mercoledì 28 febbraio 2007

continua l'assedio a Nablus

dopo una apparente tregua, l'esercito è tornato in azione per l'operazione Hot winter a Nablus.Palestinian security sources informed Ma'an News Agency that the renewed Israeli military incursion into the city began at 2.30 am on Wednesday morning. At least 120 military vehicles were observed entering the city, accompanied with bulldozers and armoured jeeps. The Israeli forces imposed a curfew again on the city. All Palestinians were instructed to stay at home. Palestinian security sources reported that the Israeli forces arrested the relatives of many so-called 'wanted' Palestinians in an attempt to pressurize the 'wanted' to surrender.

e oltre ad arrestare i parenti dei ricercati, hanno occupato 3 ospedali e impediscono l'accesso a chiunque, ambulanze comprese.
...bella democrazia...

(fonte Maannews, Israeli army returns to Nablus with renewed force)

martedì 27 febbraio 2007

cena in famiglia

una cena squisita a Al-Ram dall'amico Mohammed, con tutta la famiglia (la moglie, la mamma, 5 dei 6 figli).
Mohammed ha studiato ingegneria in Italia a Cagliari, non si è laureato ma adesso lavora facendo traduzioni sia per italiani che lavorano in Palestina sia inviando articoli in Italia (è impegnato molto dal punto di vista sociale).... e se io fossi un po' meno pigra mi insegnerebbe l'arabo (che va innanzitutto praticato, per cui la sua idea è di lasciarmi a casa sua con la famiglia e tentare di comunicare...).
Sono stata praticamente adottata dalla sua mamma, una tranquilla signora che ha passato la serata a sorridermi e a tentare di comunicare con me (oltre che a rimpinzarmi di maqluba).
La maqluba è un tipico piatto palestinese tipo paella, nel senso che è fatto di riso, spezie, carne (può essere pollo, agnello, manzo) e verdure (patate, cavolfiori, melanzane, pomodori...), secondo il gusto di chi lo prepara (questo, ad esempio, era di pollo e patate) e poi spolverato di mandorle tostate: la parola maqluba significa "rivoltata" perchè il tutto viene appunto rivoltato dalla pentola su un enorme piatto da cui si attinge tutti insieme accompagnando con insalata di pomodoro e con yoghurt.

lunedì 26 febbraio 2007

assedio a Nablus

Da ieri Nablus è stata invasa dalle forze armate israeliane (che hanno bloccato le strade e imposto il coprifuoco) alla ricerca di sospetti terroristi : tutti chiusi in casa, scuole sospese, per ora non si sa neanche quando verrà concesso di uscire per rifornirsi di cibo.
I militari hanno fatto irruzione partendo da radio e tv locali con un comunicato che ordinava di rimanere in casa.

(fonti: Al Jazeera, Israeli troop raid Nablus, Israel continues raid on Nablus; Maannews, Huge Israeli force swamp Nablus, impose curfew and clash with Palestinians in largest military operation in 2 years, 2nd day of Nablus incursion: Palestinians under siege in their homes and schools and houses turned into military posts)

domenica 25 febbraio 2007

Hebron/el Khalil

Gita a Hebron o, in arabo, el Khalil (amico, riferito ad Abramo in quanto amico di Dio): si va coi mezzi pubblici, nonostante la distanza non sia in realtà così grande ci vogliono un paio d'ore (non si possono utilizzare le strade più veloci riservate agli israeliani ma solo strade secondarie).
La città è famosa per le sue uve (mandate a Betlemme per la produzione di vino) , per le fabbriche di ceramiche e vetri, e per la presenza della Tomba dei Patriarchi (o Grotta di Machpelah), un luogo sacro a ebrei, cristiani e musulmani perchè qui la tradizione vuole che siano sepolti Abramo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lea.
Sulla grotta è stata edificata una moschea, l’Haram el-Khalil, che nel corso dei secoli è stata una sinagoga, poi una moschea, quindi una basilica cristiana e infine ancora una moschea, ma solo a metà: infatti una parte è una moschea e un'altra è una sinagoga (quindi accessi differenti alle tombe).

