mercoledì 30 maggio 2007
downtown
Ramallah: in pieno centro, militari israeliani invadono la città per catturare un militante palestinese e, dopo averlo ferito, sparando anche a civili, lo uccidono (un'esecuzione pubblica).
Ma’an’s correspondent reported that the Israeli undercover unit besieged a building on Rukab Street, in the centre of the West Bank city of Ramallah. The force shot an Al-Aqsa Brigades activist, ‘Omar Thahir Abdul Jalil, known as ‘Tiger’, to death.
As the undercover unit entered, Israeli military vehicles invaded Ramallah from several sides and besieged the area in which the undercover unit was operating. The Israeli forces also shot at Palestinian citizens, injuring four.
Palestinian minister of information and formal government spokesperson, Mustafa Barghouthi, denounced the Israeli operation in Ramallah.
He said, "The Israeli soldiers conducted a public execution in Ramallah of ‘Omar Thahir Abdul Jalil, after they injured him in the leg and he fell down. They riddled his head and body with bullets from close range." Barghouthi dubbed the operation a “cruel targeted killing.”
Barghouthi said, “The Israeli conduct in Ramallah reflects a further Israeli escalation and a new criminal act, which represents the real Israeli response to the Palestinian ceasefire efforts.”
(fonte Maan News)
Bologna: qui è la violenza quotidiana che emerge, ancora una volta in zona universitaria, praticamente in centro.
Due albanesi sono stati feriti a colpi di pistola (uno è in pericolo di vita) la scorsa notte nel centro storico di Bologna, mentre si trovavano a bordo di un'auto. Il più grave è un trentaduenne, mentre il connazionale, di 26 anni, è stato giudicato in 'codice 2', cioé in condizioni di media gravità, dagli operatori sanitari di Bologna soccorso; entrambi sono stati ricoverati all'ospedale Maggiore. In tutto i colpi esplosi sarebbero stati tre.
(fonte Ansa)
fatti molto diversi tra loro, certamente, ma comunque episodi di violenza che ci fanno sentire poco sicuri nelle nostre città, a Ramallah come a Bologna ...
PS: aggiungo ora un articolo (in English) di Sam Bahour pubblicato da Electronic Intifada con la cronaca di chi era presente al fatto di Ramallah ...
Ma’an’s correspondent reported that the Israeli undercover unit besieged a building on Rukab Street, in the centre of the West Bank city of Ramallah. The force shot an Al-Aqsa Brigades activist, ‘Omar Thahir Abdul Jalil, known as ‘Tiger’, to death.
As the undercover unit entered, Israeli military vehicles invaded Ramallah from several sides and besieged the area in which the undercover unit was operating. The Israeli forces also shot at Palestinian citizens, injuring four.
Palestinian minister of information and formal government spokesperson, Mustafa Barghouthi, denounced the Israeli operation in Ramallah.
He said, "The Israeli soldiers conducted a public execution in Ramallah of ‘Omar Thahir Abdul Jalil, after they injured him in the leg and he fell down. They riddled his head and body with bullets from close range." Barghouthi dubbed the operation a “cruel targeted killing.”
Barghouthi said, “The Israeli conduct in Ramallah reflects a further Israeli escalation and a new criminal act, which represents the real Israeli response to the Palestinian ceasefire efforts.”
(fonte Maan News)
Bologna: qui è la violenza quotidiana che emerge, ancora una volta in zona universitaria, praticamente in centro.
Due albanesi sono stati feriti a colpi di pistola (uno è in pericolo di vita) la scorsa notte nel centro storico di Bologna, mentre si trovavano a bordo di un'auto. Il più grave è un trentaduenne, mentre il connazionale, di 26 anni, è stato giudicato in 'codice 2', cioé in condizioni di media gravità, dagli operatori sanitari di Bologna soccorso; entrambi sono stati ricoverati all'ospedale Maggiore. In tutto i colpi esplosi sarebbero stati tre.
(fonte Ansa)
fatti molto diversi tra loro, certamente, ma comunque episodi di violenza che ci fanno sentire poco sicuri nelle nostre città, a Ramallah come a Bologna ...
PS: aggiungo ora un articolo (in English) di Sam Bahour pubblicato da Electronic Intifada con la cronaca di chi era presente al fatto di Ramallah ...
lunedì 28 maggio 2007
camera con vista
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domenica 27 maggio 2007
a spasso per Nablus
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sabato 26 maggio 2007
un po' di mare ...
