giovedì 22 giugno 2006

it is best that the Palestinians remain extremists

"On the contrary, it is best that the Palestinians remain extremists because then no one will ask the government of Israel to negotiate with them. How do we ensure that the Palestinians remain radical? We simply strike at them, over and over, via assassinations and incessant bombings, until they drive any thought of supporting a peace policy out of their minds."

Al contrario, è meglio che i palestinesi restino estremisti perchè così nessuno chiederà a Israele di negoziare con loro: E come possiamo far sì che restino radicali? Colpiamoli di continuo con omicidi e bombardamenti, finchè non si tolgono dalla testa qualsiasi idea di appoggare una politica di pace. (trad. di N.M. su Internazionale 646, 16 giugno 2006, pag.4).

Questo articolo di Danny Rubinstein, uscito su Ha'aretz (quotidiano israeliano), mi sembra esemplificativo rispetto al conflitto israeliano-palestinese: non voglio giustificare la violenza o gli atti di terrorismo, ma cercare di capire perchè si possa arrivare a compierli. Perchè la violenza che genera violenza non potrà mai portare a nessun dialogo, nè dall'una nè dall'altra parte.

1 commento:

Anonimo ha detto...

All fine degli anni '70 mio zio si recò in Palestina, a Gerusalemme con un viaggio organizzato dalla curia, credo, visto che è prete. Tornò con una visione completamente capovolta della cosiddetta "crisi" israelo-palestinese. Vide la povertà e le condizioni di vita dei palestinesi e le confrontò con quelle degli israeliani; le confrontò anche con le convinzioni che aveva avuto fino ad allora. E cominciò a parteggiare, se così si può dire, per i palestinesi. O quanto meno cominciò da lì a capire quali sono le loro ragioni. Da qui, dalla nostra "postazione" privilegiata è molto difficile capire e farsi un'idea che non sia generica e approssimativa. Questo tuo blog, elena, mi sta insegnando un sacco di cose.
Ciao mbciù
Carla