sabato 30 settembre 2006

grrrrrrrrrrrrrrrrr!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


ho troppe cose da fare tra il matrimonio e la partenza.... non so ce la faccio a fare tutto, ho la parrucchiera, altre abluzioni varie, la csa da pulire, il cambio armadi da fare con selezione dei vestiti bimbe, le decorazioni per i tavoli del matrimonio, cercare una pianta con fiori piccoli, l'edera da tagliare, la preparazione delle bimbe, la valigia, le tesi studenti..... arghhhhhhhhhh!!!! vorrei una colf!!!!

giovedì 21 settembre 2006

cinque stelle

"Ramallah è nota per le sue manifestazioni culturali: mostre d'arte, concerti, spettacoli teatrali, incontri con artisti, serate di poesia. Queste iniziative e i suoi caffè e ristoranti pieni di vita me la fanno da tempo definire "il carcere a cinque stelle".

Alcuni sostengono che sia una forma di resistenza e di sfida. Per me, dal momento che coinvolge per lo più i ricchi e i privilegiati ed è accompagnata dall'assenza di iniziative popolari contro l'occupazione, è piuttosto un "surrogato di resistenza".
così ha scritto Amira Hass in un suo articolo su Ha'aretz
tradotto da Internazionale.
questa cosa mi ha colpito perchè riconosco che è così, almeno per quel poco che sono stata a Ramallah: tanto è vero che non mi ci sono trovata bene nell'insieme di persone con cui ero al concerto dei Turab (non certo gente comune ma "privilegiati") ma almeno ho la fortuna di aver incontrato anche persone "normali"... si tratta solo di farli incontrare tra loro...

lunedì 18 settembre 2006

Schools protest in Ramallah

sciopero degli insegnanti delle scuole pubbliche, supportati dagli studenti e anche dal settore privato (per solidarietà):
"One teacher asked, "How can they ask us to work, when our children are not ready to go to school, where we have nothing for them for the preparation for the schools, and our university students have been unable to pay their tuition." (da
Maan News Agency).

giovedì 14 settembre 2006

Pearl Jam


...semplicemente meravigliosi!

lunedì 11 settembre 2006

West-Eastern Divan Orchestra

oggi è l'11 settembre.... parole parole parole e tante immagini, retorica, bei discorsi, bla bla bla
a me viene in mente qualcosa di più concreto.
la West-Eastern Divan Orchestra si è esibita di recente in Italia al Teatro alla scala di Milano; io ho avuto occasione di vederla (più che altro ascoltarla) a Madrid.
La West-Eastern Divan Orchestra è nata nel 1999 nella mente di due artisti e intellettuali, l'israeliano Daniel Barenboim e il palestinese Edward Said, i quali decidono di creare un Workshop per giovani musicisti di Israele e di vari Paesi del Medio Oriente nell'intento di combinare studio e perfezionamento con la condivisione di conoscenze e la comprensione fra popoli di culture che tradizionalmente sono state rivali.

giovedì 7 settembre 2006

Can you really not see?


Collaborators.
Siamo tutti "collaborators": per Amira Hass non è possibile che gli israeliani non vedano queste cose, dunque vedendo e sapendo tutto ciò che accade ai palestinesi (un elenco lunghissimo di leggi razziste, mancato accesso ad acqua e cure mediche per i malati, embargo su medicine, impedimenti a raggiungere i propri familiari, checkpoint che costringono ad aspettare sotto il sole cocente, e mille altre ingiustizie di cui ognuno può trovare testimonianza nel sito Machsom Watch) sono (siamo?) tutti responsabili.
"As Jews we all enjoy the privilege Israel gives us, what makes usall collaborators. The question is what does every one of us do in an active and direct daily manner to minimize cooperation with a dispossessing, suppressing regime that never has its fill. Signing a petition and tutting will not do. Israel is a democracy for its Jews. We are not in danger of our lives, we will not be jailed in concentration camps, our livelihood will not be damaged and recreation in the countryside or abroad will not be denied to us. Therefore, the burden of collaboration and direct responsibility is immeasurably heavy."

mercoledì 6 settembre 2006

The road to Jerusalem

grazie a Ned per questo interessante post sull'assurdità dei check-point, sulle carte di identità di israeliani e palestinesi, su leggi ingiuste e discriminanti....

