martedì 17 aprile 2007

ulivi

La pace tra israeliani e palestinesi attraverso la cooperazione economica e produttiva. Parte domani una delegazione pugliese, guidata dalla Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce, che in Terra Santa farà visita a diverse cooperative nelle aree di Betlemme e Nazareth, gestite da artigiani e agricoltori israeliani e palestinesi. La visita rientra fra le attività del progetto "Olivo: coltura e cultura del Mediterraneo", promosso dalla Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce e finanziato dall'Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia e dall'Assessorato alla Pace della Provincia di Lecce. L'ulivo, risorsa economica e al tempo stesso emblema culturale nei tre territori, è l'elemento su cui ruota il progetto, che si muove lungo l'approccio del reciproco scambio fra Puglia e Terra Santa: i nostri esperti forniranno esperienza e capacità nell'ambito della valorizzazione e promozione dei prodotti agricoli e artigianali, mentre israeliani e palestinesi ci restituiranno esperienze e capacità che nelle nostre terre sembrano ormai dimenticate, come le produzioni di artigianato in legno d'ulivo e di prodotti cosmetici in olio d'oliva. Oltre a questo lavoro sul terreno della produzione, il progetto promuoverà, nei mesi a venire, una serie di collaborazioni tra le due sponde nord e sud del Mediterraneo, a diversi livelli, Nel mese di giugno, quindi, questi rapporti saranno consolidati e formalizzati, nel corso della visita che una delegazione mista israelo-palestinese restituirà nel territorio pugliese.
"Quello che riteniamo importante", ha dichiarato Carlo Mileti, presidente della Cooperativa Commercio Equo e Solidale di Lecce, "è valorizzare queste piccole esperienze di cooperazione tra israeliani e palestinesi. Al di là delle dichiarazioni di principio delle varie istituzioni, infatti, le forme di vera collaborazione tra le due parti vanno scemando sempre di più. L'esperienza di queste cooperative di produzione, quindi, ci sta a dire che strade di dialogo e di confronto sono possibili, e che le piccole reti di economia solidale, in questa fase storica, rappresentano un significativo punto di riferimento per sperimentare prassi di convivenza pacifica tra due popoli in guerra che vivono sulla stessa terra. La società civile pugliese tutta, in questo processo, può e deve fare la sua parte".


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