martedì 20 giugno 2006

Hanthala


se vi è mai capitato di vedere l'immagine di questo bambino di spalle, scalzo, lacero e spelacchiato, che non mostra mai il viso, volta le spalle al lettore e non distoglie invece mai lo sguardo dalle vicissitudini della sua gente... beh, questo è Hanthala (o Handala: Al-Handal è un'erba selvatica comune in Medioriente, molto spinosa e dai frutti di sapore amaro; e Handala è un bambino che conosce l'amarezza dell'esilio, della negazione, dell'abbandono, del tradimento... ), creato dal fumettista Naji al-Ali, voce narrante, testimone della storia, è la coscienza del suo autore, è l'autore stesso che rifiuta di crescere per conservare quanto più vivido e doloroso il ricordo del giorno in cui, a dieci anni, scacciato dalla sua casa, privato di ogni cosa, fu costretto a vivere in una tenda nel campo profughi di Ain al-Helwa, lontano dalla Palestina.
"La gente è turbata dal mio aspetto. A cosa sto pensando? Sono arrabbiato? Sono triste? Sono intento ad osservare profondamente? Oppure sono semplicemente un altro vigliacco che sta a guardare senza avere il coraggio di opporsi all'oppressione? Qui sta il trucco, perché tu [lettore] sei Handala: il tuo modo di guardarlo riflette come sei tu in realtà".

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