La storia di Hebron è un susseguirsi di lotte sanguinose tra ebrei e musulmani all'interno della città stessa: allo stato attuale, una parte della città vecchia è abitata da coloni israeliani, Hebron è divisa in due zone distinte e separate con la presenza continua di forze militari armate israeliane, che controllano gli accessi alle zone e alla Tomba dei patriarchi, e di un "contingente" disarmato di osservatori delle Nazioni Unite (tra cui anche carabinieri italiani), la TIPH - the Temporary International Presence in Hebron (TIPH) - che ha lo scopo di osservare/monitorare la situazione della città (senza poter intervenire) e le relazioni tra palestinesi e israeliani. La TIPH è stata stabilita nel 1994 dopo i fatti del 25 febbraio 1994 (quale coincidenza mi ha fatto andare a Hebron il 25 febbraio?) quando un colono israeliano entrò nella moschea e uccise 29 musulmani.
L'atmosfera della città vecchia è surreale, la maggior parte dei negozi sono chiusi e le case abbandonate, inoltre la strada principale è sormontata da una rete metalica che serve a proteggere i residenti arabi dal lancio di oggetti, verdure, immondizia da parte dei coloni residenti lì vicino.
La città nuova è molto più viva, caotica (ma vi sono molti palazi in costruzione che hanno l'aria di esser stati abbandonati) e visito anche una fabbrica che produce vetri (un lavoraccio).
Inizia poi a piovere nel pomeriggio e tra strade allagate e nebbia si trona a casa.

PS: un articolo interessante sulla situazione a Hebron si trova su PeaceReporter)

venerdì 23 febbraio 2007

parola di giudice

Per secoli, verso la fine dell'estate, gli abitanti della regione si spostavano a est con le loro greggi

"Beduini". È stata questa la parola con cui il giudice si è riferito alle cinque famiglie che avevano fatto ricorso (invano) all'Alta corte di giustizia contro l'espulsione dal luogo in cui vivono, nel nord della Valle del Giordano.
È vero, queste persone allevano capre e vivono in baracche e tende fatte di sacchi di juta, cartone, legno e lastre di amianto. Ma coltivano anche grano, orzo e fagioli nella grande pianura che si stende tra alcune catene di colline. Hanno pure un villaggio di riferimento, Tamoun, a circa 14 chilometri a ovest sulla montagna, dove i figli vanno a scuola. Il loro stile di vita rientra in quel processo geografico, storico e sociale che ha portato allo sviluppo dei villaggi palestinesi nell'arco di centinaia di anni. Per secoli, verso la fine dell'estate, gli abitanti della regione si spostavano a est con le loro greggi, fermandosi lungo il percorso in alcune stazioni di pascolo dove trovavano l'acqua. Restavano lì per un paio di settimane, poi riprendevano il cammino. Con il tempo, quando la popolazione è cresciuta, alcuni si sono insediati stabilmente nelle ex stazioni di pascolo. Così, intorno al villaggio originale si sono gradualmente sviluppate delle aree residenziali.
Dal 1967 gli ordini militari israeliani combattono questa "espansione" e questo "insediamento", cercando di interrompere una forma di vita e di sviluppo secolare. Di recente l'esercito ha intimato alle cinque famiglie a cui accennavo – così come a molte altre – di lasciare la zona, sostenendo che vivono in "costruzioni illegali".
Il responsabile della sicurezza di una vicina colonia, creata trent'anni fa, mi ha spiegato che da tempo chiede "l'allontanamento" dei vicini "illegali". Li considera degli invasori, proprio lui che viene da un kibbutz all'interno di Israele ed è nato da genitori arrivati dalla Polonia e dalla Russia.
Abu Ahmad, uno dei cinque capifamiglia che hanno fatto ricorso, è nato sessant'anni fa nella stessa pianura che adesso gli chiedono di lasciare. Con un sorriso stanco e amaro racconta la storia della sua vita, e quella dei genitori e del nonno paterno, tutti vissuti in quel posto.
La parola sbagliata usata dal giudice non lo fa arrabbiare: "Beduino non è un termine che indica un gruppo etnico, ma uno stile di vita. Dopotutto, anche gli europei all'inizio sono stati beduini. Che cos'erano goti e sassoni, se non beduini?".

