel settore palestinese della citta' di confine di Rafah. Mentre erano negli uffici Unrwa sono cadute alcune bombe lanciate dai caccia israeliani, a meno di un chilometro: ''La gente corre in preda al terrore e urlando, forse per sfogare la paura'', ha scritto Maritati in uno degli sms. In un altro di Morgantini: ''Abbiamo fatto in tempo a vedere la distruzione provocata dalle bombe, case rase al suolo, auto, macerie dappertutto, anche accanto alla scuola dell'Unrwa, che e' stata pure danneggiata''.
Morgantini
ha poi affermato che l'Unrwa ha ''pochissimo da distribuire: una confezione di pannolini per bambini e' stata divisa in singoli pacchetti, perche' non ce n'e' abbastanza. Cosi' come manca il latte in polvere. Non bisogna dimenticare che la popolazione della Striscia e' di circa un milione e mezzo di persone e i soccorsi arrivati non bastano''.
I tunnel che i bombardamenti israeliani distruggono - ha rilevato - se e' vero che permettevano di portare armi, consentivano anche un'economia di sopravvivenza nella Striscia, i cui passaggi sono bloccati da cosi' tanto tempo''.
''Questa guerra e' una follia piu' grave di altre perche' i due avversari si combattono in uno scontro impari - ha detto Maritati - in mezzo alle case e gente e bambini che muoiono in continuazione. La comunita' internazionale non puo' rimanere ferma a guardare''. Morgantini ha confermato che al rientro a Strasburgo i dati raccolti nella visita saranno riferiti al parlamento europeo ''perche' il mondo sappia che cosa sta veramente succedendo''.

fonte Ansa

venerdì 9 gennaio 2009

Latest strikes target family homes - Official toll reaches 781

In 110 ammassati in una casa e bombardati
l'Onu denuncia il massacro di 30 civili
Ammassati in casa e poi bombardati. Sono morti così almeno una trentina di palestinesi in un'unica casa a Zeitoun, quartiere a sud di Gaza City. "Uno dei più gravi episodi dall'inizio delle operazioni", denunciano le Nazioni Unite. Le vittime del bombardamento del quartiere arriverebbero almeno a cinquanta. Tra le macerie si cercano ancora decine di dispersi, secondo i soccorritori il bilancio è destinato a salire.

fonte La Repubblica

UN: Israeli troops concentrated Gazans in one building before killing them
The United Nations has collected witness testimony indicating that Israeli forces shelled a house in which Israeli troops had crowded 110 Palestinians a day earlier in the Zaytoun neighborhood of Gaza City.

from Ma'an News Agency

giovedì 8 gennaio 2009

Lucky my parents aren't alive to see this

"My parents despised all their everyday activities - stirring sugar into coffee, washing the dishes, standing at a crosswalk - when in their mind's eye they saw, based on their personal experience, the terror in the eyes of children, the desperation of mothers who could not protect their young ones, the moment when a huge explosion dropped a house on top of its inhabitants and a smart bomb struck down entire families."

fonte Amira Hass, Haaretz

lunedì 5 gennaio 2009

Wounded Gaza family lay bleeding for 20 hours

"I keep the children away from the windows because the F-16s are in the air; I forbid them to play below because it's dangerous. They're bombing us from the sea and from the east, they're bombing us from the air. When the telephone works, people tell us about relatives or friends who were killed. My wife cries all the time. At night she hugs the children and cries. It's cold and the windows are open; there's fire and smoke in open areas; at home there's no water, no electricity, no heating gas. And you [the Israelis] say there's no humanitarian crisis in Gaza. Tell me, are you normal?"

fonte Amira Hass, l'articolo è disponibile su Haaretz

giovedì 1 gennaio 2009

L'anno nuovo

Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.

Gianni Rodari

... e buon anno a tutti!