lunedì 4 settembre 2006

Gaza's darkness

"Gaza has been reoccupied. The world must know this and Israelis must know it, too. It is in its worst condition, ever..."
Un interessante articolo di Gideon Levy su Ha'aretz.

giovedì 31 agosto 2006

Faisal Al-Husseini

"A few days ago, as I was on my way to Jerusalem back from Ramallah, I drove by the Qalandia military checkpoint. Just before reaching the checkpoint, the car starts jolting and shaking with the multiple holes that are characteristic of this old and neglected road. The jolts increase as the car gets closer to the military checkpoint area and the asphalt vanishes gradually...."
comincia così il racconto di Abdelqader Al-Husseini, figlio di Faisal Al-Husseini, per ricordarci che nonostante tutto, nulla è cambiato e che Gerusalemme non è ancora, purtroppo, la città di tutti, la città della pace, un luogo santo e modello di coesistenza, accettazione dell'altro e rispetto per le sue convinzioni e credenze.

sabato 12 agosto 2006

Bisogna imparare ad amare daccapo, a tornare ad amare, ogni giorno

... sono parole di Angelo....
mentre i suoi amici hanno diffuso un comunicato per evitare di strumentalizzare la morte di questo volontario:

"I volontari internazionali sono coscienti del rischio che sempre accompagna anche il viaggiatore più attento e lo affrontano non per incoscienza ma perché spinti dalla volontà di capire.
Capire veramente cosa significhi vivere in condizioni più sfortunate di quelle a cui siamo abituati in Italia e cercare nel proprio piccolo di fare qualcosa per porvi rimedio.

Noi facciamo fronte comune contro chi vuole strumentalizzare la morte di uno di noi, Angelo Frammartino, a favore dell'odio antiislamico e antipalestinese, per andare a gonfiare le fila di chi pensa che il Nemico sia il mondo arabo musulmano, per aumentare il numero dei soldati ideologici della guerra contro i mulini a vento.

Non crediamo che le azioni di un singolo possano condannare tutto un popolo: questo facile populismo lo lasciamo a Vittorio Feltri e ai suoi articoli su Libero come quello odierno che recita “Volontario Cgil ucciso a Gerusalemme dai suoi amici palestinesi”. Noi riteniamo che condannare indiscriminatamente il popolo palestinese piuttosto che fermarsi a riflettere e a capire la complessità di un conflitto che insanguina il medio oriente da quasi sessant'anni, sia semplicemente un nascondersi dietro alle proprie responsabilità (in quanto parte della società civile internazionale), una facile strumentalizzazione o, più semplicemente, fare cattiva informazione.

L'uccisione di Angelo da parte di un ragazzo palestinese va letta nella cornice di una tragedia spiegabile solo alla luce di logiche di violenza e massacro molto lontane dall'Italia, ma che invece sono ben radicate in una zona dominata dall'odio e dove si ragiona esclusivamente in base alla tensione generata da un conflitto incancrenito da quasi sessant'anni di immobilismo e disinteresse a livello politico internazionale.Noi non chiediamo di capire questo gesto sconsiderato così difficile da accettare, ma solo di non stigmatizzare un popolo intero per la tragedia della morte di Angelo.

I volontari dei campi ARCI/CGIL/ACLI-IPSIA in Palestina." (sul sito di Vita non profit)

giovedì 10 agosto 2006

Angelo

"GERUSALEMME - Stava passeggiando lungo le mura della Città Vecchia di Gerusalemme in compagnia di quattro donne, quando un uomo lo ha raggiunto alla schiena, lo ha ucciso con tre coltellate e poi è scappato. E' morto così, in mezzo alla strada, Angelo Frammartino, un 24enne volontario italiano residente a Monterotondo, in provincia di Roma. Appena una decina di giorni fa era partito come volontario per partecipare a un campo di lavoro organizzato dalla Cgil e dall'Arci a Gerusalemme. Nei prossimi giorni sarebbe dovuto rientrare in Italia. " (dall'articolo di Repubblica)

è possibile che la violenza porti a tanto??