(da Internazionale 681, 22 febbraio 2007, Parola di giudice di Amira Hass)

mercoledì 21 febbraio 2007

RAM FM 93.6

La prima radio in lingua inglese che trasmette sia in Palestina che Israele: una radio che nasce dall'idea di una radio Sud Africana che promuoveva il dibattito durante il periodo che precedette le elezioni democratiche del 1994 in Sud Africa.
Questa radio nasce con l'intento di promuovere la pace in Medio oriente e si configura come una radio indipendente.

The launch of the first English-language radio station, broadcast both in the occupied Palestinian territories and in Israel, was announced yesterday in the West Bank city of Ramallah.This initiative, which was announced by the South African businessman, Mr Ayzi Kersh, is intended to promote peace in the Middle East. The new radio station, RAM FM 93.6, which will broadcast 24 hours a day in English to listeners throughout the Palestinian territories and Israel, is based on the South African radio station, Radio 702, which represented a successful platform for public opinion in South Africa during the intensely sensitive period that preceeded the democratic elections of 1994.... In the first stages of the broadcast, the radio will focus on interviews with important personalities. It hopes to start several dialogues through encouraging listener participation. One of RAM FM's most important elements is its independent news bulletins, which will be available to commercial radios through news wires.

(fonte Maanneews, First English-language radio, broadcast in both Palestinian territories and Israel, hopes to promote peace)

lunedì 19 febbraio 2007

c'è un medico sul blog?

... anche se ormai è passata, ammalarsi quando si è lontani da casa non è il massimo: passi poi la febbre, ma il voltastomaco, e tutti gli annessi e connessi...
che faccio? che mangio? ma chi ha voglia di farsi da mangiare? e cosa bevo?
a parte il giorno forzato di digiuno, sono andata avanti a patate lesse, pomodori, pane e formaggio, limonata: tutto il resto mi dava la nausea, qualunque odore (spezia, aglio, fritto...con tutte le falafel che ci sono...) mi faceva stare male e trovare qua qualcosa insapore "tipo ospedale" è impossibile, per cui ho dovuto arrangiarmi da sola....
ma pian piano forse ne esco (a parte la fiacca...)

venerdì 16 febbraio 2007

m'illumino di meno

anche in Palestina! per quanto, senza riscaldamento, contribuisco quotidianamente al risparmio energetico....
oggi è la terza giornata del risparmio energetico, diventata ora internazionale (thanks Cirri & Solibello & Caterpillar!).

e mi sembra carino questo articolo che ho trovato oggi a proposito di un'iniziativa sulla salvaguardia ambientale che è partita in questi giorni qui a Ramallah.
this project aims to encourage positive behavior and responsible leadership amongst male and female youth towards the environment and in regards to general health issues. This one-year campaign will include a number of schools and community associations, particularly in marginalized areas, in Ramallah-Al-Bireh governorate and the governorate of Gaza.

venerdì 9 febbraio 2007

The signing of the Mecca agreement

Fatah and Hamas have signed the Mecca agreement.
The following came in the agreement text:
• Assuring the prohibition of Palestinian bloodshed and the assurance of national unity to achieve the legitimate aims of the Palestinian people.
• Agreeing on counting the language of dialogue as the basis for solving all conflicts between brothers.
• Agreeing on establishing a unity government and to start taking constitutional procedures to its dedication immediately.
• Agreeing on proceeding in the procedures of reform of the Palestine Liberation Organisation (PLO) based on the Cairo agreements and the Damascus announcement.
• Assuring the principle of political partnership on the basis of political pluralism.

(fonte Maannews)

giovedì 8 febbraio 2007

li sto collezionando tutti....


