venerdì 6 aprile 2007

un'altra Pasqua

MARCIA DI PASQUA
Contenuti e obiettivi della Marcia di Pasqua:
La Marcia di Pasqua che si svolgerà a Roma l'8 aprile 2007 è stata promossa da Nessuno tocchi Caino, il Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Radicali Italiani per rafforzare, con un invito a tutte le cittadine e i cittadini a partecipare, l'impegno espresso dal Parlamento italiano all'unanimità e del Governo a presentare la risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali all'Assemblea Generale dell'ONU in corso e conquistare così un nuovo diritto umano e civile per l'umanità intera.
(fonte
Nessuno Tocchi Caino)

Contro la pena di morte nel mondo:

Per leggere il testo dell'appello clicca
qui.
Per firmare l'appello online clicca
qui.

giovedì 5 aprile 2007

Rahmatullah Hanefi e Adjmal Nashkbandi

Rahmatullah Hanefi, responsabile afgano dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, è detenuto dal 20 marzo dai servizi di sicurezza afgani, senza che ci siano delle prove a suo carico: il suo aiuto potrebbe essere determinante per la liberazione di Adjmal Nashkbandi, l'interprete di Daniele Mastrogiacomo. Solo la Croce Rossa Internazionale è riuscita a vederlo in carcere ma i servizi di sicurezza afgani stanno apertamente agendo in maniera stile nei confronti di Emergency.
In un recente comunicato stampa Emergency ha affermato:
L’attività di Emergency in Afganistan non è intesa a compiacere qualche governo o qualche autorità, ma soltanto a rispondere ai bisogni di feriti e malati. Non è pertanto modificabile da circostanze esterne e ad essa non direttamente connesse. Questa attività, ovviamente, può avere luogo solo nelle condizioni che ne consentono lo svolgimento: non ha alcuna funzione simbolica o “di rappresentanza” che ne giustifichi la durata “comunque”. Si svolge grazie al sostegno di un gran numero di donatori che di null’altro ci incaricano che dell’impegno a salvare vite umane. Continueremo in queste attività finché saranno possibili, ma soltanto se saranno possibili. Se in Afganistan essere dipendenti di Emergency costituirà un inedito titolo di reato, non sarà possibile a Emergency continuare quella parte delle sue attività che si svolge in Afganistan. Vogliamo evitare questa situazione esclusivamente per la consapevolezza che l’assenza o la sospensione di questa onerosa attività sarebbe di grave, irrimediabile danno per feriti e malati.
Emergency chiede anche di firmare un appello (a cui abbiamo aderito già in più di 140mila) per chiedere al Governo italiano di impegnarsi per queste liberazioni.
Aderiamo all'appello!
Sign it!

mercoledì 4 aprile 2007

boicottare chi?

chi si permette di criticare Israele per la sua politica viene accusato di antisemitismo: intellettuali, accademici, filosofi, registi (Eyal Sivan -autore di Route 181, Noam Chomsky, Tony Kushner -che ha scritto la sceneggiatura di Munich, Tony Judt -storico, Tony Lerman -direttore dell' Institute for Jewish Policy Research), chiunque cerchi di analizzare la questione israeliano-palestinese con un'ottica critica viene accusato di antisemitismo, come se volesse negare l'Olocausto. Da molte parti si levano voci di protesta e di accusa e azioni popolari di boicottaggio contro Israele. Ma c'è un altro boicottaggio, che produce molte più vittime: quello del cosiddetto Quartetto che da gennaio 2006 ha bloccato i finanziamenti al governo palestinese.
Quale boicottaggio preferite?
qua di seguito alcuni stralci dell'articolo del regista e accademico israeliano Haim Bresheeth.

Over the last few months a campaign of vile propaganda has been waged, not for the first time, against liberal Jewish intellectuals who have angered the dominant Jewish communities of the main Western countries.
The charge? Anti-Semitism, no less. In different communities, an accusatory finger is pointed at those Jewish thinkers and artists who have dared to criticise Israel and its illogical, barbaric and counter- productive policies and actions. Anyone who strays from the simple line of full support for whatever Israel chooses to do, however infuriating, is tarred with the brush of anti-Semitism, used as a magical incantation against heretics outside the Zionist faith. (...)
While it may be permissible for intellectuals in some countries to criticise their governments, and it might even be enshrined within the democratic rights of self-expression and public speech, such a right apparently does not exist when discussing Israel. (...)
The cynical use and abuse of the events of the Holocaust seems to be the secret weapon of Israel and its Jewish (and non- Jewish) uncritical supporters. (...)
In many communities, Jews have realised that it is time to stand up and be counted, exactly because of the abuse of the Holocaust and its use in defending that that is indefensible. Many have joined the growing boycott of Israel -- the trade, academic and cultural boycotts -- as non-aggressive options for public and international action against Israel and its continued aggression against Palestine and other Arab countries. That is the real source of worry for organised Zionist institutions; this growing snowball is starting to move, at last, collecting force and momentum along the way and swaying public opinion in a number of countries against Israel and its uncritical protection by Western powers.
The results of such protest actions can be foreseen. We witnessed the growth of the anti-apartheid movement from a small group of radicals and activists to worldwide action that swept away the South African regime and its injustices. This is what Israel and its allies in crime fear most -- a genuine popular movement that will force international involvement in finding a peaceful and just solution to the conflict after all Western-led attempts have failed miserably due to their total commitment to the Israeli cause and their implicit support for the continued occupation and its iniquities.
While this popular boycott is gathering pace, and being attacked as anti-Semitic, another boycott has been very successfully applied for a whole year. Since January 2006, when democratically-run Palestinian elections produced large popular backing for Hamas, Israel and its Western allies -- the so-called "Quartet" -- have illegally boycotted Palestine and its government in every way possible. (...)
The Quartet boycott, which includes the UN, is illegal, like the preceding Afghanistan and Iraq fiascos, and as likely to produce the opposite results of those projected by its participants. It is also a boycott that is destructive, divisive, and which exposes the population of Palestine to shortages of food, medicine and funds to run their basic services, neither was it discussed nor voted upon by parliaments anywhere, or even publicly debated in a serious manner.

Which boycott do you prefer? Which is more likely to cause harm, and which is the one that may contribute to a future just solution and peaceful coexistence? Remembering South Africa is useful and spurious accusations of anti-Semitism should not prohibit rational and much-needed debate.

(qua l'articolo completo pubblicato su Al-Ahram Whose boycott is it anyway).

martedì 3 aprile 2007

Dutch-Palestinian Week, April 2-8

New ideas for civic initiatives between Dutch and Palestinian youth are being explored this week as part of the first Dutch-Palestinian Week, April 2-8.
Under the title, 'Youth are the future', a Dutch rapper is performing in a refugee camp in Bethlehem (West Bank) and in Sakhnin (northern Israel), and a graffiti artist will demonstrate his skills on the Separation Wall in Anata (north of Jerusalem).
Musica, arte e mondo giovanile: la cittadinanza attiva passa anche da qui!

