venerdì 20 giugno 2008

World Refugee Day

"Proteggere i rifugiati è un dovere. Essere protetti è un diritto"

Quest'anno la giornata dedicata ai rifugiati e alle rifugiate di tutto il mondo, 11,4 milioni nel 2007 (mentre 26 milioni è il numero degli sfollati interni fuggiti a guerre e persecuzioni) cade nel sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti umani.
Attualmente, circa 4,6 milioni di Palestinesi vivono come rifugiati fuori dalla loro terra (Rapporto Globale 2007 dell'UNHCR- Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) ma il numero cresce se si pensa alle molte donne e uomini palestinesi che non hanno uno status definito, come in Iraq, o se si considerano anche gli stessi palestinesi dei Territori Occupati: dai moltissimi che da decenni vivono in condizioni disastrose nei campi profughi, alla totalità della popolazione palestinese costretta quotidianamente a far fronte a "Esilio, Esclusione e Isolamento", sia nella West Bank a causa del muro illegale, dei check point e delle restrizioni arbitrarie alla libertà di movimento, sia a Gaza dove ancora oggi un milione e mezzo di persone sono rinchiuse in una gabbia a cielo aperto in condizioni di vita esasperate a causa dell'assedio militare deciso dalle Autorità israeliane.

(fonte Luisa Morgantini)

mercoledì 4 giugno 2008

PROGRAMMA GIORNATA 8 GIUGNO: protesta contro atti razzismo verso rom e sinti

FERMIAMO UN GENOCIDIO CULTURALE
Dopo l'ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole.
L'8 Giugno le Associazioni Rom e Sinte in Italia e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile.
Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!!

Occorre ribadire alcuni concetti che vengono mistificati.
-Tutti credono che Rom siano solo stranieri.
Non è vero !, infatti l'80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani
-Tutti credono che i Rom sono nomadi.
Non è vero !, Infatti la maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari
-Tutti credono che il campo nomadi è la soluzione ideale.
Non è vero !, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un'imposizione dovuta alla non conoscenza. -Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo.
Non è vero !, infatti il termine corretto è Rom o Sinto.
Occorre far rispettare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell'uomo in Italia per i Rom non vale. Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!
Protesta anche tu!

Per informazioni e adesioni
ASSOCIAZIONE NAZIONALE THÈM ROMANÒ ONLUS
Presidente Nazionale Alexian Santino Spinelli
Centro di Promozione Interculturale- Associazione Autonoma di Rom e Sinti
Sede Nazionale Lanciano (CH)
tel: 0872 660099
cell. 340 6278489
http://www.associazionethemromano.it email: spithrom@webzone.it
http://www.alexian.it
PER ADERIRE spithrom@webzone.it

Domenica 8 giugno, Roma
Dalle 12 alle 16
ritrovo dei partecipanti al COLOSSEO (Piazza del Colosseo, dal lato dei Fori Imperiali) ci si arriva in pulman, in auto e con la metro B)
Dalle 16 alle 17
corteo dal Colosseo fino al Foro Boario
Dalle 17 alle 20
Foro Boario, Villaggio Globale libera discussione, proposte:
Costituzione del Coordinamento Nazionale Antirazzista
Creazione di una rete informatica, contro l'inquinamento e la mistificazione delle informazioni
Creazione di una Consulta romanì costituita dalle associazioni storiche e le organizzazioni rom
Varie ed eventuali
Dalle ore 20
Festival Interculturale Antirazzista:


Alexian Group (Italia)
Musicisti Rom del Kossovo
Taraf de Bucarest (Romania)
Chaja Chelen (Bosnia Erzegovina)
Lucio Pozone (chitarra flamenca)
Alessandro Cavallucci (chitarra flamenca)
Jamal Quassini
Nuove Tribù Zulu

La partecipazione è aperta a tutti gli artisti
La partecipazione è libera e gratuita
LE ADESIONI SONO APERTE A TUTTI

martedì 20 maggio 2008

Development or Normalisation? A critique of West Bank development approaches and projects

Development or Normalisation? is the first report that examines in detail the economic and political implications of the most recent development schemes and the role international institutions have in shaping the development programme of the Fayyad government.
The current approach to development, which is entirely removed from the needs of Palestinian communities, aims to normalise relations with the Occupation, treating it as development partner in projects across the West Bank. Not only do these projects often run contrary to international law, but also they serve to further entrench the Occupation while at the same time placing Palestinian economic growth in a subjugated role. As such, these programs both fail to provide sustainable growth and undercut the Palestinian struggle. (...)