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venerdì 25 maggio 2007
tha Palestinian Circus school
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The Palestinian Circus School wants to develop the creative potential of young people in Palestine, seeking to engage them, empowering them to challenge their perspective of themselves, to become positive actors in their society. Next to that the Palestinian Circus School wants to encourage the development of a new art form in Palestine, and nurture a new generation of artists. An art form that is dynamic, experimental, and aimed at challenging traditional perceptions of arts and artistic interaction. In last instance, we want the Palestinian Circus School to be an open space for creativity on all levels, enhancing a very strong level of participation of all people involved; students, trainers, volunteers and the community at large.
giovedì 24 maggio 2007
cittadinanza
Ho conosciuto un ragazzo figlio di un palestinese e una italiana, abitano a Birzeit, niente di strano, no? invece sì, sono palestinesi ma nessuno di loro ha una carta di identità palestinese perchè è solo dal 1999 che sono rientrati dopo esser stati in Giordania e Dubai. Di fatto adesso sono più di 7 anni che tutti loro viaggiano utilizzando il passaporto italiano o giordano, ogni tre mesi tornano in Giordania perchè devono rinnovare il visto israeliano, rimangono là qualche giorno, poi rientrano in territorio israeliano sperando di ottenere un visto di 3 mesi (a volte è di solo 1 mese), visto che è turistico, non è possibile ottenere alcun permesso di soggiorno o visto per motivi di lavoro in territorio palestinese. Di solito fanno in modo che almeno uno della famiglia sia a casa durante questi spostamenti perchè i ladri sono già andati un paio di volte a svaligiargli la casa.
Ogni volta viaggiano con l'ansia che il visto sia negato e che non si possa far ritorno a casa, o che a qualcuno il visto venga dato e ad altri no, inventando scuse rispetto alla propria attività lavorativa e luogo di residenza.
"Mio padre ha 74 anni, non potrebbe reggere se non gli fosse rinnovato il visto... come facciamo a vivere così? questa è la nostra casa, questa è la nostra terra ma non abbiamo alcun diritto di cittadinanza".
Cittadini di stati occidentali, con parenti, amici, casa e lavoro nei Territori occupati palestinesi, non possono rientrare in patria per il divieto delle autorità israeliane che controllano le frontiere esterne e interne.
Per la maggioranza si tratta di palestinesi nati qui ma che negli anni hanno "perso" la residenza. Dopo il 1967, le autorità di occupazione israeliane hanno decimato il numero dei residenti palestinesi. Israele è ricorso a una serie di stratagemmi per fare in modo che chi viveva, studiava o lavorava all'estero perdesse i suoi diritti.
Dopo la costituzione dell'Autorità Palestinese, nel 1994, la situazione era migliorata. Anche se queste persone continuavano a vedersi negato lo status di residenti, potevano vivere nei Territori come "turisti permanenti": ogni tre mesi dovevano lasciare il paese e rientrare muniti di un nuovo visto turistico.
Anche se molti sono convinti che il processo di Oslo abbia garantito ai palestinesi un'autorità sovrana, Israele ha conservato il controllo sul registro dell'anagrafe palestinese. Matrimoni, nascite, cambi di residenza, decessi: tutto deve essere registrato nella banca dati del ministero dell'interno israeliano.
È prerogativa di Israele autorizzare o respingere i cambi di residenza, soprattutto da Gaza alla Cisgiordania. E, in pratica, è sua prerogativa autorizzare o respingere i matrimoni dei palestinesi con i non residenti. Con lo scoppio della seconda intifada le restrizioni sono aumentate. Migliaia di persone sono state separate dalle loro famiglie. Molte altre sono rimaste nei Territori anche dopo la scadenza del visto e sono ormai prigioniere in casa.
Oggi, con Hamas al governo, sono colpiti anche gli occidentali, compresi professori universitari, medici, musicisti e uomini d'affari. A metà degli anni novanta molti di loro erano tornati nelle città d'origine sperando di contribuire alla nascita dello stato palestinese implicita negli accordi di Oslo.
Ho chiesto ad alcuni diplomatici stranieri cosa ne pensavano: "Non possiamo interferire con le decisioni sovrane di Israele". Questo significa che gli stati occidentali accettano il "diritto" d'Israele di privare le università palestinesi dei loro docenti, smantellare solide attività imprenditoriali e separare i padri dai figli.
(Amira Hass, Esilio forzato)
Ogni volta viaggiano con l'ansia che il visto sia negato e che non si possa far ritorno a casa, o che a qualcuno il visto venga dato e ad altri no, inventando scuse rispetto alla propria attività lavorativa e luogo di residenza.