(fonte Maannews)

domenica 1 aprile 2007

cogliere opportunità di pace

è quanto suggerisce Angela Merkel, cancelliere tedesco, al premier israeliano Olmert:
Israeliani e palestinesi non debbono perdere "l'opportunità" di far ripartire i negoziati, dopo che i Paesi arabi hanno rinnovato l'offerta di una pace con lo Stato ebraico confermando l'appoggio al piano saudita del 2002, la cosiddetta Iniziativa Araba, che prevede in cambio la restituzione di tutti i territori invasi da Israele durante la Guerra dei Sei Giorni, nel '67, e poi annessi unilateralmente. (...) "Attraversiamo un periodo in cui percepiamo che le cose si stanno muovendo", ha dichiarato la signora Merkel in un discorso all'Università Ebraica di Gerusalemme, dove ha ricevuto un dottorato 'honoris causa'. "C'é una finestra di opportunità", ha proseguito il cancelliere, in cui "il mondo arabo è pronto a parlare del conflitto mediorientale e delle sue soluzioni".
Da Ramallah, Abu Mazen rilancia ugualmente che Israele deve rispondere con "passi concreti all'iniziativa (di pace, ndr) lanciata dai Paesi arabi": il premier Olmert, che ha giudicato interessanti alcuni punti del piano saudita, ha riconosciuto al termine dell'incontro a Gerusalemme con il cancelliere tedesco che "Israele si trova di fronte a un incrocio cruciale in cui prendere importanti decisioni", e ha aggiunto: "Siamo in una fase nella quale, da un lato, ci sono minacce da affrontare mentre, dall'altro, esiste l'opportunità di far avanzare il processo diplomatico con i Paesi arabi".

(fonte la Repubblica 1 e 2)

venerdì 30 marzo 2007

Palestine,31st Land Day Anniversary

31st Land Day Anniversary - "We will continue to claim our land!”
On March 30th, as Palestinians in our homeland and the diaspora, we remember Land Day and strengthen our struggle for Land, Justice and Return. In 1976, 6 Palestinians were killed and a hundred injured by Israeli forces as Palestinians went on strike against a massive land confiscation scheme in the Galilee. Land theft and colonization continues in the Galilee and Naqab until today.
More than 30 years later, we will be again out in the streets and in the fields confronting the Occupation in dozens of protests and demonstrations, uniting the people in villages and cities across the West Bank in a week of continuous mobilization.
In the West Bank, including Jerusalem, the Apartheid Wall, settlements and their road system are de facto confiscating over half of our land and most of our water resources and agricultural fields. Israeli apartheid is creating something worse than Bantustans: open air prisons surrounded by 8-meter high cement walls and sealed by gates, checkpoints and terminals. Thousands of families are in danger of losing their homes to make space for Israeli colonization and entire communities are to be razed to the ground. Dispossessed farmers watch industrial estates growing on their land in a system designed to exploit and control.

Against concessions on our inalienable rights and our lives, we will continue to claim our land. We will rise up and put forward our demands, based on the principles of our struggle and the rights of our people.

We demand from the delegates to the Arab summit and its leaders:
No concessions over the Right of Return and no normalization with Israel before Israel:
- Recognizes its responsibility for the Palestinian catastrophe of 1948 (Nakba) and implements UN resolution 194 on the right of return
- Fully complies with the ICJ decision to remove the Wall and all associated constructions such as checkpoints, terminals and industrial zones, return all confiscated Palestinian land and grant due reparations
- Dismantles all settlements without exceptions
- Ends the isolation of Jerusalem and reverses its Judaization
- Ends the isolation of and stranglehold on the Gaza Strip
- Stops the discrimination of our people that carry Israeli citizenship and returns their confiscated property while recognizing their rights as humans and especially as indigenous people.
We demand from the Palestinian National Authority and all of its institutions:
A clear and strong position at the Arab summit representing our demands above.
Further, we ask to:
1. Stop any meetings with the Occupation as long as they continue to build the Apartheid Wall, confiscate our land and imprison our people via checkpoints and terminals.
2. Work at all levels to stop the ongoing expulsion and final destruction of 14 communities; in particular, Nu’man, Izbet at Tabib, Khirbet Zakariya, and Ein el-Juwezeh.
3. Immediately denounce and attempt to prevent the daily house demolitions. Over 4,646 houses are under destruction orders in the West Bank, with 3,800 in Jerusalem alone.
4. Stop abuse of our workers through middlemen and companies which steal part of the livelihoods of workers and their families, sharing the profits with Zionist employers.

Finally, the Occupation and the international community will receive our message via demonstrations and protests all over Palestine. It will be a message of continuing resistance and an uncompromising demand for our rights. Another popular Intifada is inevitably building up as long as our rights are ignored and our future confiscated.

Palestinian grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign

Oggi in Palestina (meglio, nei Territori Palestinesi Occupati) si celebra la 31ma giornata della "terra" per ricordare le terre (comprese le risorse idriche e le terre coltivabili) che ancora oggi continuano ad essere occupate e confiscate dagli israeliani (a causa del muso, delle colonie, etc...). Ci saranno proteste e dimostrazioni in molte zone e non solo oggi per dimostrare la resistenza, la lotta e la continua domanda dei diritti di un popolo che si sente dimenticato da tutti.

mercoledì 28 marzo 2007

razzismo

Recent poll reveals steep rise in racist views against Arabs in Israel; many participants feel hatred, fear when overhearing Arabic, 75 percent don’t approve of shared apartment buildings
Un recente inchiesta che ha intervistato 500 ebrei israeliani ha rivelato che il pregiudizio e il sentimento di diffidenza/razzismo nei confronti della popolazione araba è in aumento rispetto a solo due anni fa.
I matrimoni misti sono visti come un tradimento nazionale dal 50% (the marriage of a Jewish woman to an Arab man is equal to national treason), più della metà concorda sul fatto che Israele dovrebbe incoraggiare i cittadini arabi a emigrare dalla nazione (over half of the participants agreed that Israel should encourage its Arab citizens to immigrate from the country), e sempre più del 50% non vorrebbe lavorare sotto la direzione di un arabo (Over half of the participants said they would not want to work under the direct management of an Arab), mentre per il 55% arabi ed ebrei dovrebbero avere spazi per il divertimento separati (55 percent said “Arabs and Jews should be separated at entertainment sites”)
.
Alla domanda su cosa pensassero della cultura araba, il 37 % ha risposto di considerarla inferiore (When asked what they thought of Arab culture, over 37 percent replied, “The Arab culture is inferior.”).
Il Center against racism si dichiara veramente preoccupato e chiede l'intervento da parte del governo, soprattutto a livello educativo.
(fonte Ynet News)

martedì 27 marzo 2007

appuntamenti regolari

quelli che la Rice ha annunciato tra Abbas (Presidente palestinese) e Olmert (Primo Ministro israeliano) (ogni due settimane): non solo per parlare di sicurezza o di problemi "quotidiani" ma per iniziare a discutere della formazione dei due stati e del processo di pace.
(fonte Al Jazeera International, Olmert and Abbas to meet regularly)

sabato 24 marzo 2007

il vicolo


scena di vita quotidiana a Nablus: a volte le immagini dicono più di tante parole.