... i patacchini che ti danno al Ben Gurion!

questa volta giallo, non è andata male, non mi hanno stressato più di tanto, qualche domanda subito fuori dall'aereoporto (e ho pensato che se iniziavo lì non sarei mai arrivata all'aereo), qualche altra domanda mentre aspettavo il controllo bagagli, una brevissima ispezione del bagaglio e in un'oretta avevo già fatto tutto!

incredibile....

mercoledì 7 febbraio 2007

Medio Oriente. Questo pomeriggio l'incontro tra Abu Mazen e Khaled Meshaal

E' previsto per oggi l'atteso incontro tra il presidente dell'Anp, Abu Mazen, e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, per porre fine alle violenze che insanguinano da quasi due mesi la Striscia di Gaza.
Gli esponenti delle due fazioni rivali sono giunti ieri a Gedda sul mar Rosso e hanno incontrato separatamente re Abdullah, che ha organizzato il vertice. La prima riunione, prevista originariamente per ieri sera dopo l'incontro con il monarca saudita, non c'e' stata. Oggi i due leader inizieranno colloqui "a oltranza" nella citta' santa dell'Islam.
Il quotidiano israeliano Haaretz torna ad essere pessimista.
In un articolo di Danny Rubinstein dal titolo: Il summit de La Mecca non risolverà il compromesso all'interno dell'Autorità palestinese (ANALYSIS: Mecca summit won't result in compromise in Palestinian Authority). Secondo Haaretz la Palestina si trova oggi al livello più basso della sua storia. Recentemente quando è scoppiata la guerra civile è cresciuto l'intervendo degli arabi dall'esterno. Il coinvolgimento di Egitto, Giordania, Siria e ora Arabia Saudita dimostra che i palestinesi hanno perso "la loro indipendenza nel prendere decisioni" (The involvement by Egypt, Jordan, Syria and now Saudi Arabia shows that the Palestinians have lost their "independent decision making." They are so weak that they have effectively transferred decision making on their internal affairs to external parties. If, until recently, the Palestinians were constantly attacking Arab governments for their weakness and accusing them of treason, today, they are begging them for help).
Abu Mazen e Meshaal si erano gia' incontrati con un nulla di fatto il 21 gennaio scorso a Damasco, dove l'esponente di Hamas vive in esilio.

martedì 6 febbraio 2007

grandine

ha grandinato! e c'è un vento assurdo!

PS: si prepara l'incontro a la Mecca per formare un governo di unità palestinese e cessare gli scontri tra Hamas e Fatah ...

lunedì 5 febbraio 2007

People Before Patents petition / Prima la gente poi i brevetti!

Una petizione assolutamente da firmare!
Médecins Sans Frontières lancia una petizione per salvaguardare il diritto di milioni di persone a ricevere i farmaci salvavita: la compagnia farmaceutica Novartis ha fatto causa al Governo Indiano perché permette la produzione di farmaci generici dai costi contenuti. Se vincerà, milioni di persone in tutto il mondo potrebbero perdere l'unica fonte di medicinali a prezzi accessibili.
L'India produce farmaci di importanza vitale per i Paesi in Via di Sviluppo. Più della metà dei medicinali utilizzati per curare l'Aids nei Paesi più poveri sono prodotti in India. Anche MSF usa i farmaci indiani per trattare l'80% dei suoi 80mila pazienti sieropositivi.
Se Novartis vincesse la causa, l'India sarà costretta a modificare la sua legge e dovrà concedere più facilmente i brevetti sui medicinali. Per i produttori di farmaci generici diventerà quasi impossibile continuare a vendere medicinali uguali a quelli delle multinazionali, ma molto meno costosi. La vita di milioni di persone che in tutto il mondo sono curate con i farmaci made in India sarà in pericolo.
IL DIRITTO ALLA VITA VIENE PRIMA DEL DIRITTO A FARE PROFITTI. CHIEDIAMO A NOVARTIS DI RINUNCIARE ALL'AZIONE GIUDIZIARIA CONTRO IL GOVERNO INDIANO.
Per firmare la petizione in italiano.

Pharmaceutical company Novartis is taking the Indian government to court. If the company wins, millions of people across the globe could have their sources of affordable medicines dry up.
India produces affordable medicines that are vital to many people living in developing countries. Over half the medicines currently used for AIDS treatment in developing countries come from India and such medicines are used to treat over 80% of the 80,000 AIDS patients in Médecins Sans Frontières projects.
If Novartis is successful in its challenge against the Indian government and its patent law, more medicines are likely to be patented in India, making it very difficult for generic producers to make affordable versions of them. This could affect millions of people around the world who depend on medicines produced in India.
Tell Novartis it has no business standing in the way of people's right to access the medicines they need.