"Mio padre ha 74 anni, non potrebbe reggere se non gli fosse rinnovato il visto... come facciamo a vivere così? questa è la nostra casa, questa è la nostra terra ma non abbiamo alcun diritto di cittadinanza".
Cittadini di stati occidentali, con parenti, amici, casa e lavoro nei Territori occupati palestinesi, non possono rientrare in patria per il divieto delle autorità israeliane che controllano le frontiere esterne e interne.
Per la maggioranza si tratta di palestinesi nati qui ma che negli anni hanno "perso" la residenza. Dopo il 1967, le autorità di occupazione israeliane hanno decimato il numero dei residenti palestinesi. Israele è ricorso a una serie di stratagemmi per fare in modo che chi viveva, studiava o lavorava all'estero perdesse i suoi diritti.
Dopo la costituzione dell'Autorità Palestinese, nel 1994, la situazione era migliorata. Anche se queste persone continuavano a vedersi negato lo status di residenti, potevano vivere nei Territori come "turisti permanenti": ogni tre mesi dovevano lasciare il paese e rientrare muniti di un nuovo visto turistico.
Anche se molti sono convinti che il processo di Oslo abbia garantito ai palestinesi un'autorità sovrana, Israele ha conservato il controllo sul registro dell'anagrafe palestinese. Matrimoni, nascite, cambi di residenza, decessi: tutto deve essere registrato nella banca dati del ministero dell'interno israeliano.
È prerogativa di Israele autorizzare o respingere i cambi di residenza, soprattutto da Gaza alla Cisgiordania. E, in pratica, è sua prerogativa autorizzare o respingere i matrimoni dei palestinesi con i non residenti. Con lo scoppio della seconda intifada le restrizioni sono aumentate. Migliaia di persone sono state separate dalle loro famiglie. Molte altre sono rimaste nei Territori anche dopo la scadenza del visto e sono ormai prigioniere in casa.
Oggi, con Hamas al governo, sono colpiti anche gli occidentali, compresi professori universitari, medici, musicisti e uomini d'affari. A metà degli anni novanta molti di loro erano tornati nelle città d'origine sperando di contribuire alla nascita dello stato palestinese implicita negli accordi di Oslo.
Ho chiesto ad alcuni diplomatici stranieri cosa ne pensavano: "Non possiamo interferire con le decisioni sovrane di Israele". Questo significa che gli stati occidentali accettano il "diritto" d'Israele di privare le università palestinesi dei loro docenti, smantellare solide attività imprenditoriali e separare i padri dai figli.
(Amira Hass, Esilio forzato)
mercoledì 23 maggio 2007
musica
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martedì 22 maggio 2007
Identity card
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Scrivi: sono un arabo; | Record! I am an Arab; | |
un nome senza titolo | I have a name without a title | |
e resto paziente in una terra | Patient in a country | |
dove tutto vive con impulso di furia. | Where people are enraged | |
Le mie radici si sono ancorate qua, | My roots were entrenched | |
prima del nascere del tempo | before the birth of time | |
prima dell’apertura delle ere | And before the opening of the eras | |
anteriormente ai cipressi, agli uliveti | Before the pines, and the olive trees | |
Mio padre …viene dalla stirpe dell’aratro, | My father.. descends from the family of the plow | |
non è un figlio di signori privilegiati, | Not from a privileged class | |
mio nonno pure era un contadino | And my grandfather... was a farmer | |
né ben cresciuto, né ben nato! | Neither well-bred, nor well-born! | |
Mi insegnava l’orgoglio del sole | Teaches me the pride of the sun | |
prima di insegnarmi la lettura dei libri. | Before teaching me how to read | |
La mia casa è la guardiola di un custode | And my house is like a watchman's hut | |
fatta di rame e di canna. | Made of branches and cane. | |
Sei soddisfatto della mia posizione? | Are you satisfied with my status? | |
Ho un nome senza titolo! | I have a name without a title! | |
Scrivi: sono un arabo; | Record! I am an Arab | |
dai capelli color carbone | The color of my hair - is black | |
e dagli occhi bruni. | The color of my eyes - is brown | |
La mia descrizione: | And my distinctive features: | |
un akal sulla kufiyya copre il mio capo; | The head-dress is kuffiya, hatta wi'gal | |
e il palmo della mano duro come la roccia. | And the hand is solid like a rock. | |
Il mio piatto preferito | My favorite meal | |
è l'olio d'oliva con zatar | is olive oil and zatar | |
Il mio indirizzo è: un villaggio disarmato … dimenticato | And my address: a village - isolated and deserted | |
dalle vie senza nomi. | where the streets have no names | |
(...) | ||
Mahmoud Darvish, Carta d'identità | Mahmoud Darwish, Identity card |
lunedì 21 maggio 2007
domenica 20 maggio 2007
e oggi...