mercoledì 2 agosto 2006

2 agosto


"Ventisei anni fa una bomba alla stazione di Bologna cambiò il destino di ottantacinque persone e segnò la vita di quanti, feriti o familiari delle vittime, sono sopravvissuti a quella tragica mattina. La città di Bologna non dimentica e, come ogni anno, il 2 agosto è la giornata dedicata al ricordo." (dal sito del Comune di Bologna)
tante manifestazioni... ma purtroppo anche tante domande che ancora aspettano risposta.... per "... ottenere con tutte le iniziative possibili la giustizia dovuta..." (Statuto della
Associazione, art. 3)

martedì 1 agosto 2006

insieme

Palestinians and Israelis unite against war in Lebanon and destruction of Gaza: un gruppo di palestinesi e israeliani si sono formalmente uniti per dare vita a una campagna contro la guerra in Libano e contro la distruzione nella Striscia di Gaza. Tra le altre cose, dichiarano "We... do not believe the government of Israel and the military, who maintain that war is being waged in self-defense and for the purpose of releasing the captured soldiers."

venerdì 28 luglio 2006

Tiziano Terzani


cosa avrebbe detto di questi conflitti in Medio Oriente? non lo sappiamo, ma Terzani ci ha lasciato il suo Lettere contro la guerra.... e rileggerlo ogni tanto non ci farebbe male.....

PS: date un'occhiata al
sito di Tiziano Terzani, o meglio, alla sua community....

giovedì 27 luglio 2006

Fino a quando?

Un paese ne bombarda due. L'impunità potrebbe meravigliare se non fosse costume normale. Qualche timida protesta in cui si dice di errori.
Fino a quando gli orrori continueranno a chiamarsi errori? Questo macello di civili si è scatenato a partire dal sequestro di un soldato. Fino a quando il sequestro di un soldato israeliano potrà giustificare il sequestro della sovranità palestinese? Fino a quando il sequestro di due soldati israeliani potrà giustificare il sequestro del Libano intero?
La caccia all'ebreo è stata, per secoli, lo sport preferito degli europei. Sboccò ad Auschwitz un vecchio fiume di terrori, che aveva attraversato tutta Europa. Fino a quando i palestinesi e altri arabi continueranno a pagare per delitti che non hanno commesso?
Quando Israele spianò il Libano nelle sue precedenti invasioni, Hezbollah non esisteva. Fino a quando continueremo a credere alla favola dell'aggressore aggredito, che pratica il terrorismo perché ha diritto a difendersi dal terrorismo?
Iraq, Afghanistan, Palestina, Libano... Fino a quando si potrà continuare a sterminare paesi impunemente? Le torture di Abu Ghraib, che hanno sollevato un certo qual malessere universale, non sono niente di nuovo per noi latinoamericani. I nostri militari hanno appreso quelle tecniche di interrogatorio nella School of Americas, che oggi ha perso il nome ma non il vizio. Fino a quando continueremo ad accettare che la tortura continui a legittimarsi, come ha fatto la corte suprema di Israele, in nome della legittima difesa della patria?
Israele ha ignorato quarantasei raccomandazioni dell'Assemblea generale e di altri organismi delle Nazioni unite. Fino a quando il governo israeliano continuerà a esercitare il privilegio d'essere sordo? Le Nazioni unite raccomandano, però non decidono. Quando decidono, la Casa Bianca impedisce che decidano, perché ha diritto di veto. La Casa Bianca ha posto il veto, nel consiglio di sicurezza, a quaranta risoluzioni che condannavano Israele. Fino a quando le Nazioni unite continueranno a comportarsi come se fossero uno pseudonimo degli Stati uniti?