giovedì 22 marzo 2007

dolce far niente

ogni tanto mi piacerebbe oziare ma tra lezioni, traduzioni, studenti, mail, telefonate, libri da leggere, autobus/treni da prendere, creature e un tentativo di iniziare un corso di arabo... quando posso fermarmi a non fare niente?
ho anche un nuovo blog da seguire, aperto per i miei studenti...
sono così stanca che non riesco neanche a impegnarmi a mettere qualche notizia di rilievo su questo blog anche perché di notizie positive non ce ne sono...
le notizie più fresche che ho da Ramallah riguardano le fragole: oggi 3 kg di questo frutto da me adorato venivano venduti a 10 shekel (meno di 2 euro) ....
buon appetito!

mercoledì 21 marzo 2007

XII giornata contro la mafia

La giornata del 21 marzo, primo giorno di primavera, è il momento che Libera dedica alla memoria di tutti coloro che hanno dato la vita nel nostro Paese per contrastare le mafie: E’ questa l’occasione nella quale Libera rilancia ogni anno un impegno che non deve venire mai meno. Quest’anno in continuità con le altre edizioni ma anche con “Contromafie” i primi stati generali dell’antimafia di novembre scorso, il 21 marzo 2007 ribadisce con forza la voglia di tanti di essere contro tutte le mafie, contro la corruzione politica e gli intrecci clientelari che alimentano gli affari delle organizzazioni criminali e l’illegalità, e di voler continuare a costruire percorsi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà. Libera per la XII giornata ha scelto la Calabria, ha scelto Polistena cittadina al centro della Piana di Gioia Tauro un territorio tra i più importanti della regione per le sue potenzialità economiche e sociali ma condizionato anche dalla presenza della criminalità organizzata.

(dal sito di Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie)

sono già più di 700 i morti a causa della mafia e si parla solo di quelli riconosciuti come tali dallo Stato:
"da dodici anni, nella giornata che segna l'inizio della primavera, i nomi delle vittime vengono letti a voce alta, uno ad uno, da gente per bene proprio come loro hanno saputo essere in vita." (dal discorso di Romano Prodi).

non dimentichiamo.

lunedì 19 marzo 2007

Mastrogiacomo è libero!

dopo 15 giorni nelle mani dei talebani, finalmente il giornalista italiano di Repubblica rapito in Afghanistan è libero!
Il primo ringraziamente da parte di Daniele Mastrogiacomo è andato a Gino Strada: "Grande Gino, grazie Emergency" lo ha salutato l'ormai ex prigioniero, incontrandolo, subito dopo la liberazione, all'ospedale che l'organizzazione gestisce a Lashkar-gah, nel Sud del Paese. Parole di riconoscenza per il leader di Emergency, che da anni fa il chirurgo di guerra in Afghanistan, creando ospedali e curando i feriti di guerra: indipendentemente dalla loro appartenenza a questo o quel movimento, tribù, etnìa. Ed è proprio grazie al suo lavoro senza sosta, alla credibilità acquistata presso tutte le fasce della popolazione afgana, che Strada ha potuto svolgere un ruolo cruciale, nella vicenda di Daniele Mastrogiacomo. Strada infatti si è offerto come mediatore, in quello che è subito apparso come un sequestro politico.

domenica 18 marzo 2007

il nuovo governo palestinese

questo governo non piace a Israele: Olmert chiede che non venga riconosciuto dalla comunità internazionale perchè è composto anche da membri di Hamas.
Despite Olmert's pleas, initial reactions to the unity government have been positive. Norway has pledged full support of the unity government and announced that it will cooperate with the coalition. British foreign minister, Margaret Beckett, has lauded Palestinian president, Mahmoud Abbas', success in forming a unity government. France has called for easing the sanctions imposed on the Palestinian Authority.

staremo a vedere....

(fonte MaanNews)

venerdì 16 marzo 2007

il blog di Kareem

Abdul Kareem Nabeel Suleiman, meglio conosciuto con lo pseudonimo in Internet di Kareem Amer, ha 22 anni ed è nato a Alexandria in Egitto: cresciuto in una famiglia molto religiosa, ha sempre frequentato la scuola Al-Azhar (scuola religiosa). Crescendo, ha cominciato a ribellarsi contro l'estremismo religioso che percepiva nella sua scuola e ha iniziato a esprimere le sue opinioni in un blog (in arabo, per una traduzione in inglese delle sue idee cliccate qua): quando la scuola ha scoperto questo blog verso la fine del 2005, è stato espulso e il suo caso portato davanti alla corte dello stato. Il 22 febbraio 2007 Kareem è stato condannato a 4 anni di prigione, tre anni per motivi religiosi e un anno per diffamazione nei confronti del Presidente egiziano (nello specifico, le accuse sono di blasfemia, diffusione di informazioni sediziose, diffamazione nei confronti del capo dello stato, istigazione al rovesciamento dello stesso e all'odio nei confronti dell'Islam). Perché chi sfida il potere, anche solo a parole, merita l'arresto. Karim non è il primo blogger egiziano a finire in manette, la stessa sorte era già toccata ad altri fermati e condotti in carcere mentre però manifestavano in piazza. Lui è stato il solo a perdere la libertà per aver usato unicamente una tastiera.
Associazioni per i diritti umani, governi e gente comune si sono mobilitate per Kareem: è possibile firmare una petizione che chiede la sua liberazione, non tanto per sostenere quanto scritto da Kareem ma per il diritto alla libertà di parola che tutti noi dovremmo difendere.

giovedì 15 marzo 2007

Palestinians agree unity government

il premier palestinese, Ismail Haniyeh, ha detto che la lista dei ministri nel governo di unita' nazionale palestinese é stata approvata dal presidente Abu Mazen.
"We hope that this government will mark the start of a new era and enable us to turn the page."
Palestinians hope that the coalition government will enable the lifting of a crippling Western aid embargo in place since April last year.
Haniya said the European Union had a "positive position" towards his government but that the US administration and Israel have a "different attitude".

Infatti Israele ha dochiarato che non collaborerà col nuovo governo Anp. La piattaforma politica del nuovo governo di unità nazionale - ha detto una portavoce del ministero degli Esteri - non accoglie le condizioni minime poste dalla comunità internazionale.

(fonti Al Jazeera e Ansa)

martedì 13 marzo 2007

libri al rogo

Il Ministro dell'Educazione in Palestina ha messo al bando un libro molto famoso (il titolo inglese è Speak bird, speak again) che raccoglie alcuni racconti della tradizione orale palestinese vietandone l'uso nelle scuole poichè tale testo riporta alcune frasi "sconvenienti" (espressioni immorali secondo il Ministro) per dei bambini e ragazzi: alcuni circoli didattici hanno così bruciato il testo davanti agli alunni delle scuole, altri l'hanno semplicemente eliminato dalla biblioteche. Questo libro era stato distribuito nelle scuole dal Ministro della Cultura in quanto libro molto famoso e di successo anche all'estero.
Al di là della censura, l'operazione ha evidenziato la profonda ignoranza di entrambi i Ministri (e Ministeri): il testo, infatti, è un testo accademico, scritto da docenti universitari e utilizzato in primis in corsi universitari. Non andava, quindi, distribuito nelle scuole per i ragazzi ma poteva essere interessante dal punto di vista culturale per gli insegnanti (tra le altre cose, sembra che in 400 pagine ci siano solo 3 espressioni relative al sesso).

