Oggi sono andata con un'amica che faceva un workshop di musica all'Al-Ama'ri refugee Camp (campi per rifugiati) di Ramallah: un gruppo di bambini tra i 6 e i 12 anni con cui abbiamo suonato, cantato, giocato, fatto foto (vedersi nella macchina digitale era motivo d'orgoglio) per un paio d'ore senza praticamente poter comunicare se non a gesti e sorrisi... ma la cosa ha funzionato benissimo, non riuscivamo più ad andare via, mi tenevano per mano per poter fare il girotondo e volare in alto con il sorriso stampato sulla faccia.
Non posso descrivere a parole le sensazioni che ho vissuto ma sono state molto intense ... e neanche le condizioni di vita in questo campo, piccola città nella città, o le storie personali dei bambini, la maggior parte dei quali orfani ... aggiungerò qualche foto nella mia galleria prossimamente.
Per comprendere meglio la situazione dei campi rifugiati palestinesi (che sono in Palestina, Libano, Giordania e Siria, 59 campi per un totale di 4 milioni e 400mila rifugiati registrati) e che hanno una speciale Agenzia dell'ONU che si occupa solo di questi, la UNRWA, United Nation Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East, fornendo servizi educativi, sociali, medici, di microcredito, potete leggere qua (in inglese).
venerdì 1 giugno 2007
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2 commenti:
Cara prof, che bella cosa sta facendo.
i bambini segnano la nostra vita... sempre... io lo sperimento da anni.
Molto lo devo proprio ad ogni bambino che ho incontrato.
Complimenti Prof.ssa.
Credo che ritornerà carica di esperienze gratificanti.
Danilo.
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