Da quando i palestinesi sono stati cacciati dalle loro case e spogliati della loro terra, è corso molto sangue. Fino a quando continuerà a correre il sangue perché la forza giustifichi ciò che il diritto nega? La storia si ripete, giorno dopo giorno, anno dopo anno, e muore un israeliano ogni dieci arabi morti. Fino a quando la vita di ogni israeliano continuerà a valere dieci volte di più?
In proporzione alla popolazione, i cinquantamila civili, in maggioranza donne e bambini, morti in Iraq equivalgono a ottocentomila statunitensi. Fino a quando accetteremo, come se fosse normale, la mattanza degli iracheni in una guerra cieca che ha ormai dimenticato i suoi pretesti? Fino a quando continuerà ad essere normale che i vivi e i morti siano di prima, seconda, terza o quarta categoria?
L'Iran sta sviluppando l'energia nucleare. Fino a quando continueremo a credere che ciò basta a provare che un paese è un pericolo per l'umanità? La cosiddetta comunità internazionale non è per nulla angustiata dal fatto che Israele possieda 250 bombe atomiche, nonostante sia un paese che vive sull'orlo di una crisi di nervi. Chi maneggia il pericolosimetro universale? Sarà stato l'Iran il paese che buttò le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki?
Nell'era della globalizzazione, il diritto di pressione è più forte di quello di espressione. Per giustificare l'occupazione illegale di terre palestinesi, la guerra viene chiamata pace. Gli israeliani sono patrioti e i palestinesi terroristi, e i terroristi seminano allarme universale. Fino a quando i mezzi di comunicazione continueranno a seminare paura?
Questa mattanza, che non è la prima e temo non sarà l'ultima, accade in silenzio. Il mondo è diventato muto? Fino a quando le voci dell'indignazione continueranno a suonare come campane di legno? Questi bombardamenti uccidono bambini: più di un terzo delle vittime, non meno della metà. Chi si azzarda a denunciarlo è accusato di antisemitismo. Fino a quando continueremo ad essere antisemiti, noi che critichiamo il terrorismo di stato? Fino a quando accetteremo questa estorsione? Sono antisemiti gli ebrei che inorridiscono per quanto viene fatto in loro nome? Sono antisemiti gli arabi, tanto semiti quanto gli ebrei? Per caso non ci sono voci arabe che difendono la patria palestinese e ripudiano il manicomio fondamentalista?
I terroristi si somigliano tra loro: i terroristi di stato, rispettabili uomini di governo, e i terroristi privati, che sono matti singoli e matti organizzati dai tempi della guerra fredda al totalitarismo comunista. E tutti agiscono in nome di dio, si chiami Dio, Allah o Jahvé. Fino a quando continueremo a ignorare che tutti i terrorismi disprezzano la vita umana e che tutti si alimentano tra loro?
Non è evidente che in questa guerra tra Israele e Hezbollah sono i civili - libanesi, palestinesi, israeliani - quelli che ci mettono i morti? Non è evidente che le guerre di Afghanistan e Iraq e le invasioni di Gaza e del Libano sono incubatrici di odio, fabbriche di fanatici in serie?
Siamo l'unica specie animale specializzata nello sterminio reciproco. Destiniamo duemila e cinquecento milioni di dollari, ogni giorno, alle spese militari. La miseria e la guerra sono figlie dello stesso padre: come qualche dio crudele, mangia i vivi e anche i morti.
Fino a quando continueremo ad accettare che questo mondo innamorato della morte è il nostro unico mondo possibile?