(fonte Maannews Dr Kana'nah: Burning my book "speak bird, speak again" is like burning my son, Burning the collection of Palestinian folktales "Speak Bird, Speak Again" sets a worrying precedent)

lunedì 12 marzo 2007

Vista sul muro

A cinque metri di distanza da quella barriera di cemento, su quello che rimaneva della loro terra, erano seduti tre uomini, intenti a osservare un orizzonte di calcestruzzo

Dal veicolo usciva musica leggera araba ad alto volume, di quella che fa venir voglia di ballare. L'autista del bulldozer era comodamente seduto al posto di guida e osservava i tre o quattro operai che si davano da fare lì sotto. Ogni tanto scambiavano qualche battuta in arabo, ma quando dal furgone dell'impresa edile è uscito quello che sembrava l'appaltatore sono passati all'ebraico. Poi l'autista ha messo in moto il bulldozer e il boato del motore ha sepolto la musica. Il lungo braccio della macchina ha sollevato un pannello di calcestruzzo e l'ha spostato facendolo volteggiare in aria. Quindi, con l'aiuto dei tre operai, l'ha sistemato, lentamente e con perizia, accanto agli altri: una lunga fila di pannelli di calcestruzzo, tutti alti otto metri. D'ora in poi sarà questo l'unico panorama che la famiglia Al Khatib del villaggio di Hizma vedrà dalle finestre della casa che guardano a ovest.Avevo già scritto dei lavori in corso in questa regione nell'aprile del 2006, quando due tipi con i capelli alla Bob Marley erano stati messi a guardia del cantiere. Allora il muro di separazione – composto da pannelli di calcestruzzo e da una barriera elettronica – tagliava l'area abitata, separando alcune case sulla cima della collina dal resto del villaggio. I loro abitanti, tra cui la famiglia Al Khatib, si erano ritrovati sul "lato israeliano" del muro, ma senza il permesso di entrare nella vicina colonia. A volte, la polizia israeliana vietava loro di attraversare il vicino posto di blocco, costruito sulla terra palestinese. Potevano però continuare a guardare il paesaggio fuori dalla finestra. Almeno fino alla scorsa settimana. Il vecchio tracciato del muro è stato modificato. I pannelli sono stati gradualmente rimossi e piazzati alcuni metri più in alto, verso occidente, in modo da includere anche le tre case rimaste isolate. A cinque metri di distanza da quella barriera di cemento, su quello che rimaneva della loro terra, erano seduti tre uomini, intenti a osservare un orizzonte di calcestruzzo. I volti cerei e immobili mi facevano pensare a un funerale.Uno di loro mi ha guardato in faccia. "Perché è sorpresa?", ha detto con cinismo, "Ci penserà la nostra Autorità a liberarci tutti". Poi, senza alcuna sfrontatezza, mi ha raccontato di aver scambiato qualche parola con gli operai, palestinesi di Hebron. "Che cosa possono fare? Devono pur campare".

(fonte Internazionale 683, 8 marzo 2007, Vista sul muro di Amira Hass)

sabato 10 marzo 2007

partenza

eccomi di nuovo qua dall'aereoporto... si torna a casa!
controlli nella norma, di nuovo bollino giallo (già avuto nella collezione...), parecchio addormentati i controllori dei bagagli e quindi lenti... comunque ho fatto con una certa tranquillità.
Ora la hall dell'aereoporto è piena di gente che sonnecchia su poltrone in attesa del proprio volo (quasi tutti con imbarco alle 5 e partenza alle 5,30).
Non c'è quasi nulla da fare, i negozi hanno pezzi alti e poi io qua non compro per principio... magari mi rifaccio ad Amsterdam!

notte.... ciao Palestina....


PS: ... io aspettavo il narghila ....

venerdì 9 marzo 2007

Palestina in fiore

una meraviglia... è primavera e i mandorli sono in fiore, i campi sono in fiore, le tartarughe vanno a spasso...

giovedì 8 marzo 2007

jazz night at Zan

qualche amico dei Turab e altri musicisti, musica jazz e jazz funky, locale strapieno (soprattutto di internazionali... ma dove sono di giorno? che lavoro fanno?), lo Zan adesso ha anche una cameriera straniera (bionda), la musica è buona, qualcuno balla ...

buona festa della donna ...

2000 blogger italiani

ora ci sono anche io! e mi sembra giusto dirvelo.... ;-)

mercoledì 7 marzo 2007

postering


alla fine ci sono andata: appuntamento a Jerusalem alle 4 pm, Jericho Road, davanti alla gas station, per vedere il gruppo del progetto Face2Face in azione: pochi curiosi (quasi tutti ragazzi e bambini), una macchina della polizia a controllare (con il poliziotto che faceva foto col telefonino), un po' di fotografi amici degli ideatori del progetto a documentare il tutto.
Ogni giorno, in realtà, stanno andando in diverse città ad attaccare i posters (ieri erano a Tel Aviv), questo tipo di progetto (vedi il sito di JR) è già stato fatto in altri paesi per sensibilizzare e far conoscere-scoprire l'altro (non sono solo i muri a creare separazione). E dalla scoperta può nascere la voglia di incontrarsi e fare qualcosa insieme (da cui poi il prossimo progetto Hand in hand).

martedì 6 marzo 2007

stop the clash of civilizations


Talk is rising of a ‘clash of civilizations’. But the problem isn’t culture, it’s politics – from 9/11 to Guantanamo, Iraq to Iran. This clash is not inevitable, and we don't want it. So where to start? The Israeli-Palestinian conflict is the key symbol of the rift between Islam & the West. It's time to step up and take the initiative.
Add your voice below and when leaders meet in late March, our message will be delivered in a way they can’t ignore...
Si parla sempre più di "scontro di civiltà". Ma il problema non è culturale, è politico - dall'11 settembre a Guantanamo, dall'Iraq all'Iran. Questo scontro non è inevitabile, e non lo vogliamo. Quindi da dove partire? Il conflitto israeliano-palestinese è il simbolo del dissenso tra l'Islam e l'Occidente. E' tempo di assumerci le nostre responsabilità e prendere l'iniziativa.
Fai sentire la tua voce e firma la petizione e quando i leader si incontreranno alla fine di marzo il nostro messaggio sarà trasmesso in un modo che non potranno ignorare ...
Un altro mondo è possibile...