Fonte Stop the Wall Campaign

To download a copy of the report click here.

giovedì 15 maggio 2008

1948-2008 Nakba 60

This year Israel celebrates its 60th birthday. Yet for Palestinians and for people of conscience this is not an occasion to celebrate.
The establishment of the State of Israel involved the destruction of over 530 Palestinian towns and villages and the expulsion of about two-thirds of the indigenous Palestinian Arab population from their homes and lands to pave the way for the establishment of a Jewish State, with a Jewish majority. (...)
New Jewish settlers migrated from across the world to inhabit the very same homes from which their rightful Palestinian owners had been expelled. Today these rightful owners are still denied the right to return to their homes. The campaign to ethnically cleanse Palestine of its population entailed a brutal attempt to eliminate Palestinian identity, culture and heritage.
60 years on, Palestinians continue to be denied their internationally sanctioned rights to return to their homes, to self-determination and to live in full equality in their homeland.
A recent UN report condemned Israel’s on-going policies in the Occupied Territories as forms of foreign occupation, colonialism and apartheid – all in violation of international law. No other "democracy" has so flagrantly breached international laws and UN resolutions as Israel has.
60 years on, Israel's practices of ethnic cleansing continue.

fonte Nakba60

giovedì 1 maggio 2008

mercoledì 30 aprile 2008

We're not celebrating Israel's anniversary

In May, Jewish organisations will be celebrating the 60th anniversary of the founding of the state of Israel. This is understandable in the context of centuries of persecution culminating in the Holocaust. Nevertheless, we are Jews who will not be celebrating. Surely it is now time to acknowledge the narrative of the other, the price paid by another people for European anti-semitism and Hitler's genocidal policies. As Edward Said emphasised, what the Holocaust is to the Jews, the Naqba is to the Palestinians. (...)
We will celebrate when Arab and Jew live as equals in a peaceful Middle East.

fonte The Guardian

domenica 27 aprile 2008

BREAKING THE SILENCE

L'associazione Breaking the Silence (Rompere il silenzio) ha pubblicato online le testimonianze sugli abusi subiti da civili palestinesi fornite da 39 soldati israeliani che hanno prestato servizio a Hebron tra il 2005 e il 2007.
Qui il documento in pdf (in English).

venerdì 18 aprile 2008

The Israeli 'settler' serving in Italy's parliament

un'intervista al neodeputato Fiamma Nirenstein ... che vive a Gilo, un settlement israeliano in terra palestinese ...

Almost 50,000 people live in Jerusalem's Gilo neighborhood, one of the largest in Israel. Up until now, it had no representative in parliament. As of this week, it does. Fiamma Nirenstein, a neighborhood resident for 10 years, was just elected to the Italian parliament. If we stick to the definitions of the UN, which views Gilo, on the capital's southern edge, as a settlement, one could say that Nirenstein is the first settler to be a member of a non-Israeli parliament. (...)

fonte Haaretz

martedì 15 aprile 2008

democrazia

La prima visita da premier per Silvio Berlusconi sarà in Israele. «Olmert mi ha invitato, sarò lietissimo di andare in Israele e dare il mio supporto all'unica democrazia mediorientale», ha spiegato il Cavaliere a "Matrix".

fonte L'Unità

... che bello ...

lunedì 14 aprile 2008

shame

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mercoledì 2 aprile 2008

venerdì 14 marzo 2008

Twilight Zone / When charity ends at home

How pathetic is an occupation army that empties out warehouses of food and clothing earmarked for orphans; how absurd is GOC Central Command Major General Gadi Shamni, who signs closure orders for beauty salons and clothing shops; how outrageous is the confiscation of industrial refrigerators in which food for children is kept; how cruel is a military regime that closes libraries used by young people; how ridiculous are the excuses that closing bakeries contributes to the war against terror; how foolish is the battle against dairies whose products are earmarked for these children; and how difficult is the situation of the Israeli occupation in the territories if it must resort to such contemptible activities in order to establish its status. (...)

fonte Gideon Levy for Haaretz

sabato 1 marzo 2008

Nuovi attacchi contro Gaza

GAZA - Ancora attacchi israeliani contro la striscia di Gaza: nell'offensiva militare delle ultime ore sono stati uccisi almeno 31 palestinesi, tra i quali quattro bambini. Tra le vittime si contano 16 civili. Tra loro una madre che stava preparando la colazione ai figli, e una ragazza di 12 anni e suo fratello di 11 colpiti dalle raffiche mentre dormivano dentro casa.
L'operazione è iniziata poco prima dell'alba quando i carri armati israeliani hanno invaso l'affollato campo profughi di Jabaliya, nella parte settentrionale del territorio controllato da Hamas. L'aviazione ha supportato le forze di terra, sganciando almeno una decina di missili.