Sign on and urge Novartis to DROP THE CASE against the Indian government.
To sign the petition in English.

domenica 4 febbraio 2007

ristorante cinese

questa volta un vero ristorante cinese (benchè io in Cina non abbia mai messo piede... intendo quindi un ristorante cinese secondo il nostro stereotipo occidentale), con cucina cinese come potremmo trovare da noi, ristorante dove ho mangiato involtini primavera e noodles con verdure e pollo ... però fa strano che il ristorante cinese NON sia gestito da cinesi e NON abbia alcun piatto a base di carne di maiale, credo che a un cinese verrebbe un colpo (anzi, quasi quasi faccio un salto all'ambasciata cinese a Ramallah a chiedere come fanno ad andare avanti senza maiale, secondo me devono avere delle riserve segrete...)

sabato 3 febbraio 2007

cose di famiglia

È una guerra civile o piuttosto, secondo l'espressione araba, una guerra in famiglia?
Così sembrerebbe, a giudicare dalle immagini televisive dei combattimenti tra miliziani di Hamas e di Al Fatah e tra agenti dei diversi organi ufficiali di sicurezza, tutti pagati dall'Autorità Palestinese.Come si pensa a una guerra in famiglia sentendo che bande affiliate ad Al Fatah rapiscono sostenitori di Hamas, e viceversa. Trentacinque morti e centoventi feriti è il bilancio dell'ultima ondata di violenze, esplosa il 25 gennaio e finita, per ora, con il cessate il fuoco del 30.I sostenitori pacifici di entrambi i movimenti continuano, come al solito, ad avere rapporti tra loro. In una famiglia, un fratello fa l'autista per un alto funzionario della sicurezza di Al Fatah e l'altro l'autista per un ministro di Hamas. Tutti i cittadini, sostenitori di un partito o meno, condividono gli stessi sentimenti: paura, disgusto, rabbia e incomprensione.Ma il pericolo che alla fine le famiglie vogliano vendicare i parenti uccisi incombe come un macigno. È questo che fa del conflitto tra organizzazioni armate una potenziale guerra civile.
(fonte Internazionale, Amira Hass. L'articolo in inglese è apparso su Haaretz).

venerdì 2 febbraio 2007

Time to get serious about Israel

un articolo di John Hilary su The Guardian:
You know that things are serious when a parliamentary select committee puts out a call for sanctions against another sovereign state. Doubly so when that state is supposed to be one of Britain's key allies in the Middle East. Yet today the House of Commons international development committee is calling on the Labour government to press for sanctions against Israel over its treatment of the Palestinian people. Things must be pretty bad.

in pratica c'è una richiesta formale di indagini e possibili sanzioni ad Israele per la sua politica nei confronti dei Territori Palestinesi Occupati.
Il comitato, che si è recato a novembre in Palestina, ha anlizzato la situazione socio-economica dei territori rilevando una soglia di povertà che va dal 70 all'80 %.

giovedì 1 febbraio 2007

jerusalem

stamani, dopo un incontro a Jerusalem che mi aveva un po' stressato, ho deciso di prendermi un paio d'ore per farmi una camminata nella città vecchia, era da parecchio che non andavo in questo dedalo di viuzze a perdermi tra salite e discese accanto a donne che fanno la spesa, a bambini con le cartelle di scuola, a mamme con passeggini, ad anziani venditori assonnati fuori dal loro negozio di spezie, caramelle e accessori per la casa... pochi turisti, negozianti che ti assalgono per venderti qualcosa perchè "gli affari vanno davvero male", il netto contrasto tra il quartiere ebraico e quello arabo, l'imponenza della Cupola della Roccia che col suo splendore si staglia su tutti gli altri edifici ... e centinaia di soldati israeliani, in particolare davanti al Western Wall (ma sembrava per una qualche festa militare, non so...)