PS: notare nel video chi rappresenta, per il mondo occidentale, l'ipocrisia ....

lunedì 5 marzo 2007

Face 2 Face project

FACE2FACE è un progetto (an actistic event)che non è sovvenzionato o sponsorizzato da nessuno nè tantomeno autorizzato: un fotografo, Jr, e un consulente tecnologico, Mario, si incontrano nel 2005 e decidono di fare un giro in Medio Oriente per cercare di capire perchè israeliani e palestinesi non riuscissero a trovare un modo per vivere insieme.
Semplicemente osservando la situazione, la gente, gli eventi, senza tante parole, dopo una settimana arrivano entrambi alla stessa conclusione: questi due popoli sono simili, parlano praticamente lo stesso linguaggio, come fratelli gemelli cresciuti in famiglie diverse.
E' una cosa ovvia, ma loro non la vedono.
Allora pensano che si possa fare una sola cosa: metterli faccia a faccia, così capiranno.
Almeno che ognuno possa ridere e pensare quando vede il ritratto dell'altro e il proprio ritratto.
Il progetto ha realizzato gigantografie di israeliani e palestinesi (in bianco e nero) che fanno lo stesso lavoro e li sta appendendo in zone israeliane o palestinesi (sul muro, ad esempio): il prossimo appuntamento è il 7 marzo.
In a very sensitive context, we need to be clear. We are in favor of a solution for which two countries, Israel and Palestine would live peacefully within safe and internationally recognized borders.
All the bilateral peace projects (Clinton/Taba, Ayalon/Nussibeh, Geneva Accords) are converging in the same direction. We can be optimistic.
We hope that this project will contribute to a better understanding between Israelis and Palestinians.
Today, "Face to face" is necessary. Within a few years, we will come back for "Hand in hand".

domenica 4 marzo 2007

panni stesi

mi piace fare le foto della biancheria stesa... chissà perchè...
oggi un'amica che tra poco tornerà a lavorare a Gaza e che è appena arrivata dall'Italia (intanto è a Jerusalem) è venuta a trovarmi: non aveva mai visto Ramallah e ovviamente, rispetto a Gaza, le è sembrato il paese dei balocchi: gente per strada, locali interessanti, negozi carini, traffico più regolare (cioè, non me lo voglio nemmeno immaginare cosa significhi guidare nella Striscia)... notava cose che qua tutti danno per scontato, come il fatto che si possa permettere di fumare una sigaretta per strada, i negozi che vendono alcolici, l'abbigliamento delle donne (che qua è molto variabile). Ha però notato che i negozi di biancheria intima di Gaza sono molto più arditi... il che conferma la teoria del pubblico/privato...
PS: lo so che la foto è a sé... ma mi piaceva...

sabato 3 marzo 2007

il tradizionale barbecue...

evento che ormai ha trovato una sua giusta collocazione (il sabato sera, dopo le 21, sempre a casa del solito amico con terrazza coperta), anche stasera un bel barbecue di agnello e verdure (patate, anche quelle dolci, zucchine e varie insalate), la macedonia, la birra, le paglie (a proposito, io non riesco ad abituarmi a questo continuo fumare ovunque, nei locali, in casa, e praticamente fumano tutti... e io mi affumico!)... e tentiamo di vedere anche l'eclissi di luna, almeno l'inizio perchè poi la stanchezza prevale.

venerdì 2 marzo 2007

Dom: The Gypsy community in Jerusalem

The origins of the Gypsy people in Palestine can be traced back to India in the 18th century. The Gypsies of India originally referred to themselves by the term “Dom,” meaning “man” in their language. While in other Gypsy communities the word was transformed into “Rom” or “Lom,” the word “Dom” is still used by the Gypsies of the Middle East and North Africa. (...)
Near Jerusalem’s Lion Gate inside the ancient walls of the Old City, there is a neighbourhood which the Dom still make their home. Today the Gypsy community of Jerusalem consists of approximately one thousand people. Gypsies can be found throughout Palestine as well. Prior generations of Gypsies were usually blacksmiths, horse dealers, musicians, dancers, and animal healers; occupations remarkably representative of Gypsies worldwide. Since more than one hundred years now the Jerusalem Gypsies have been leading a more sedentary life. Originally settling in the Wadi Joz neighbourhood in East Jerusalem, the community later moved within the walls of the Old City to the Migdal HaChasidah neighbourhood where they still reside today. Like all Gypsies around the world, the Jerusalem Dom have accepted the language and religion of their surroundings. Today, one can find these Gypsies speaking both Domari and Arabic. There is no doubt that the Gypsy community has contributed to the rich fabric of society in the Old City. (...)
Despite the many tribulations, the Dom have been able to preserve their culture. In this spirit, the Domari Society of Jerusalem was established in November 1999. Its goals are to protect the little-spoken language of the Gypsies from extinction, to educate the Domari children about their culture and heritage, to provide humanitarian assistance to the local Gypsy community, and to teach non-Gypsies about the community’s traditions and its rich culture.

Le origini del popolo Gypsy in Palestina risalgono all'India del XVIII secolo. Gli Zingari dell'India originalmente si facevano chiamare "Dom", che significa "uomo" nella loro lingua. Mentre in altre comunità Gypsy il termine venne trasformato in "Rom" oppure "Lom", la parola "Dom" è ancora usata dagli zingari del Medio Oriente e del Nord Africa. (...)
Vicino al Lion's Gate di Gerusalemme, all'interno delle mura della città vecchia, c'è un quartiere di cui i Dom hanno fatto la loro casa. Oggi la comunità Gypsy di Gerusalemme è composta da circa un migliaio di persone. Altri zingari sono presenti all'interno della Palestina. In passato i Gypsy facevano mestieri quali il fabbro, il commerciante di cavalli, il musicista, danzatore, il guaritore di animali: occupazioni che sono riconosciute tipiche degli zingari in tutto il mondo. Da più di cento anni gli zingari di Gerusalemme conducono una vita più sedentaria. Originariamente insediati nel quartiere di Wadi Joz a Gerusalemme Est, la comunità si è spostata all'interno delle mura della città vecchia nel quartiere di Migdal HaChasidah dove risiedono tuttora. Come tutti i Gypsy nel mondo, i Dom di Gerusalemme hanno accettato la lingua e la religione dei loro vicini. Oggi, questi Gypsy parlano sia il Domari sia l'arabo. E non c'è alcun dubbio che la comunità zingara abbia contribuito all'arricchimento della società nella città vecchia. (...)
A fronte delle tante difficoltà sopportate, i Dom sono stati in grado di preservare la loro cultura. Con questo spirito, nel novembre 1999 è stata fondata la Domari Society di Gerusalemme. I suoi scopi sono il preservare la lingua Gypsy dalla scomparsa, formare i bambini Domari sulla loro cultura e patrimonio, fornire assistenza umanitaria alla locale comunità Gypsy e insegnare ai non-zingari le tradizioni della comunità e la ricchezza della sua cultura.

giovedì 1 marzo 2007

prisons

questa volta torno in Italia per segnalare una mostra a Roma (sala Santa Rita), aperta fino al 30 marzo 2007, "Prisons: storie per immagini dal carcere". (alcune foto cliccando sul link)
L'autore è Francesco Cocco, un mito di fotografo (lo conosco personalmente e me ne vanto!).
Più di una descrizione delle carceri, "Prisons" si propone di aprire una finestra su quell'umanità che popola, come dice Cocco, "gli interni di quei contenitori, di quei grandi e asettici edifici che a volte osservavo mentre percorrevo in automobile qualche tangenziale". Sono immagini scarne, a tratti dolorose e impietose, che non cercano abbellimenti. Le fotografie, in bianco e nero, sono state realizzate tra il 2001 e il 2005 nelle carceri di Milano, Modena, Palermo, Bologna, Trani, Roma, Messina, Prato, Torino, Cagliari, Alghero, Pisa e sono state raccolte nell'omonimo volume "Prisons" pubblicato in Italia da Logos nel 2006, con testi di Adriano Sofri e Renata Ferri.