fonte La Repubblica

venerdì 29 febbraio 2008

Gaza, strage di bambini

Almeno trenta morti palestinesi in meno di due giorni. E tra le vittime, otto bambini, compreso un neonato di cinque mesi. È il bilancio parziale dell'ultimo capitolo dello scontro tra esercito israeliano e il governo di Hamas a Gaza. (...)
Oltre ottanta i razzi sparati da Hamas, una pioggia di Qassam partita da Gaza, nonostante il piccolo lembo di terra a ridosso del Mediterraneo sia stato colpito senza sosta dai raid israeliani.
Soprattutto ieri, dopo il duro monito da Tokyo del premier Ehud Olmert. Bersaglio dell'aviazione di Tel Aviv, le basi di lancio dei razzi ma anche le postazioni di Hamas: una tattica che non ha, dunque, risparmiato i civili, in un territorio dove vivono, ammassate, un milione e mezzo di persone.
Risultato: quattro bambini tra i 7 e i 14 anni, due fratelli e due cugini, sono morti ieri mentre giocavano a pallone nel campo profughi di Jabalia. Un loro vicino di casa di 12 anni è deceduto poco dopo in ospedale. Decine e decine i feriti, in una situazione disastrosa dal punto di vista sanitario. Aggravata dal fatto che, tra i bersagli colpiti, c'è stato anche il Palestinian Medical Relief Committe di Mustafa Barghouthi, uno dei centri importanti per l'assistenza ai gazani. (...)

fonte Lettera 22

martedì 26 febbraio 2008

A call for transparent inquiry from PNA on the death of Majd Abdul-Aziz Al Barghouti

In a letter addressed to President Mahmoud Abbas and to Prime Minister Salam Fayyad, Luisa Morgantini, Vice President of the European Parliament, calls on the Palestinian National Authority for a serious investigation on the death of Majd Abdul-Aziz Al Barghouti, on 22nd February, inside a PNA Detention Center and in no clear circumstances, because he died for the fault of the heart muscle but according to a report (source Mezan) there were signs of torture to the victim's wrists and to his thigh.
"I knew with dismay the death of Majd Abdul-Aziz Al Barghouti - wrote Luisa Morgantini on her letter- the Palestinian Authorities has to support and start a transparent inquiry into the incident and in particular making clear the way he was treated inside the detention centre and his health conditions
Since Al Barghouti was arrested, on 14 February 2008\nby the Palestinian General Intelligence in the West Bank, for political reasons and -it seems- without observance of the legal process, it's as well necessary to go beyond by examining the way he was caught under arrest, confirming or not that he was not presented before a prosecutor or a judge after twenty-four hours of detention as stipulated in Palestinian Penal Law continued the letter.
Refusing all logic based on doubled standards, I am convinced that it's necessary to condemn violence and human rights violations, always.
the Palestinian Authorities has to support and start a transparent inquiry into the incident and in particular making clear the way he was treated inside the detention centre and his health conditions".
"Since Al Barghouti was arrested, on 14 February 2008 by the Palestinian General Intelligence in the West Bank, for political reasons and -it seems- without observance of the legal process, it's as well necessary to go beyond by examining the way he was caught under arrest, confirming or not that he was not presented before a prosecutor or a judge after twenty-four hours of detention as stipulated in Palestinian Penal Law" continued the letter.
"Refusing all logic based on doubled standards, I am convinced that it's necessary to condemn violence and human rights' violations, always. (...)

In una lettera indirizzata al Presidente Mahmoud Abbas e al Primo Ministro Salam Fayyad, Luisa Morgantini, Vice Presidente del Parlamento Europeo ha chiesto oggi all'Autorità Nazionale Palestinese di avviare un'accurata inchiesta sulla morte di Majd Abdul-Aziz Al Barghouti, avvenuta lo scorso 22 febbraio dentro un Centro di Detenzione dell'ANP e in circostanze non chiare, perché Majd Al Barghouti è morto per insufficienza cardiaca ma secondo un rapporto (fonte Mezan) sono stati ritrovati dei segni di tortura sui suoi polsi e su una gamba.
"Ho appreso con sgomento della morte di Majd Abdul-Aziz Al Barghouti – ha scritto Luisa Morgantini nella sua lettera- l'Autorità Palestinese deve dare il suo sostegno e avviare un'inchiesta trasparente su questo caso e in particolare chiarire il modo in cui Al Barghouti è stato trattato all'interno del centro di detenzione e le sue condizioni di salute". "Poiché Al Barghouti è stato arrestato lo scorso 14 febbraio dai Servizi di Intelligence palestinesi della West Bank per motivi politici e -a quanto pare- senza l'osservanza di un processo legale, è allo stesso tempo necessario andare più a fondo, esaminando il modo in cui è stato tratto in arresto, confermando o smentendo il fatto che egli non sia stato condotto davanti a un pubblico ministero o ad un giudice prima delle 24 ore di detenzione come sancito dal codice penale palestinese" prosegue la lettera. "Rifiutando ogni logica basata sui 'due pesi e due misure', sono convinta che sia necessario condannare ogni violenza e violazione dei diritti umani, sempre." (...)