Eduardo Galeano, Il Manifesto, 26 luglio 2006

domenica 23 luglio 2006

The Shame of Being an American

un interessante articolo di Paul Craig Roberts (Dr. Roberts is John M. Olin Fellow at the Institute for Political Economy and Research Fellow at the Independent Institute. He is a former associate editor of the Wall Street Journal and a former assistant secretary of the U.S. Treasury. He is the co-author of The Tyranny of Good Intentions.)

domenica 16 luglio 2006

pazzia

"1. Non ha nessun senso discutere ancora su chi è stato il primo aggressore tra Israele, la gente di Palestina e il mondo arabo-musulmano. Si risalirebbe, applicando questo metodo, ai figli di Isacco e forse addirittura a quelli di Caino.
2. La realtà oggettiva è la presenza dello Stato di Israele. Disegnato col compasso del Foreign Office britannico con il timbro della Società delle Nazioni, così come furono disegnati con lo stesso compasso tutti gli altri Stati del Medio Oriente, la Giordania, la Siria, l'Iraq, l'Arabia Saudita, gli Emirati, lo Yemen.
3. Lo Stato d'Israele esiste ormai da sessant'anni e nessuno può cancellarlo. Tecnologicamente e militarmente è il paese più forte della regione. È anche il solo Stato che abbia una struttura democratica paragonabile alle democrazie occidentali. La lista degli errori che ha compiuto nei confronti degli arabi palestinesi è almeno altrettanto lunga di quelli compiuti dagli Stati arabi e dagli stessi palestinesi. Perciò è inutile rifarla per l'ennesima volta.
4. Non è invece inutile segnalare gli errori compiuti dal maggiore alleato d'Israele, di fatto garante della sua esistenza e finanziatore delle sue spese militari. L'ultimo e più grave di tutti è stata la guerra anglo-americana contro l'Iraq.
5. Quella guerra, ufficialmente durata 21 giorni ma di fatto tuttora in corso dopo quattro anni, avrebbe dovuto liberare l'Iraq da un sanguinoso tiranno, instaurare la democrazia, combattere il terrorismo internazionale e sconfiggerlo, creare un rapporto virtuoso di amicizia e collaborazione tra Bagdad e Gerusalemme, diffondere in tutto l'Oriente mesopotamico una rete di relazioni pacifiche e, in quel quadro rassicurante per tutti, avviare la nascita dello Stato palestinese.
6. Il progetto sulla carta era suggestivo. Purtroppo solo sulla carta. Gli effetti di quella guerra e di ciò che è accaduto nel dopoguerra sempre più guerreggiato, sono stati l'opposto di quanto sperato. Il terrorismo, inesistente in Iraq prima del 2002, ha fatto della zona centrale di quel paese la sua piattaforma di lancio. La maggioranza (relativa) sciita si è contata nelle elezioni irachene proponendosi come struttura di potere tribale. La minoranza sunnita ha scelto la guerriglia. La guerra civile tra le due etnie è ormai in pieno corso e miete quotidianamente vittime.
7. Gli angloamericani, a causa della loro presenza militare nel paese, sono sempre più considerati da tutto il mondo arabo e musulmano come il nemico unificante di cui il fondamentalismo aveva bisogno. Sia dai sunniti che dagli stessi sciiti. Una parte di questi sono sotto l'influenza della maggiore potenza sciita, l'Iran khomeinista. Presente anche in Siria e nel Libano. Più cautamente anche a Gaza. Il peso di questa nuova presenza iraniana su tutto lo scacchiere mesopotamico è enorme. Il circolo virtuoso auspicato da Bush ha prodotto un circolo infernale del quale le vittime maggiori sono i palestinesi e Israele.
8. Israele si deve difendere dalle aggressioni di Hamas e degli Hezbollah? Certo che sì. Deve proporzionare la sua difesa ai danni "collaterali" che produce? Dovrebbe. Per ragioni umanitarie? Ovviamente sì, ma soprattutto per tutelare il proprio interesse. Una guerra totale nella regione che portasse in prima linea l'Iran innescherebbe effetti esplosivi, diffonderebbe ancor più il terrorismo, minaccerebbe la precaria stabilità "moderata" dell'Egitto e della monarchia saudita. La presenza Usa nell'area diventerebbe stabile, il fondamentalismo sciita funzionerebbe in quel momento come una testa d'ariete. Lo scenario, anche per Israele, diventerebbe drammatico.
Che fare? Nessuno di noi sa rispondere a questa domanda.
Sperare.
Mantenere aperte le comunicazioni politiche in tutte le direzioni.
Mobilitare risorse per non aggiungere alle altre calamità anche lo spettro della fame.
Diffondere culture di pace.
Infondere sicurezza.

Si fa presto a scriverlo... "

(tratto da I giorni più pazzi di un mondo impazzito di EUGENIO SCALFARI)

venerdì 14 luglio 2006

il muro di ferro

riporto questo commento di Valli (uscito su Repubblica) rispetto alla crisi in Medio Oriente : Il muro di ferro.

giovedì 13 luglio 2006

ci mancavano gli americani....

... che hanno posto il veto all'ONU per la risoluzione contro Israele.
:(

mercoledì 12 luglio 2006

un altro Mondiale è possibile


"10 anni fa sono nati i Mondiali Antirazzisti, come una scommessa per dimostrare che è possibile la convivenza fra culture diverse e lontane fra loro, che la mescolanza è ricchezza e accrescimento. I Mondiali sono aperti a tutti, non ci sono gironi speciali, non ci sono barriere e l’unica regola ferrea è quella del rispetto dell’altro. Negli anni i Mondiali sono diventati un happening festivo di calcio, basket, musica, dibattiti, mostre, scambi di esperienze. Negli anni le persone che sono venute ai Mondiali hanno costituito una rete di relazioni che ha prodotto anche la possibilità di progetti transculturali e la creazione di eventi simili ai Mondiali in altre parti d’Europa.
I Mondiali Antirazzisti 2006 inizieranno mercoledì 12 luglio e termineranno domenica 16 luglio. La decima edizione del festival avrá luogo presso il Parco Enza di Montecchio Emilia (Reggio Emilia)." (dal sito dell'evento).