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Gaza
la situazione sta sempre più precipitando....
19 maggio
Gerusalemme, 07:44— M.O.: OGGI ABU MAZEN A GAZA PER TREGUA TRA FATAH E HAMAS
Gaza, 11:15— M.O.: RAID ISRAELIANO A NORD GAZA, UCCISO UN PALESTINESE
Gaza, 12:18— M.O.: RAID ISRAELIANO A NORD GAZA, UCCISI DUE PALESTINESI
Gaza, 13:22— M.O.: HAMAS E FATAH CONCORDANO NUOVO CESSATE IL FUOCO
l Cairo, 22:27— DAL CAIRO APPELLO A FATAH E HAMAS, RISPETTATE TREGUA
Gaza, 23:46— M.O.: RAID AEREO ISRAELIANO SU JABALYA, UN MORTO
20 maggio
Gerusalemme, 16:37— M.O.: ALTRI 10 RAZZI LANCIATI DA GAZA SU ISRAELE
Gerusalemme, 18:34— M.O: ISRAELE, VIA LIBERA AD AUMENTO RAID SU GAZA
Gaza, 19:03— M.O.: ESPLOSIONE A NORD DI GAZA
(fonte La Repubblica)
ma queste brevi notizie di lotte tra palestinesi e palestinesi, israeliani e palestinesi, palestinesi e libanesi, con la conta dei morti, dei razzi, etc. non dicono niente di chi è là, di chi sta subendo tutto ciò, di tutte le vittime innocenti, dei bambini uccisi, delle case sventrate, degli uomini e delle donne che non hanno più speranze ...
19 maggio
Gerusalemme, 07:44— M.O.: OGGI ABU MAZEN A GAZA PER TREGUA TRA FATAH E HAMAS
Gaza, 11:15— M.O.: RAID ISRAELIANO A NORD GAZA, UCCISO UN PALESTINESE
Gaza, 12:18— M.O.: RAID ISRAELIANO A NORD GAZA, UCCISI DUE PALESTINESI
Gaza, 13:22— M.O.: HAMAS E FATAH CONCORDANO NUOVO CESSATE IL FUOCO
l Cairo, 22:27— DAL CAIRO APPELLO A FATAH E HAMAS, RISPETTATE TREGUA
Gaza, 23:46— M.O.: RAID AEREO ISRAELIANO SU JABALYA, UN MORTO
20 maggio
Gerusalemme, 16:37— M.O.: ALTRI 10 RAZZI LANCIATI DA GAZA SU ISRAELE
Gerusalemme, 18:34— M.O: ISRAELE, VIA LIBERA AD AUMENTO RAID SU GAZA
Gaza, 19:03— M.O.: ESPLOSIONE A NORD DI GAZA
(fonte La Repubblica)
ma queste brevi notizie di lotte tra palestinesi e palestinesi, israeliani e palestinesi, palestinesi e libanesi, con la conta dei morti, dei razzi, etc. non dicono niente di chi è là, di chi sta subendo tutto ciò, di tutte le vittime innocenti, dei bambini uccisi, delle case sventrate, degli uomini e delle donne che non hanno più speranze ...
venerdì 18 maggio 2007
in città
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Come questa al carretto dei lupini e delle pannocchie, o questa mamma con 5 dei suoi 7 figli (ce n'era un'altra grande con in braccio l'altro gemellino) che han voluto farsi fare una foto da me.
mercoledì 16 maggio 2007
martedì 15 maggio 2007
al Nakba
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ma in occasione delle celebrazioni per il 59° anniversario della Al Nakba (catastrofe) ho trovato un articolo con alcune storie (alcune delle tante) di profughi palestinesi: The untold stories (fonte IMEU).
I Palestinesi commemorano il 15 maggio 1948, giorno in cui, all'alba della nascita dello stato di Israele, piu' di 500 villaggi palestinesi furono completamente distrutti e occupati, piu' di 700.000 Palestinesi furono espulsi dalle loro case e costretti a vivere nei campi profughi. Ancora oggi i profughi palestinesi aspettano di poter ritornare nella loro terra.
Un rapporto sulla Nakba del Palestinian central Bureau of Statistic è visibile qui (in English).
