E’ la notte del 5 giugno 2008 nella città di Betlemme. L’Israeli Security Agency (Agenzia di Sicurezza Israeliana, ISA) entra nelle case delle famiglie Salah e Siureh. Salwa e Sara entrambe di 16 anni e mezzo vengono bendate, ammanettate e portate via su una jeep militare. Senza spiegazioni, senza un’accusa precisa. Le due ragazze sono portate prima nella prigione di Telmond e in seguito in quella di Ofer per essere interrogate. Qui una mappa dei centri di detenzione israeliani: un numero impressionante per un paese così piccolo. Le famiglie si muovono per cercare di capire che cosa è successo alle ragazze. Perché le hanno arrestate? Che cosa hanno fatto? In che guaio si sono cacciate? Nessuno risponde. Un aiuto arriva dall’ong palestinese Addameer che inizia a seguire il caso di Sara e Salwa. L’organizzazione supporta i prigionieri politici palestinesi attraverso consulenze legali, campagne in difesa dei diritti umani e contro le torture, ed è partner di Amnesty International, Human Rights Watch, OMCT (World Organization Against Torture) e FIDH (la Fédération internationale des ligues des droits de l’Homme).
fonte Alesandro Bernardini su Il Giornalettismo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
ciao, sono cianciulli (ricordi?)
Sottoscrivo dolorosamente ogni tua parola, ma spero, spero fortemente, che tutto cambi nel Paese che amo di più.
A presto? d.
Posta un commento