domenica 25 febbraio 2007

Hebron/el Khalil

Gita a Hebron o, in arabo, el Khalil (amico, riferito ad Abramo in quanto amico di Dio): si va coi mezzi pubblici, nonostante la distanza non sia in realtà così grande ci vogliono un paio d'ore (non si possono utilizzare le strade più veloci riservate agli israeliani ma solo strade secondarie).
La città è famosa per le sue uve (mandate a Betlemme per la produzione di vino) , per le fabbriche di ceramiche e vetri, e per la presenza della Tomba dei Patriarchi (o Grotta di Machpelah), un luogo sacro a ebrei, cristiani e musulmani perchè qui la tradizione vuole che siano sepolti Abramo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lea.
Sulla grotta è stata edificata una moschea, l’Haram el-Khalil, che nel corso dei secoli è stata una sinagoga, poi una moschea, quindi una basilica cristiana e infine ancora una moschea, ma solo a metà: infatti una parte è una moschea e un'altra è una sinagoga (quindi accessi differenti alle tombe).

La storia di Hebron è un susseguirsi di lotte sanguinose tra ebrei e musulmani all'interno della città stessa: allo stato attuale, una parte della città vecchia è abitata da coloni israeliani, Hebron è divisa in due zone distinte e separate con la presenza continua di forze militari armate israeliane, che controllano gli accessi alle zone e alla Tomba dei patriarchi, e di un "contingente" disarmato di osservatori delle Nazioni Unite (tra cui anche carabinieri italiani), la TIPH - the Temporary International Presence in Hebron (TIPH) - che ha lo scopo di osservare/monitorare la situazione della città (senza poter intervenire) e le relazioni tra palestinesi e israeliani. La TIPH è stata stabilita nel 1994 dopo i fatti del 25 febbraio 1994 (quale coincidenza mi ha fatto andare a Hebron il 25 febbraio?) quando un colono israeliano entrò nella moschea e uccise 29 musulmani.
L'atmosfera della città vecchia è surreale, la maggior parte dei negozi sono chiusi e le case abbandonate, inoltre la strada principale è sormontata da una rete metalica che serve a proteggere i residenti arabi dal lancio di oggetti, verdure, immondizia da parte dei coloni residenti lì vicino.
La città nuova è molto più viva, caotica (ma vi sono molti palazi in costruzione che hanno l'aria di esser stati abbandonati) e visito anche una fabbrica che produce vetri (un lavoraccio).
Inizia poi a piovere nel pomeriggio e tra strade allagate e nebbia si trona a casa.

PS: un articolo interessante sulla situazione a Hebron si trova su PeaceReporter)

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