Un video sulla Nakba è proposto da Arcoiris TV: Nakba - una carovana per i diritti del popolo palestinese in formato Real Player, Wmv oppure mp3 (solo audio) (grazie ad Arcoiris TV per la collaborazione).
lunedì 14 maggio 2007
sabato 12 maggio 2007
arrivata
tutto ok, sono già sistemata, auto, casa, pranzo ora dal Pronto Cafè (specialità italiane, hanno anche il maiale...) così mi collego in rete.
ovviamente piove, strade allagate ... chi è che mi ha detto l'altro giorno che ha portato la pioggia nel deserto in Tunisia?? beh, anche io allora, dato che era già caldo...
jalla jalla ...
ovviamente piove, strade allagate ... chi è che mi ha detto l'altro giorno che ha portato la pioggia nel deserto in Tunisia?? beh, anche io allora, dato che era già caldo...
jalla jalla ...
venerdì 11 maggio 2007
I'm in a mess!
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quello che manca, pazienza, tanto si trova tutto là ... forse ...
speriamo che non mi stressino subito all'aeroporto ...
sorridere, sorridere, sorridere ...
mercoledì 9 maggio 2007
erasmus
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"Simone Veil parlava dell'Europa come di uno stato d'animo - ci ha detto il ministro Giovanna Melandri -. Sono poche le iniziative che, al pari dell'Erasmus, hanno contribuito a formare questo stato d'animo. Un milione e mezzo di europei sono partiti per vivere un'esperienza di vita. Noi abbiamo la voglia di celebrare questi ragazzi." (da La Repubblica) Venti di Erasmus è il sito di questa iniziativa che si svolge tra Bologna e Rimini dal 9 al 12 maggio. davvero una bellissima esperienza formativa fatta soprattutto di incontri, di persone, di scambi che rimangono per la vita ... io sono stata 6 mesi a Gent (Belgio) nel lontano 1994 ...
venerdì 4 maggio 2007
freedom of the press
Le motivazioni di questa promozione sono: "However, in a major positive move, Italy was upgraded in 2006 to resume its Free status primarily as a result of media magnate Silvio Berlusconi’s exit as prime minister." (fonte Freedom House, Press Release).
La classifica è redatta da Freedom House, "an independent nongovernmental organization that supports the expansion of freedom in the world".
Per vedere grafici, clicca qua (in English).
mercoledì 2 maggio 2007
Olmert, chieste le dimissioni
Anche da Kadima, il suo stesso partito, arriva la richiesta di dimissioni per il premier israeliano Ehud Olmert, nella bufera per la gestione della guerra in Libano. E' stato il capo del gruppo parlamentare del partito ad invitare oggi il premier a lasciare l'incarico, dopo la pubblicazione di un rapporto della commissione di inchiesta particolarmente critico nei confronti del governo e dei vertici militari per gli errori dell'offensiva contro Hezbollah, dell'estate scorsa.
E se il premier ha ribadito di non voler rassegnare le dimissioni ma di voler lavorare per rimediare agli errori compiuti, il ministro della Difesa Amir Peretz invece avrebbe già deciso di lasciare l'incarico. Ne ha dato notizia la radio pubblica, dicendo che l'annuncio ufficiale arriverà nelle prossime ore. Peretz è additato nel rapporto, insieme all'ex capo dell'esercito Dan Halutz e al primo ministro Olmert, come uno dei responsabili del fallimento dei 34 giorni di campagna militare in Libano. (...)
Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano Yediot Aharonot, il 65% degli israeliani vuole che il premier si dimetta subito, il 25% vuole attendere la pubblicazione del rapporto definitivo della commissione Winegrad, prevista a luglio, e solo il 10% vuole che il governo attuale resti in carica. Il 51% vuole elezioni anticipate.
(fonte La Repubblica)
E se il premier ha ribadito di non voler rassegnare le dimissioni ma di voler lavorare per rimediare agli errori compiuti, il ministro della Difesa Amir Peretz invece avrebbe già deciso di lasciare l'incarico. Ne ha dato notizia la radio pubblica, dicendo che l'annuncio ufficiale arriverà nelle prossime ore. Peretz è additato nel rapporto, insieme all'ex capo dell'esercito Dan Halutz e al primo ministro Olmert, come uno dei responsabili del fallimento dei 34 giorni di campagna militare in Libano. (...)
Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal quotidiano Yediot Aharonot, il 65% degli israeliani vuole che il premier si dimetta subito, il 25% vuole attendere la pubblicazione del rapporto definitivo della commissione Winegrad, prevista a luglio, e solo il 10% vuole che il governo attuale resti in carica. Il 51% vuole elezioni anticipate.
(fonte La Repubblica)
martedì 1 maggio 2007
primo maggio
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