(fonte la Repubblica, "Prisons", il mondo è una prigione, le foto scoprono le vite invisibili, la foto è di Francesco Cocco)

mercoledì 28 febbraio 2007

continua l'assedio a Nablus

dopo una apparente tregua, l'esercito è tornato in azione per l'operazione Hot winter a Nablus.Palestinian security sources informed Ma'an News Agency that the renewed Israeli military incursion into the city began at 2.30 am on Wednesday morning. At least 120 military vehicles were observed entering the city, accompanied with bulldozers and armoured jeeps. The Israeli forces imposed a curfew again on the city. All Palestinians were instructed to stay at home. Palestinian security sources reported that the Israeli forces arrested the relatives of many so-called 'wanted' Palestinians in an attempt to pressurize the 'wanted' to surrender.

e oltre ad arrestare i parenti dei ricercati, hanno occupato 3 ospedali e impediscono l'accesso a chiunque, ambulanze comprese.
...bella democrazia...

(fonte Maannews, Israeli army returns to Nablus with renewed force)

martedì 27 febbraio 2007

cena in famiglia

una cena squisita a Al-Ram dall'amico Mohammed, con tutta la famiglia (la moglie, la mamma, 5 dei 6 figli).
Mohammed ha studiato ingegneria in Italia a Cagliari, non si è laureato ma adesso lavora facendo traduzioni sia per italiani che lavorano in Palestina sia inviando articoli in Italia (è impegnato molto dal punto di vista sociale).... e se io fossi un po' meno pigra mi insegnerebbe l'arabo (che va innanzitutto praticato, per cui la sua idea è di lasciarmi a casa sua con la famiglia e tentare di comunicare...).
Sono stata praticamente adottata dalla sua mamma, una tranquilla signora che ha passato la serata a sorridermi e a tentare di comunicare con me (oltre che a rimpinzarmi di maqluba).
La maqluba è un tipico piatto palestinese tipo paella, nel senso che è fatto di riso, spezie, carne (può essere pollo, agnello, manzo) e verdure (patate, cavolfiori, melanzane, pomodori...), secondo il gusto di chi lo prepara (questo, ad esempio, era di pollo e patate) e poi spolverato di mandorle tostate: la parola maqluba significa "rivoltata" perchè il tutto viene appunto rivoltato dalla pentola su un enorme piatto da cui si attinge tutti insieme accompagnando con insalata di pomodoro e con yoghurt.

lunedì 26 febbraio 2007

assedio a Nablus

Da ieri Nablus è stata invasa dalle forze armate israeliane (che hanno bloccato le strade e imposto il coprifuoco) alla ricerca di sospetti terroristi : tutti chiusi in casa, scuole sospese, per ora non si sa neanche quando verrà concesso di uscire per rifornirsi di cibo.
I militari hanno fatto irruzione partendo da radio e tv locali con un comunicato che ordinava di rimanere in casa.

(fonti: Al Jazeera, Israeli troop raid Nablus, Israel continues raid on Nablus; Maannews, Huge Israeli force swamp Nablus, impose curfew and clash with Palestinians in largest military operation in 2 years, 2nd day of Nablus incursion: Palestinians under siege in their homes and schools and houses turned into military posts)

domenica 25 febbraio 2007

Hebron/el Khalil

Gita a Hebron o, in arabo, el Khalil (amico, riferito ad Abramo in quanto amico di Dio): si va coi mezzi pubblici, nonostante la distanza non sia in realtà così grande ci vogliono un paio d'ore (non si possono utilizzare le strade più veloci riservate agli israeliani ma solo strade secondarie).
La città è famosa per le sue uve (mandate a Betlemme per la produzione di vino) , per le fabbriche di ceramiche e vetri, e per la presenza della Tomba dei Patriarchi (o Grotta di Machpelah), un luogo sacro a ebrei, cristiani e musulmani perchè qui la tradizione vuole che siano sepolti Abramo, Sara, Isacco, Rebecca, Giacobbe e Lea.
Sulla grotta è stata edificata una moschea, l’Haram el-Khalil, che nel corso dei secoli è stata una sinagoga, poi una moschea, quindi una basilica cristiana e infine ancora una moschea, ma solo a metà: infatti una parte è una moschea e un'altra è una sinagoga (quindi accessi differenti alle tombe).

La storia di Hebron è un susseguirsi di lotte sanguinose tra ebrei e musulmani all'interno della città stessa: allo stato attuale, una parte della città vecchia è abitata da coloni israeliani, Hebron è divisa in due zone distinte e separate con la presenza continua di forze militari armate israeliane, che controllano gli accessi alle zone e alla Tomba dei patriarchi, e di un "contingente" disarmato di osservatori delle Nazioni Unite (tra cui anche carabinieri italiani), la TIPH - the Temporary International Presence in Hebron (TIPH) - che ha lo scopo di osservare/monitorare la situazione della città (senza poter intervenire) e le relazioni tra palestinesi e israeliani. La TIPH è stata stabilita nel 1994 dopo i fatti del 25 febbraio 1994 (quale coincidenza mi ha fatto andare a Hebron il 25 febbraio?) quando un colono israeliano entrò nella moschea e uccise 29 musulmani.
L'atmosfera della città vecchia è surreale, la maggior parte dei negozi sono chiusi e le case abbandonate, inoltre la strada principale è sormontata da una rete metalica che serve a proteggere i residenti arabi dal lancio di oggetti, verdure, immondizia da parte dei coloni residenti lì vicino.
La città nuova è molto più viva, caotica (ma vi sono molti palazi in costruzione che hanno l'aria di esser stati abbandonati) e visito anche una fabbrica che produce vetri (un lavoraccio).
Inizia poi a piovere nel pomeriggio e tra strade allagate e nebbia si trona a casa.

