mercoledì 23 maggio 2007

musica

Al Kamandjâti è un'associazione che ha come scopo primario "donner du plaisir à des enfants qui sont les premières victimes de la situation politico-militaire" e di creare una sorta di intifada culturale diffondendo la musica e l'arte tra i bambini dei campi rifugiati e di villaggi che vivono in condizioni di estrema povertà e deprivazione culturale. Insegnare a suonare uno strumento musicale (oud, percussioni, chitarra...), il canto tramite atelier per stimolare la scoperta e la conoscenza di queste arti (spesso realizzati da musicisti stranieri che vengono per brevi soggiorni) e con veri e propri corsi tenuti da musicisti professionisti palestinesi. Inutile dire che per chi abita a Ramallah andare a tenere un corso di percussioni a Jenin o Nablus, ad esempio, significa passare più di 4 ore in macchina (quando va bene) tra andata e ritorno, con numerosi check-point e inutili domande da parte di increduli soldati che non ritengono che sia possibile che ci siano dei musicisti palestinesi. Ma il progetto, nonostante le tante difficoltà, va avanti tra donazioni, raccolte di strumenti musicali da portare in Palestina, seminari di musicisti e liutai provenienti dalle più svariate parti del mondo: se siete interessati ad aiutare questo progetto potete leggere qui (in francese) o dirlo a me (conosco chi fa già raccolte a questo proposito in Italia).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi rendo conto dell'importanza di conoscere le lingue. (Certamente per me è troppo tardi)Lo considero un vero handicap, perchè mi sento tagliata fuori:impedisce la comunicazione, ma soprattutto, come in questo caso, l'informazione. Certamente è importante per i giovani apprendere un'altra lingua oltre alla propria. Ammiro molto chi ha queste competenze, perchè può essere di aiuto, oltre a sè, anche agli altri.