La Fiera del libro di Torino dall'8 al 12 maggio avrà come paese ospite Israele
e qua sono inziate subito le polemice: il 2008 Israele festeggia i 60 anni di fondazione, la Palestina festeggia invece i 60 anni di nakba ...
e quindi c'è chi sostiene che la fiera vada boicottata (tra cui Suad Amiry, Paola Canarutto) e chi esprime le ragioni di un non boicottaggio (compresi gli organizzatori della Fiera in una lettera di risposta a Tariq Ramadan, o l'appello contro il boicottaggio di Khaled Fouad Allam e Victor Magiar) ...
A me è piaciuto questo intervento su Hawiyya che invita a non fare boicottaggio in quanto arma poco efficace in questo frangente ma a rispondere con la guerriglia comunicativa della controinformazione .... e citando Nazione Indiana e il blog di Sherif El Sebaie ...
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1 commento:
Concordo con la strategia "partecipazione + controinformazione". È una fiera del libro, non un evento a chiara matrice politica. Se lo si vuole politicizzare, ed è opportuno, meglio farlo in modo intelligente e sottile. In casi come questo, il boicottaggio favorisce i muro-contro-muro, le crociate, le contrapposizioni. Informare invece permette di riportare l'attenzione sui fatti, sulla storia, sulla cronaca, sui valori, sulle cose che contano e soprattutto sulle persone.
Senza dimenticare che, anche all'interno di Israele, le voci del dissenso sono numerose e forti, come giustamente ci ricorda Hawiyya.
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