PS: un articolo interessante sulla situazione a Hebron si trova su PeaceReporter)

venerdì 23 febbraio 2007

parola di giudice

Per secoli, verso la fine dell'estate, gli abitanti della regione si spostavano a est con le loro greggi

"Beduini". È stata questa la parola con cui il giudice si è riferito alle cinque famiglie che avevano fatto ricorso (invano) all'Alta corte di giustizia contro l'espulsione dal luogo in cui vivono, nel nord della Valle del Giordano.
È vero, queste persone allevano capre e vivono in baracche e tende fatte di sacchi di juta, cartone, legno e lastre di amianto. Ma coltivano anche grano, orzo e fagioli nella grande pianura che si stende tra alcune catene di colline. Hanno pure un villaggio di riferimento, Tamoun, a circa 14 chilometri a ovest sulla montagna, dove i figli vanno a scuola. Il loro stile di vita rientra in quel processo geografico, storico e sociale che ha portato allo sviluppo dei villaggi palestinesi nell'arco di centinaia di anni. Per secoli, verso la fine dell'estate, gli abitanti della regione si spostavano a est con le loro greggi, fermandosi lungo il percorso in alcune stazioni di pascolo dove trovavano l'acqua. Restavano lì per un paio di settimane, poi riprendevano il cammino. Con il tempo, quando la popolazione è cresciuta, alcuni si sono insediati stabilmente nelle ex stazioni di pascolo. Così, intorno al villaggio originale si sono gradualmente sviluppate delle aree residenziali.
Dal 1967 gli ordini militari israeliani combattono questa "espansione" e questo "insediamento", cercando di interrompere una forma di vita e di sviluppo secolare. Di recente l'esercito ha intimato alle cinque famiglie a cui accennavo – così come a molte altre – di lasciare la zona, sostenendo che vivono in "costruzioni illegali".
Il responsabile della sicurezza di una vicina colonia, creata trent'anni fa, mi ha spiegato che da tempo chiede "l'allontanamento" dei vicini "illegali". Li considera degli invasori, proprio lui che viene da un kibbutz all'interno di Israele ed è nato da genitori arrivati dalla Polonia e dalla Russia.
Abu Ahmad, uno dei cinque capifamiglia che hanno fatto ricorso, è nato sessant'anni fa nella stessa pianura che adesso gli chiedono di lasciare. Con un sorriso stanco e amaro racconta la storia della sua vita, e quella dei genitori e del nonno paterno, tutti vissuti in quel posto.
La parola sbagliata usata dal giudice non lo fa arrabbiare: "Beduino non è un termine che indica un gruppo etnico, ma uno stile di vita. Dopotutto, anche gli europei all'inizio sono stati beduini. Che cos'erano goti e sassoni, se non beduini?".

(da Internazionale 681, 22 febbraio 2007, Parola di giudice di Amira Hass)

mercoledì 21 febbraio 2007

RAM FM 93.6

La prima radio in lingua inglese che trasmette sia in Palestina che Israele: una radio che nasce dall'idea di una radio Sud Africana che promuoveva il dibattito durante il periodo che precedette le elezioni democratiche del 1994 in Sud Africa.
Questa radio nasce con l'intento di promuovere la pace in Medio oriente e si configura come una radio indipendente.

The launch of the first English-language radio station, broadcast both in the occupied Palestinian territories and in Israel, was announced yesterday in the West Bank city of Ramallah.This initiative, which was announced by the South African businessman, Mr Ayzi Kersh, is intended to promote peace in the Middle East. The new radio station, RAM FM 93.6, which will broadcast 24 hours a day in English to listeners throughout the Palestinian territories and Israel, is based on the South African radio station, Radio 702, which represented a successful platform for public opinion in South Africa during the intensely sensitive period that preceeded the democratic elections of 1994.... In the first stages of the broadcast, the radio will focus on interviews with important personalities. It hopes to start several dialogues through encouraging listener participation. One of RAM FM's most important elements is its independent news bulletins, which will be available to commercial radios through news wires.

(fonte Maanneews, First English-language radio, broadcast in both Palestinian territories and Israel, hopes to promote peace)

lunedì 19 febbraio 2007

c'è un medico sul blog?

... anche se ormai è passata, ammalarsi quando si è lontani da casa non è il massimo: passi poi la febbre, ma il voltastomaco, e tutti gli annessi e connessi...
che faccio? che mangio? ma chi ha voglia di farsi da mangiare? e cosa bevo?
a parte il giorno forzato di digiuno, sono andata avanti a patate lesse, pomodori, pane e formaggio, limonata: tutto il resto mi dava la nausea, qualunque odore (spezia, aglio, fritto...con tutte le falafel che ci sono...) mi faceva stare male e trovare qua qualcosa insapore "tipo ospedale" è impossibile, per cui ho dovuto arrangiarmi da sola....
ma pian piano forse ne esco (a parte la fiacca...)

venerdì 16 febbraio 2007

m'illumino di meno

anche in Palestina! per quanto, senza riscaldamento, contribuisco quotidianamente al risparmio energetico....
oggi è la terza giornata del risparmio energetico, diventata ora internazionale (thanks Cirri & Solibello & Caterpillar!).

e mi sembra carino questo articolo che ho trovato oggi a proposito di un'iniziativa sulla salvaguardia ambientale che è partita in questi giorni qui a Ramallah.
this project aims to encourage positive behavior and responsible leadership amongst male and female youth towards the environment and in regards to general health issues. This one-year campaign will include a number of schools and community associations, particularly in marginalized areas, in Ramallah-Al-Bireh governorate and the governorate of Gaza.

venerdì 9 febbraio 2007

The signing of the Mecca agreement

Fatah and Hamas have signed the Mecca agreement.
The following came in the agreement text:
• Assuring the prohibition of Palestinian bloodshed and the assurance of national unity to achieve the legitimate aims of the Palestinian people.
• Agreeing on counting the language of dialogue as the basis for solving all conflicts between brothers.
• Agreeing on establishing a unity government and to start taking constitutional procedures to its dedication immediately.
• Agreeing on proceeding in the procedures of reform of the Palestine Liberation Organisation (PLO) based on the Cairo agreements and the Damascus announcement.
• Assuring the principle of political partnership on the basis of political pluralism.

(fonte Maannews)

giovedì 8 febbraio 2007

li sto collezionando tutti....


... i patacchini che ti danno al Ben Gurion!

questa volta giallo, non è andata male, non mi hanno stressato più di tanto, qualche domanda subito fuori dall'aereoporto (e ho pensato che se iniziavo lì non sarei mai arrivata all'aereo), qualche altra domanda mentre aspettavo il controllo bagagli, una brevissima ispezione del bagaglio e in un'oretta avevo già fatto tutto!

incredibile....

mercoledì 7 febbraio 2007

Medio Oriente. Questo pomeriggio l'incontro tra Abu Mazen e Khaled Meshaal

E' previsto per oggi l'atteso incontro tra il presidente dell'Anp, Abu Mazen, e il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, per porre fine alle violenze che insanguinano da quasi due mesi la Striscia di Gaza.
Gli esponenti delle due fazioni rivali sono giunti ieri a Gedda sul mar Rosso e hanno incontrato separatamente re Abdullah, che ha organizzato il vertice. La prima riunione, prevista originariamente per ieri sera dopo l'incontro con il monarca saudita, non c'e' stata. Oggi i due leader inizieranno colloqui "a oltranza" nella citta' santa dell'Islam.
Il quotidiano israeliano Haaretz torna ad essere pessimista.
In un articolo di Danny Rubinstein dal titolo: Il summit de La Mecca non risolverà il compromesso all'interno dell'Autorità palestinese (ANALYSIS: Mecca summit won't result in compromise in Palestinian Authority). Secondo Haaretz la Palestina si trova oggi al livello più basso della sua storia. Recentemente quando è scoppiata la guerra civile è cresciuto l'intervendo degli arabi dall'esterno. Il coinvolgimento di Egitto, Giordania, Siria e ora Arabia Saudita dimostra che i palestinesi hanno perso "la loro indipendenza nel prendere decisioni" (The involvement by Egypt, Jordan, Syria and now Saudi Arabia shows that the Palestinians have lost their "independent decision making." They are so weak that they have effectively transferred decision making on their internal affairs to external parties. If, until recently, the Palestinians were constantly attacking Arab governments for their weakness and accusing them of treason, today, they are begging them for help).
Abu Mazen e Meshaal si erano gia' incontrati con un nulla di fatto il 21 gennaio scorso a Damasco, dove l'esponente di Hamas vive in esilio.

martedì 6 febbraio 2007

grandine

ha grandinato! e c'è un vento assurdo!