fonte Luisa Morgantini

lunedì 18 febbraio 2008

Delayed supply convoy enters Gaza Strip

After two weeks of delay, aid gathered by a coalition of Israeli groups passed into the Gaza Strip at the Sufa Border Crossing near Kibbutz Kisufim on Monday.
Early on Monday afternoon the supply convoy was permitted to cross into Gaza after weeks of negotiations with the Israeli authorities. (...)

fonte Maan News Agency, Delayed supply convoy enters Gaza Strip

sabato 16 febbraio 2008

Fiera del libro di Torino: boicottare sì o no?

La Fiera del libro di Torino dall'8 al 12 maggio avrà come paese ospite Israele
e qua sono inziate subito le polemice: il 2008 Israele festeggia i 60 anni di fondazione, la Palestina festeggia invece i 60 anni di nakba ...
e quindi c'è chi sostiene che la fiera vada boicottata (tra cui Suad Amiry, Paola Canarutto) e chi esprime le ragioni di un non boicottaggio (compresi gli organizzatori della Fiera in una lettera di risposta a Tariq Ramadan, o l'appello contro il boicottaggio di Khaled Fouad Allam e Victor Magiar) ...
A me è piaciuto questo intervento su Hawiyya che invita a non fare boicottaggio in quanto arma poco efficace in questo frangente ma a rispondere con la guerriglia comunicativa della controinformazione .... e citando Nazione Indiana e il blog di Sherif El Sebaie ...

venerdì 15 febbraio 2008

una storia vera

Nello spot gli ex militari chiedono a un altro ragazzo israeliano dove abbia svolto il servizio militare

Internazionale 731, 14 febbraio 2008

Di recente in Israele è stato lanciato uno spot per il servizio militare, accompagnato dallo slogan: "Un vero israeliano non fugge". Nel video si vedono alcuni giovani israeliani che, in quello che sembra un albergo indiano, si vantano delle loro esperienze militari con una ragazza straniera.
È un dato di fatto che, abbandonata l'uniforme, molti giovani fanno lunghi viaggi all'estero. Nello spot gli ex militari chiedono a un altro ragazzo israeliano dove abbia svolto il servizio militare. E questo rimane in silenzio, con gli occhi bassi. Il messaggio è chiaro.
Lo spot è stato girato in un piccolo ristorante di Tel Aviv. Alcuni dei camerieri, infastiditi per essere stati coinvolti nel video, hanno deciso di girare un contro-spot. La scena è simile, anche se i camerieri parlano in ebraico e la ragazza non ha i capelli biondi.
Due dei protagonisti raccontano di aver abbandonato il servizio militare perché non sopportavano quello che erano costretti a vedere ogni giorno. La ragazza, invece, ha lasciato l'esercito, dove faceva l'assistente sociale, dopo il suicidio di due soldati.
Il terzo cameriere ha scelto il carcere pur di non arruolarsi. Gli altri commentano: "Lo stato non si è mai occupato della sua famiglia. Perché mai lui avrebbe dovuto servirlo?". "E tu?", chiedono infine tutti al quarto ragazzo. Che, imbarazzato, non dice una parola. Il video si chiude con una scritta: "Un vero israeliano non fugge… dalla verità".
All'inizio non volevo scrivere di questa vicenda. Per parlare di un fatto del genere, mi dicevo, passo troppo poco tempo in Israele e inoltre conosco gli umori della mia società solo attraverso la tv.
Poi, quando ho scoperto che il contro-spot si era diffuso su internet, mi sono ricordata che oggi viviamo nel mondo virtuale non meno che in quello reale. Inoltre avevo seguito le polemiche sollevate dal video tra gli utenti della rete. Così ho capito che anche voi, cari lettori di Internazionale, meritavate di conoscere questa storia.

fonte Internazionale, Amira Hass