PS: si prepara l'incontro a la Mecca per formare un governo di unità palestinese e cessare gli scontri tra Hamas e Fatah ...

lunedì 5 febbraio 2007

People Before Patents petition / Prima la gente poi i brevetti!

Una petizione assolutamente da firmare!
Médecins Sans Frontières lancia una petizione per salvaguardare il diritto di milioni di persone a ricevere i farmaci salvavita: la compagnia farmaceutica Novartis ha fatto causa al Governo Indiano perché permette la produzione di farmaci generici dai costi contenuti. Se vincerà, milioni di persone in tutto il mondo potrebbero perdere l'unica fonte di medicinali a prezzi accessibili.
L'India produce farmaci di importanza vitale per i Paesi in Via di Sviluppo. Più della metà dei medicinali utilizzati per curare l'Aids nei Paesi più poveri sono prodotti in India. Anche MSF usa i farmaci indiani per trattare l'80% dei suoi 80mila pazienti sieropositivi.
Se Novartis vincesse la causa, l'India sarà costretta a modificare la sua legge e dovrà concedere più facilmente i brevetti sui medicinali. Per i produttori di farmaci generici diventerà quasi impossibile continuare a vendere medicinali uguali a quelli delle multinazionali, ma molto meno costosi. La vita di milioni di persone che in tutto il mondo sono curate con i farmaci made in India sarà in pericolo.
IL DIRITTO ALLA VITA VIENE PRIMA DEL DIRITTO A FARE PROFITTI. CHIEDIAMO A NOVARTIS DI RINUNCIARE ALL'AZIONE GIUDIZIARIA CONTRO IL GOVERNO INDIANO.
Per firmare la petizione in italiano.

Pharmaceutical company Novartis is taking the Indian government to court. If the company wins, millions of people across the globe could have their sources of affordable medicines dry up.
India produces affordable medicines that are vital to many people living in developing countries. Over half the medicines currently used for AIDS treatment in developing countries come from India and such medicines are used to treat over 80% of the 80,000 AIDS patients in Médecins Sans Frontières projects.
If Novartis is successful in its challenge against the Indian government and its patent law, more medicines are likely to be patented in India, making it very difficult for generic producers to make affordable versions of them. This could affect millions of people around the world who depend on medicines produced in India.
Tell Novartis it has no business standing in the way of people's right to access the medicines they need.

Sign on and urge Novartis to DROP THE CASE against the Indian government.
To sign the petition in English.

domenica 4 febbraio 2007

ristorante cinese

questa volta un vero ristorante cinese (benchè io in Cina non abbia mai messo piede... intendo quindi un ristorante cinese secondo il nostro stereotipo occidentale), con cucina cinese come potremmo trovare da noi, ristorante dove ho mangiato involtini primavera e noodles con verdure e pollo ... però fa strano che il ristorante cinese NON sia gestito da cinesi e NON abbia alcun piatto a base di carne di maiale, credo che a un cinese verrebbe un colpo (anzi, quasi quasi faccio un salto all'ambasciata cinese a Ramallah a chiedere come fanno ad andare avanti senza maiale, secondo me devono avere delle riserve segrete...)

sabato 3 febbraio 2007

cose di famiglia

È una guerra civile o piuttosto, secondo l'espressione araba, una guerra in famiglia?
Così sembrerebbe, a giudicare dalle immagini televisive dei combattimenti tra miliziani di Hamas e di Al Fatah e tra agenti dei diversi organi ufficiali di sicurezza, tutti pagati dall'Autorità Palestinese.Come si pensa a una guerra in famiglia sentendo che bande affiliate ad Al Fatah rapiscono sostenitori di Hamas, e viceversa. Trentacinque morti e centoventi feriti è il bilancio dell'ultima ondata di violenze, esplosa il 25 gennaio e finita, per ora, con il cessate il fuoco del 30.I sostenitori pacifici di entrambi i movimenti continuano, come al solito, ad avere rapporti tra loro. In una famiglia, un fratello fa l'autista per un alto funzionario della sicurezza di Al Fatah e l'altro l'autista per un ministro di Hamas. Tutti i cittadini, sostenitori di un partito o meno, condividono gli stessi sentimenti: paura, disgusto, rabbia e incomprensione.Ma il pericolo che alla fine le famiglie vogliano vendicare i parenti uccisi incombe come un macigno. È questo che fa del conflitto tra organizzazioni armate una potenziale guerra civile.
(fonte Internazionale, Amira Hass. L'articolo in inglese è apparso su Haaretz).

venerdì 2 febbraio 2007

Time to get serious about Israel

un articolo di John Hilary su The Guardian:
You know that things are serious when a parliamentary select committee puts out a call for sanctions against another sovereign state. Doubly so when that state is supposed to be one of Britain's key allies in the Middle East. Yet today the House of Commons international development committee is calling on the Labour government to press for sanctions against Israel over its treatment of the Palestinian people. Things must be pretty bad.

in pratica c'è una richiesta formale di indagini e possibili sanzioni ad Israele per la sua politica nei confronti dei Territori Palestinesi Occupati.
Il comitato, che si è recato a novembre in Palestina, ha anlizzato la situazione socio-economica dei territori rilevando una soglia di povertà che va dal 70 all'80 %.

giovedì 1 febbraio 2007

jerusalem

stamani, dopo un incontro a Jerusalem che mi aveva un po' stressato, ho deciso di prendermi un paio d'ore per farmi una camminata nella città vecchia, era da parecchio che non andavo in questo dedalo di viuzze a perdermi tra salite e discese accanto a donne che fanno la spesa, a bambini con le cartelle di scuola, a mamme con passeggini, ad anziani venditori assonnati fuori dal loro negozio di spezie, caramelle e accessori per la casa... pochi turisti, negozianti che ti assalgono per venderti qualcosa perchè "gli affari vanno davvero male", il netto contrasto tra il quartiere ebraico e quello arabo, l'imponenza della Cupola della Roccia che col suo splendore si staglia su tutti gli altri edifici ... e centinaia di soldati israeliani, in particolare davanti al Western Wall (ma sembrava per una qualche festa militare, non so...)